Sinistra Unita a Bologna è nata per apporre, accanto all’opposizione al governo centrale (sic!) … una serie di rivendicazioni sociali di declinazione locale.
Così recita l’articolo a firma Michele Terra e Agostino
Giordano comparso sull’edizione de il Manifesto il 9 settembre 2021.
Insomma, uno dei punti fermi, pare di capire, sia
l’opposizione al governo centrale.
Ora accade che, in uno dei momenti più drammatici della
vicenda politica e sociale del paese, che ha portato alla schiacciante vittoria
delle destre e del partito post fascista di Giorgia Meloni, SU non riesca a
proferire parola riguardo alla propria proposta e posizionamento politico in
merito.
Questa afasia è clamorosa ma non sorprendente. Come si
sarebbe dovuta schierare SU in queste elezioni?
La domanda è semplice. Purtroppo non lo è altrettanto la
risposta.
I due maggiori azionisti di questa operazione politica,
limitata al territorio bolognese, sono il Partito della Rifondazione Comunista
e Partito Comunista Italiano.
Quando nacque SU in vista delle elezioni comunali di
Bologna, vide la concorrenza all’ultimo voto di Potere al Popolo in un gioco al
massacro che impedì ad entrambe le liste di ottenere un rappresentante nel
consiglio comunale di Bologna. Non male per la sinistra “radicale” (ma non
rivoluzionaria) che si professa un giorno si e l’altro pure unitaria e tesa
solamente alla tutela delle istanzi sociali dei movimenti e delle masse
popolari.
Possiamo dire che un certo vizio settario fu galeotto?
Com’è ben risaputo la realtà ha più fantasia
dell’immaginazione e si diverte continuamente a scherzare con i destini delle
imprese umane e a rimescolarne le carte.
Oggi infatti PRC e PaP, allora impegnate in singolar tenzone,
si ritrovano a promuovere insieme Unione Popolare di De Magistris, mentre il
PCI ha presentato una propria lista alle elezioni politiche.
Si può ben capire come sia difficile per SU rispondere alla
domanda di cui sopra e contribuire alla costruzione di una forza che abbia una
qualche base politica.
Il lavoro svolto dalle compagne e compagni eletti da SU nei
quartieri è indubbiamente utile a portare alla attenzione della cittadinanza
alcune questioni di carattere locale che coinvolgano gli interessi degli strati
popolari di quelle zone.
A volte, occorre dirlo, queste rivendicazioni hanno un
ambito estremamente limitato al territorio e a nostro parere quasi marginali
nell’ordine degli interessi della popolazione. In ogni caso si tratta di un
lavoro che dimostra un impegno profuso all’insegna di un onesto civismo.
Si, ma che fine fa la lotta di classe? Carovita, vertenze,
licenziamenti, repressione, colpiscono duramente la classe lavoratrice. Anche
quella che abita i quartieri così ben presidiati, per altro, dalle suddette
compagne e compagni. Tuttavia, proprio nel momento in cui lavoratrici e
lavoratori sono disposti a prestare attenzione ad argomenti che riguardino da
vicino le loro condizioni di vita, SU perde la parola, non sa che dire!
Ciò che fa difetto a SU non è l’abnegazione delle e dei
propri militanti, ma la base politica stessa su cui si sono aggregati, la
chiarezza di posizioni, i principi che li tengono uniti: il progressismo civico
riformista di De Magistris, o il riformismo nostalgico dei simboli del vecchio
PCI stalinista? O cosa?
Il 9 aprile 2021 alcune compagne e compagni di diversa
provenienza partitica e politica firmano un appello comune per fare “qualcosa
di sinistra” per Bologna. Potremmo oggi ribadire loro la stessa richiesta, dite
qualcosa di sinistra (!), rispetto all’avvento delle destre al governo ed il
magro risultato delle liste di sinistra che si sono presentare alle elezioni.
