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Gli USA negano a Cuba i ventilatori polmonari.

Solidarietà al popolo di Cuba

Non basta l'embargo storico che gli USA esercitano contro la Cuba postrivoluzionaria, con le sue conseguenze rilevanti di lungo corso sulle condizioni della popolazione cubana. Ora gli USA hanno negato l'esportazione a Cuba di ventilatori polmonari, strumento decisivo contro l'epidemia del coronavirus.
Di più. Hanno annunciato ritorsioni commerciali contro i paesi e le aziende che dovessero aiutare lo stato cubano.
A far questo è lo stesso imperialismo canaglia che in casa propria nega ai lavoratori americani un servizio sanitario pubblico, moltiplicando gli effetti mortali dell'epidemia, a partire dalla città di New York. Un imperialismo con un governo criminale che per un mese ha negato l'esistenza stessa della pandemia lasciando la popolazione povera indifesa, priva di protezioni, colpita non a caso principalmente negli uomini e donne di colore.

Non ci identifichiamo acriticamente nel regime burocratico che oggi esiste a Cuba. Ci battiamo perché i lavoratori e le lavoratrici cubani possano realmente governare il paese attraverso proprie strutture indipendenti di autorganizzazione democratica e di massa, come nell'URSS dei tempi di Lenin e di Trotsky. Ci battiamo per legare questa prospettiva rivoluzionaria a quella della rivoluzione socialista in tutta l'America Latina. Ma proprio per difendere questa prospettiva rivoluzionaria, difendiamo Cuba e la sua economia pianificata dai progetti di restaurazione capitalista, coltivati anche da settori di burocrazia oggi al potere. Una economia pianificata che ha garantito protezioni sociali e sanitarie oggi inesistenti non solo in Sud America ma in larga parte del mondo capitalista.
A maggior ragione difendiamo Cuba incondizionatamente dalle minacce e dalle aggressioni dell'imperialismo, a partire dall'imperialismo yankee.

Il fatto che la più grande potenza economica e tecnologica del mondo neghi oggi a Cuba i ventilatori polmonari dà la misura della miseria morale del capitalismo e dell'imperialismo. Non si tratta certo di una forma di attenzione privilegiata per la popolazione americana, abbandonata anzi alla pandemia nelle condizioni peggiori. Si tratta invece della stessa politica odiosa che l'imperialismo USA riserva da un secolo ai popoli oppressi del mondo intero. L'”America first” di Donald Trump l'ha resa solo più odiosa ed evidente.

Gli imperialismi europei, e tra questi l'imperialismo italiano, sono corresponsabili di questa politica. Non solo in virtù dell'Alleanza Atlantica, ma del proprio essere imperialisti, segnati dalla stessa vocazione alla rapina e allo sfruttamento, seppur con forze disponibili minori. L'unico interesse che hanno per Cuba, coi loro deboli distinguo dalla politica USA, è quello che passa per la speranza di partecipare un giorno alla spartizione delle sue spoglie, ritagliandosi il proprio spazio nella restaurazione capitalistica dell'isola.

Difendere Cuba dall'embargo criminale USA e lottare contro l'imperialismo di casa nostra sono dunque due aspetti inseparabili della politica rivoluzionaria. Politica che non ha nulla a che spartire coi sovranismi, tanto più col sovranismo in un paese imperialista.
Partito Comunista dei Lavoratori