Il coronavirus e la ricerca scientifica
Si è soliti dipingere il coronavirus come "il cigno nero", l'evento catastrofico assolutamente imprevedibile che cambia il quadro d'insieme. È inesatto. Indubbiamente la nuova grave epidemia ha un impatto enorme su scala internazionale, ed in particolare in Italia. Ma era talmente poco imprevedibile che una parte della comunità scientifica aveva previsto la sua eventualità.
Sono diciotto anni infatti che imperversa una stessa famiglia di virus, con epidemie che si accendono, si spengono, si riaccendono, a seconda delle mutazioni del virus, senza che vengano rintracciate cure. Prima la SARS del 2002/2003, poi la MERS del 2012 in Medio Oriente, ora il SARS-CoV-2 (Covid-19).
Già, ma perché non vengono rintracciate cure? Lo spiega candidamente la Goldman Sachs in un rapporto del 10 aprile 2018, dal titolo “Rivoluzione del genoma”. «Esistono terapie dei mali "non sostenibili per il business delle case farmaceutiche" Questo perché il giorno in cui si trova il rimedio definitivo [...] il "pool" dei malati scende e i guadagni crollano. L'esempio portato è quello dell'epatite C» (Il Fatto Quotidiano, 5 marzo). Scoperto il farmaco risolutivo, il numero dei malati crollò, e l'azienda che aveva investito nel farmaco, la Gilead Sciences, andò praticamente in rovina. «Il cancro è "meno rischioso". Mancando cure risolutive "il pool dei malati resta stabile": un vantaggio per Big Pharma» (FQ), conclude candidamente lo studio della Goldman. Difficile essere più chiari. È la confessione di un crimine.
Così è andata per il coronavirus. Dopo la fine dell'epidemia della SARS, il virologo francese Bruno Canard e la sua equipe di ricercatori previde il ritorno dell'epidemia nella forma di una "SARS due", a partire dalla diffusione della sua famiglia virale, la stessa del Covid-19. «Ma il nostro appello è rimasto inascoltato, le ricerche si sono fermate, e ora si vorrebbe trovare d'incanto vaccino e medicine per il coronavirus. Ma i programmi seri di ricerca non si improvvisano. Richiedono spesso un decennio» (Le Monde, 4 marzo).
Tutto chiaro. In tutto il mondo la ricerca scientifica pubblica è stata tagliata, e appaltata alle case farmaceutiche. E la ricerca delle case farmaceutiche segue unicamente il profitto a breve, in contrasto col senso e coi tempi della ricerca scientifica. Non si poteva descrivere meglio la natura cinica del capitalismo. Una associazione a delinquere che non può essere riformata, può essere solo rovesciata.
Sono diciotto anni infatti che imperversa una stessa famiglia di virus, con epidemie che si accendono, si spengono, si riaccendono, a seconda delle mutazioni del virus, senza che vengano rintracciate cure. Prima la SARS del 2002/2003, poi la MERS del 2012 in Medio Oriente, ora il SARS-CoV-2 (Covid-19).
Già, ma perché non vengono rintracciate cure? Lo spiega candidamente la Goldman Sachs in un rapporto del 10 aprile 2018, dal titolo “Rivoluzione del genoma”. «Esistono terapie dei mali "non sostenibili per il business delle case farmaceutiche" Questo perché il giorno in cui si trova il rimedio definitivo [...] il "pool" dei malati scende e i guadagni crollano. L'esempio portato è quello dell'epatite C» (Il Fatto Quotidiano, 5 marzo). Scoperto il farmaco risolutivo, il numero dei malati crollò, e l'azienda che aveva investito nel farmaco, la Gilead Sciences, andò praticamente in rovina. «Il cancro è "meno rischioso". Mancando cure risolutive "il pool dei malati resta stabile": un vantaggio per Big Pharma» (FQ), conclude candidamente lo studio della Goldman. Difficile essere più chiari. È la confessione di un crimine.
Così è andata per il coronavirus. Dopo la fine dell'epidemia della SARS, il virologo francese Bruno Canard e la sua equipe di ricercatori previde il ritorno dell'epidemia nella forma di una "SARS due", a partire dalla diffusione della sua famiglia virale, la stessa del Covid-19. «Ma il nostro appello è rimasto inascoltato, le ricerche si sono fermate, e ora si vorrebbe trovare d'incanto vaccino e medicine per il coronavirus. Ma i programmi seri di ricerca non si improvvisano. Richiedono spesso un decennio» (Le Monde, 4 marzo).
Tutto chiaro. In tutto il mondo la ricerca scientifica pubblica è stata tagliata, e appaltata alle case farmaceutiche. E la ricerca delle case farmaceutiche segue unicamente il profitto a breve, in contrasto col senso e coi tempi della ricerca scientifica. Non si poteva descrivere meglio la natura cinica del capitalismo. Una associazione a delinquere che non può essere riformata, può essere solo rovesciata.