Ma non sentiamo nulla. In attesa di qualche parola
aggiungiamo noi una domanda. Qual è la base politica di questo appello? Le parole
dell’appello erano piene di buona volontà: “Non
bastano le belle parole vuote dei nuovisti di turno, che comunque non muovono
masse di voti (al massimo di preferenze), e un linguaggio da slang post moderno
(dalla rivoluzione e transizione green alla resilienza), mentre si dimentica
ogni discorso politico che abbia come perno il mondo del lavoro, gli studenti,
i pensionati, l'ambiente sottratto alla speculazione, i diritti sociali e
civili; quelli che una volta erano i temi centrali del popolo della sinistra,
ovvero del blocco sociale che si era costruito nei decenni del secondo
dopoguerra.
In altro punto leggiamo:
“…sarebbe positivo il rilancio di una politica larga di unità d’azione, come è
stata la manifestazione del 18 febbraio 2021), a Roma, in occasione della
fiducia al governo e che ha visto insieme Prc, Pap, Pcl, Pci e tanti altri
ancora.”
I propositi sono condivisibili, ancora oggi. Tuttavia non ci
pare che a queste intenzioni abbiano seguito fatti conseguenti.
Infatti attendiamo dalle compagne e compagni di SU, e anche
da quelli di PaP, una risposta alla nostra lettera aperta del 26 ottobre 2022
significativamente intitolata: LETTERA APERTA ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI
DI SINISTRA UNITA E POTERE AL POPOLO COSTRUIAMO L’UNITA D’AZIONE DELLE
ORGANIZZAZIONI CHE FANNO RIFERIMENTO ALLA CLASSE LAVORATRICE (https://pcl-bologna.blogspot.com/2021/10/lettera-aperta-alle-compagne-e-ai.html),
L’abbiamo spedita loro all’indomani delle elezioni comunali
che non hanno visto purtroppo nessun eletto nel consiglio di Bologna da parte
di entrambe le forze politiche (che hanno finito inspiegabilmente per sottrarsi
reciprocamente i voti).
Questo silenzio, questa mancata risposta, allora era
sconcertante, oggi è assordante.
Possiamo fare delle ipotesi sui motivi sperando di essere
clamorosamente smentiti: distrazione, supponenza, gelosia di organizzazione che
sconfina nel settarismo? Soprattutto SU non si proponeva, fin dal nome di
essere una forza che almeno sul territorio bolognese, era capace di aggregare
attivisti e simpatizzanti di diversa esperienza?
Se andiamo a guardare i firmatari dell’appello notiamo che
tra di essi figurano compagni attivi oggi nel PCL, compagni che hanno scelto di
militare solo in ambito sindacale e compagni che sono per così dire “tornati a
casa”. Proprio sul terreno su cui si è costruita SU c’è stato lo smottamento!
Questo esito, tuttavia non è casuale.
Quell’esperienza è stata costruita da compagne e compagni
che in una campagna elettorale (quella per le comunali) hanno combattuto
l’altra lista della sinistra all’opposizione al PD, e nella successiva, le
elezioni politiche del 25 settembre 2022, si sono divisi per allearsi una parte
con i vecchi concorrenti (PRC e PaP insieme in Unione Popolare) e l’altra parte
nella presentazione di una lista loro concorrente a livello nazionale, il PCI.
Questi continui sbandamenti, queste vertiginose
oscillazioni che costringono al silenzio imbarazzato, sono proprio ciò è quello
che succede a organizzazioni che si formano senza basi politiche reali.
Da parte nostra rilanciamo come sempre la necessità della
massima unità d’azione tra le forze che si richiamano al movimento operaio,
nella prospettiva della costruzione del fronte unico della classe lavoratrice
sulla base di una vertenza generale unificante, l’unico in grado di
fronteggiare l’attacco di destre e padronato, la crisi del capitalismo,
l’economia di guerra e aprire la possibilità dell’alternativa anticapitalista.
Aspettiamo fiduciosi una risposta, sulle stesse basi politiche
che esprimemmo un anno fa nella nostra lettere aperta.
Arrivederci a presto compagne e compagni
Partito comunista dei Lavoratori
Sez. di Bologna