♠ in 750 miliardi,autonomi,banche,BCE,cassa integrazione,Coronavirus,debito pubblico,Gualtieri,interessi,Lagarde,lavoratori,Lenin at 06:39
19 Marzo 2020
Esultanza generale di governo e opposizioni per la decisione notturna della BCE: nuovi 750 miliardi di acquisti. Governo e maggioranza, sinistra parlamentare inclusa, salutano commossi la ritrovata UE. Salvini e Meloni si allineano obtorto collo. In ogni caso un tripudio generale.
BANCHE COPERTE D'ORO
Ma cosa ha deciso concretamente la BCE, così da meritare questo plauso corale? Forse di sostenere la sanità pubblica dei paesi membri, o di procurare su larga scala gli strumenti di protezione per la popolazione di fronte al contagio, o di proteggere la maggioranza della società europea dalla valanga della crisi sociale? Naturalmente no. Tutto questo “non è nelle competenze della BCE”, ci direbbe con aria compunta e infastidita un qualunque borghese informato. Nelle “competenze della BCE” è invece il finanziare le banche e le imprese del continente, le stesse che per trent'anni hanno saccheggiato ovunque i sistemi sanitari, le pensioni, i salari.
È esattamente quello che a mezzanotte la BCE ha deciso: 750 nuovi miliardi di acquisti a sostegno del mercato finanziario. Acquisti di obbligazioni societarie, in particolare delle grandi imprese che in diversi paesi europei (Francia) ricorrono principalmente a questa forma di finanziamento. E soprattutto acquisti di titoli di Stato, quelli che i diversi paesi della UE emettono a ripetizione, perché hanno detassato per trent'anni i propri capitalisti e dunque si devono finanziare a debito sul mercato finanziario (cioè presso le banche che comprano i titoli). La ragione è semplice: l'acquisto massiccio di titoli riempie di miliardi le banche che li vendono e ostacola nuove impennate dei tassi di interesse, a vantaggio sia delle imprese che ricorrono al credito, sia dei governi che, pagando meno interessi sul debito, possono stornare nuovi miliardi a favore delle imprese. Che sono sempre l'alfa e l'omega di tutto.
Faremo “ogni cosa si riveli necessaria” ha affermato solennemente Christine Lagarde, ripetendo alla lettera le parole di Mario Draghi. Ma non è forse quanto hanno fatto tutte le banche centrali dopo il 2008? Migliaia di miliardi spesi in tutto il mondo per “rilanciare l'economia”, in realtà per nutrire il capitale finanziario, in un vortice interminabile di denaro per il denaro che ha continuato a gonfiare bolle finanziarie e parassitismo dei rentier, mentre si tagliano i posti di lavoro.
Certo un ombrello protettivo particolarmente importante per il capitalismo italiano a causa del suo enorme debito pubblico, un debito cresciuto anche e soprattutto, paradossalmente, proprio per pagare gli interessi sul debito alle banche (70 miliardi annui). Infatti, tassi di interesse troppo alti possono innescare una spirale incontrollabile, e minacciare un default catastrofico. La pezza della BCE giunge dunque al momento giusto.
LE BRICIOLE PER I SALARIATI
Tuttavia, colpisce che mentre si fa “ogni cosa si riveli necessaria” pur di riempire il portafoglio delle banche e delle imprese, nulla di ciò che è necessario viene fatto a favore dei lavoratori. Più precisamente, a favore dei lavoratori si fa solo ciò che è compatibile con ciò che è necessario per i padroni. Questo fa sì che per i salariati restino solo gli spiccioli, persino quando non sembrano tali.
Ad esempio, il governo italiano ha stanziato 4,3 miliardi tra cassa integrazione in deroga e Fondo per l'integrazione salariale. In sé non è una cifra irrilevante. Ma l'esplosione della crisi è talmente profonda e dilagante che persino il giornale di Confindustria (19 marzo) ammette che non è sufficiente a coprire la platea interessata, neppure per la durata di un mese. E questo a fronte di una crisi sociale che avrà una vita molto più lunga del contagio. Tanti salariati si troveranno privati persino di un salario amputato.
Lo stesso vale per i 600 euro una tantum per i lavoratori autonomi. “Tre miliardi stanziati!”, ha pavoneggiato Gualtieri. Ma la platea interessata è talmente vasta (5 milioni di persone) che neppure la miseria di 600 euro una tantum è assicurata. Al punto che nasce l'idea del cosiddetto click day, di una chiusura del rubinetto non appena la cifra è coperta. I più lesti l'avranno e i ritardatari no, tutto dipende da quando hai fatto domanda. Una guerra tra poveri nella miseria generale.
Intanto ai lavoratori e lavoratrici in produzione, spesso costretti a lavorare senza protezioni e sicurezza, si destinano... 100 euro di indennità: un premio miserabile per il rischio vita. O magari semplicemente a chi non sciopera. Ma se una vita vale 100 euro lo sciopero diventa un dovere.
