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L'autunno caldo negli USA

 


L'ascesa delle lotte salariali nel cuore del capitalismo mondiale

«Un'ondata di scioperi agita l'autunno degli Stati Uniti» titola il quotidiano di Confindustria (14 settembre). È una preoccupazione fondata.

Per la prima volta i ferrovieri americani minacciano uno sciopero generale continuativo per forti aumenti salariali. Biden è costretto ad attivare un piano d'emergenza antisciopero per garantire il traffico di uomini e merci. I tre ministeri di Trasporti, Energia, Agricoltura sono mobilitati contro lo sciopero. Il governo ha denunciato lo sciopero come «un esito inaccettabile» offrendo un aumento salariale del 24% in cinque anni. Ma le unions hanno respinto l'offerta a fronte dei profitti record delle compagnie. Il braccio di ferro è appena iniziato. Uno sciopero dei ferrovieri costerebbe al governo due miliardi di dollari al giorno.

Il punto è che non si tratta solo dei ferrovieri. Dopo gli anni della pandemia si leva tra i salariati americani una reazione liberatoria. Migliaia di infermieri in Minnesota stanno picchettando i centri sanitari con tre giorni di sciopero continuativo. La vittoria sindacale riportata in Pennsylvania in tredici case di riposo ha contagiato il settore della sanità. Le rivendicazioni sono aumenti salariali, nuove assunzioni, rifiuto di turni di lavoro massacranti. Parallelamente scioperano gli insegnanti, da Seattle all'Ohio, per aumenti di paga, ritardando di cinque giorni l'inizio dell'anno scolastico per cinquantamila studenti. Protestano gli operai dell'auto nel Midwest, mentre in Indiana lo sciopero in un impianto Stellantis ha costretto gli azionisti a fare concessioni salariali.

Cresce ovunque la domanda di sindacato. Le unions americane hanno conosciuto una crisi profonda negli ultimi decenni, con un netto calo delle iscrizioni. Il tasso di iscrizione è basso: il 6% nel settore privato e il 10% nel settore pubblico. Ma ora sembra prodursi un'inversione di segno. Da gennaio sono aumentate del 58% le richieste del National Labor Relations Board alle autorità federali di tenere e certificare elezioni per l'ingresso di sindacati in azienda. I sondaggi Gallup parlano di un consenso del 71% per il sindacato, record dal 1965. Le agitazioni sindacali si sono moltiplicate in tutto il paese, anche in settori meno tradizionali: in Amazon, Apple, nelle caffetterie Starbucks.

La ripresa capitalista ha favorito le lotte, rafforzando il peso negoziale degli scioperanti. Le disuguaglianze sociali accresciute diventano ragione di scandalo e suscitano reazioni. Biden è in difficoltà sul nuovo fronte. Si era presentato come amico dei sindacati, a differenza di Trump, ma ora i lavoratori battono cassa e le burocrazie sindacali debbono assecondarli in parte per preservarne il controllo.

Mentre le sinistre italiane oscillano tra sovranismi nazionali e cittadinanze progressiste, noi abbiamo la nostra patria fra i salariati americani, britannici, francesi che stanno alzando la testa. E assumiamo le loro lotte come esempio per i proletari italiani. Il bisogno di un'Internazionale anticapitalista non è mai stata tanto attuale quanto oggi.

Partito Comunista dei Lavoratori