Post in evidenza

ELEZIONI REGIONALI DELL’EMILIA ROMAGNA: LE NOSTRE INDICAZIONI DI VOTO

  Domenica 17 e lunedì 18 novembre si terranno le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna. Il nostro Partito non potrà essere presente a qu...

Cerca nel blog per parole chiave

Lo scandalo dei morti fantasma

Un'organizzazione sociale che non protegge i vivi è incapace di rispettare i morti

Pensavamo di aver scandagliato tutte le possibili connessioni tra pandemia e società borghese. Il ruolo delle deforestazioni nel salto di specie; l'interruzione della ricerca scientifica sulla famiglia dei coronavirus da parte delle case farmaceutiche dopo la fine della SARS nel 2003; l'impatto della pandemia su sistemi sanitari smantellati dalle politiche di austerità per finanziare banche e imprese, con la conseguente moltiplicazione dei morti; la ricaduta della crisi sanitaria sull'economia, con una nuova pesante recessione di portata mondiale, che viene scaricata sulle condizioni del lavoro; la condanna di milioni di salariati alla continuità della produzione in fabbrica senza le minime garanzie di sicurezza, peraltro negate agli stessi medici e paramedici; la scelta criminale di non recintare Bergamo e Brescia con la soluzione Codogno sotto la pressione di Confindustria lombarda e dei suoi interessi...

Ma ci siamo sbagliati. Ciò che sta emergendo clamorosamente in questi giorni apre un altro squarcio di verità. Nella bergamasca e nel bresciano, ma anche a Como, a Pavia, in innumerevoli centri minori della Lombardia, si registra un divario impressionante tra i decessi di questi mesi e la media dei decessi nel periodo corrispondente del passato decennio. Città per città, paese per paese, il divario è infinitamente più ampio di quello coperto dai dati ufficiali sui morti per coronavirus. È un dato confermato dai sindaci dei comuni interessati, a partire dal sindaco di Bergamo, e da tutte le indagini in corso a livello giornalistico.
Questo dato ha un solo possibile significato: vi sono complessivamente migliaia di morti per coronavirus non registrati e classificati come tali. Per lo più persone anziane, sole, abbandonate nelle proprie case, senza assistenza e cure dovute. Oppure ospiti di residenze per anziani e case di riposo, per lo più private, assistite da personale sanitario non protetto oltre che insufficiente, e per questo veicolo di contagio e di morte. Persone cui non è stato fatto neppure il tampone per accertare la causa del decesso. Oppure persone di cui è stata accertata la positività ma la cui morte è stata attribuita ad altre cause. “Morti col coronavirus, non per coronavirus” è stata a lungo la formula di copertura della realtà. Una formula ambigua. Se il virus favorisce un infarto mortale è indubbio che la causa del decesso è l'infarto, ma anche che l'infarto non ci sarebbe stato senza il virus. Se un malato oncologico vede precipitare la propria situazione per mano del virus, è indubbio che muore di cancro ma è il virus il fattore agente di quella morte... Tuttavia la formula cattedratica rassicurante serviva a minimizzare e nascondere la verità.

Tanti avevano interesse a nascondere questa verità. Avevano interesse a nasconderla le autorità sanitarie nazionali per edulcorare il fallimento di un sistema sanitario di cui hanno avallato negli anni tagli brutali a non finire. Aveva interesse a nasconderla il governo regionale lombardo, per non rovinare l'immagine del modello sanitario lombardo-veneto più di quanto non sia già rovinata. Avevano interesse a nasconderla le proprietà delle case private di riposo, per il buon nome del proprio marchio (e delle relative rette). Se non fosse che poi la verità si fa strada attraverso le testimonianze dei parenti e del loro dolore. E quando emerge, gli stessi che avevano cercato di nasconderla si mostrano improvvisamente costernati e sorpresi, magari invocando “le dovute indagini” per evitare di esserne sepolti. Ipocrisia su ipocrisia, senza fine.

Resta il fatto che migliaia di persone morte di Covid-19 e non registrate come tali non sono solo un fatto rilevante ai fini statistici per misurare le dimensioni reali dell'epidemia, sopratutto in Lombardia. Misurano anche il cinismo sprezzante di una organizzazione sociale incapace non solo di proteggere i vivi ma persino di conteggiare (e rispettare) i morti.

Ricordiamoci anche di questo per quando tutto sarà finito.
Partito Comunista dei Lavoratori