Questa è la “democrazia” borghese. Come diceva Lenin, “un paradiso per i ricchi, una trappola e un inganno per gli sfruttati, i poveri”. Un secolo dopo è una verità intatta, tanto più in tempi di coronavirus.
BANCHE COPERTE D'ORO
Ma cosa ha deciso concretamente la BCE, così da meritare questo plauso corale? Forse di sostenere la sanità pubblica dei paesi membri, o di procurare su larga scala gli strumenti di protezione per la popolazione di fronte al contagio, o di proteggere la maggioranza della società europea dalla valanga della crisi sociale? Naturalmente no. Tutto questo “non è nelle competenze della BCE”, ci direbbe con aria compunta e infastidita un qualunque borghese informato. Nelle “competenze della BCE” è invece il finanziare le banche e le imprese del continente, le stesse che per trent'anni hanno saccheggiato ovunque i sistemi sanitari, le pensioni, i salari.
È esattamente quello che a mezzanotte la BCE ha deciso: 750 nuovi miliardi di acquisti a sostegno del mercato finanziario. Acquisti di obbligazioni societarie, in particolare delle grandi imprese che in diversi paesi europei (Francia) ricorrono principalmente a questa forma di finanziamento. E soprattutto acquisti di titoli di Stato, quelli che i diversi paesi della UE emettono a ripetizione, perché hanno detassato per trent'anni i propri capitalisti e dunque si devono finanziare a debito sul mercato finanziario (cioè presso le banche che comprano i titoli). La ragione è semplice: l'acquisto massiccio di titoli riempie di miliardi le banche che li vendono e ostacola nuove impennate dei tassi di interesse, a vantaggio sia delle imprese che ricorrono al credito, sia dei governi che, pagando meno interessi sul debito, possono stornare nuovi miliardi a favore delle imprese. Che sono sempre l'alfa e l'omega di tutto.
Faremo “ogni cosa si riveli necessaria” ha affermato solennemente Christine Lagarde, ripetendo alla lettera le parole di Mario Draghi. Ma non è forse quanto hanno fatto tutte le banche centrali dopo il 2008? Migliaia di miliardi spesi in tutto il mondo per “rilanciare l'economia”, in realtà per nutrire il capitale finanziario, in un vortice interminabile di denaro per il denaro che ha continuato a gonfiare bolle finanziarie e parassitismo dei rentier, mentre si tagliano i posti di lavoro.
Certo un ombrello protettivo particolarmente importante per il capitalismo italiano a causa del suo enorme debito pubblico, un debito cresciuto anche e soprattutto, paradossalmente, proprio per pagare gli interessi sul debito alle banche (70 miliardi annui). Infatti, tassi di interesse troppo alti possono innescare una spirale incontrollabile, e minacciare un default catastrofico. La pezza della BCE giunge dunque al momento giusto.
LE BRICIOLE PER I SALARIATI
Tuttavia, colpisce che mentre si fa “ogni cosa si riveli necessaria” pur di riempire il portafoglio delle banche e delle imprese, nulla di ciò che è necessario viene fatto a favore dei lavoratori. Più precisamente, a favore dei lavoratori si fa solo ciò che è compatibile con ciò che è necessario per i padroni. Questo fa sì che per i salariati restino solo gli spiccioli, persino quando non sembrano tali.
Ad esempio, il governo italiano ha stanziato 4,3 miliardi tra cassa integrazione in deroga e Fondo per l'integrazione salariale. In sé non è una cifra irrilevante. Ma l'esplosione della crisi è talmente profonda e dilagante che persino il giornale di Confindustria (19 marzo) ammette che non è sufficiente a coprire la platea interessata, neppure per la durata di un mese. E questo a fronte di una crisi sociale che avrà una vita molto più lunga del contagio. Tanti salariati si troveranno privati persino di un salario amputato.
Lo stesso vale per i 600 euro una tantum per i lavoratori autonomi. “Tre miliardi stanziati!”, ha pavoneggiato Gualtieri. Ma la platea interessata è talmente vasta (5 milioni di persone) che neppure la miseria di 600 euro una tantum è assicurata. Al punto che nasce l'idea del cosiddetto click day, di una chiusura del rubinetto non appena la cifra è coperta. I più lesti l'avranno e i ritardatari no, tutto dipende da quando hai fatto domanda. Una guerra tra poveri nella miseria generale.
Intanto ai lavoratori e lavoratrici in produzione, spesso costretti a lavorare senza protezioni e sicurezza, si destinano... 100 euro di indennità: un premio miserabile per il rischio vita. O magari semplicemente a chi non sciopera. Ma se una vita vale 100 euro lo sciopero diventa un dovere.
Questa è la “democrazia” borghese. Come diceva Lenin, “un paradiso per i ricchi, una trappola e un inganno per gli sfruttati, i poveri”. Un secolo dopo è una verità intatta, tanto più in tempi di coronavirus.