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Il circolo ferrovieri del PRC, il no al TAV e il compagno Donninelli

L'ultimo scritto di Ermanno Lorenzoni

17 Aprile 2020
Ancora oggi i suoi compagni e amici, a un mese dalla scomparsa di Ermanno, sono increduli. È difficile per chi ha condiviso oltre trent'anni di comune militanza politica capacitarsi di questa perdita.
Tante le lotte comuni; ricordiamo in particolare quelle condotte in ferrovia, sia come delegato sindacale sia da militante di Rifondazione Comunista.

Vorremmo ricordarlo riportando, a questo proposito, una sua nota di risposta agli interrogativi posti da un giovane compagno incuriosito da un testo comparso in gennaio di quest’anno sul sito nazionale di Rifondazione Comunista, dal titolo “Come Rifondazione divenne il primo partito No TAV”.
Ermanno, al tempo membro dell’esecutivo del Consiglio dei delegati presso lo scalo FS di Bologna S. Donato, con la sua caratteristica di umiltà e di profondo conoscitore delle dinamiche politiche, in questo testo ricostruisce minuziosamente questa vicenda politica.

 

Il circolo ferrovieri del PRC, il no al TAV e il compagno Donninelli

di Ermanno Lorenzoni


Ricordo la riunione del circolo ferrovieri di Rifondazione Comunista di Bologna, nel 1992. Anche se alcuni particolari restano un po' confusi, essendo trascorsi tanti anni, praticamente una vita. Fu una riunione voluta fortemente dai circoli ferrovieri di Bologna e Firenze, i più organizzati allora, sull'onda del progetto Alta Velocità promosso dalle allora Ferrovie dello Stato. Annibale Donninelli, l'animatore del circolo ferrovieri di Bologna, oltre che componente del direttivo nazionale FILT-CGIL, fu l'artefice di quella riunione, che ebbe il merito di far prendere una posizione precisa al Partito della Rifondazione Comunista, attraverso una riunione nazionale dei militanti del settore. Sembra una cosa scontata, ma invece non lo era affatto, perché allora non c'era nessuna posizione del PRC sull'argomento.
 
Annibale Donninelli proveniva da Lotta Continua, ma la sua maturazione politica avvenne in Democrazia Proletaria, organizzazione nella quale abbiamo militato assieme. Un quadro politico complessivo, con una facilità estrema di rapporto con i lavoratori. Nel suo posto di lavoro era praticamente un idolo, neanche i militanti del PDS riuscirono ad esimersi dall'indire un'assemblea dei lavoratori per commemorare la sua morte, facendo entrare noi, Costantino, io ed altri compagni di Rifondazione Comunista, e invitandoci ad intervenire.
 
Donninelli si batté come un leone in tutta la sua vita per la sicurezza nelle lavorazioni dell'amianto, avendo contro, oltre i dirigenti dell'azienda (Ferrovie dello Stato), talvolta anche i burocrati sindacali, del resto spesso indistinguibili dai dirigenti aziendali. Ma i suoi meriti vanno ben oltre la pur importantissima battaglia per la sicurezza, nella quale coinvolse Medicina Democratica, e nell'impegno per la fondazione dell'Associazione Esposti Amianto.
Non sono mai riuscito a capire da dove scaturisse tutta l'energia che aveva. All'uscita dal lavoro era capace di andare avanti a tenere riunioni fino a mezzanotte, sindacali o di partito che fossero, nelle quali ci trascinava. All'inizio degli anni '80 si prese un periodo di congedo di un paio d'anni dall'impegno politico, dal quale uscì da solo. Quando ci trascinava a riunioni sindacali assurde, nelle quali lui prendeva rigorosamente appunti di tutti gli interventi in quel suo block notes, io mi divertivo a prenderlo in giro, dicendogli che lo preferivo nullafacente a iperattivo, ricordandogli il suo periodo di crisi politica.
 
La verità è che tutti coloro che hanno avuto a che fare con Annibale Donninelli sono riusciti ad apprezzarlo. I vecchi ferrovieri lo ricordano tutti: Ezio Gallori, al vergognoso processo intentato contro di lui dal Collegio di Garanzia della CGIL per la sua espulsione, volle come suo difensore Annibale Donninelli. A Bologna esiste ancora un circolo territoriale del PRC intestato a suo nome. Non fece mai parte di Proposta e di Progetto Comunista, ma mi onoro di aver compiuto una parte del mio percorso politico e sindacale (poco meno di una quindicina d'anni) accanto a lui, e non solo perché ho potuto godere della sua amicizia.