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Studente di istituto professionale indirizzo meccanico di La Spezia
costretto a 40 giorni di prognosi per frattura alla tibia dovuta ad un muletto
ribaltatosigli addosso, presso un' azienda specializzata nella revisione e
riparazione di motori nautici e industriali. Quattro studentesse minorenni
molestate sessualmente più volte dal tutor esterno in un centro estetico di
Monza, a luglio scorso. Studenti e studentesse camerieri gratis in varie catene
di fast food e non solo, a lavorare all' Ilva di Taranto, a volantinare e
pulire bagni per 12 ore e senza pausa, a spillare birre...
Il governo Gentiloni e la Ministra Fedeli riconfermano un modello che
dai tempi della riforma Moratti nel 2005 passando per la Gelmini nel 2010
diventa finalmente obbligatorio grazie alla Buona Scuola l. 107/2015: non solo
una scuola dell' obbligo classista ed elitista disegnata sull' esigenze del
mercato, con docenti precari con contratti bloccati da quasi otto anni, tagli
al budget etc, ma anche soprattutto la legalizzazione dello sfruttamento dello
studente medio direttamente sul mercato del lavoro, in linea con le premesse
del Jobs Act e grazie all' ultima finanziaria.
L' ALTERNANZA SCUOLA- LAVORO: ENNESIMA FACCIA DELL' UBERIZZAZIONE
CONTRO I GIOVANI.
Accanto alla situazione disastrosa che coinvolge gli studenti
universitari fra tirocini e stage fra il sommerso e l' illegale, nonché fra il lavoro gratuito
e, in generale, accanto alla situazione dei giovani inseriti, privi di mezzi e
tutele con stipendi da fame e zero potere contrattuale, nel mercato del lavoro,
grazie ai contratti di apprendistato made in Jobs Act, lavori a chiamata,
contratti a tutele crescenti, lo sfruttamento 3.0 dei riders fattorini di
Deliveroo, Foodora, Just Eat e altri … Quest' anno l' offensiva continua con l'
obbligo definitivo di svolgere c.d. percorsi di alternanza scuola -lavoro per
tutte le studentesse e gli studenti del triennio delle scuole superiori
italiane. Un milione e mezzo circa di giovani, soprattutto minorenni dovranno
dedicare a questa ''parte del percorso formativo'' 200 ore, nei licei, e 400
ore, rispettivamente negli istituti tecnici e professionali. Ma non saranno i
primi.
Infatti già nell’anno scolastico 2014/2015
gli studenti partecipanti erano 273.000 e il 54% delle scuole aderiva all'
alternanza. Nel 2015/2016 i numeri sono aumentati a 652.641 studenti. Gli istituti rientranti nel progetto sono
saliti fino al 96%. Si sono moltiplicati i casi da 11.585 a 29.437.
Rispetto solamente agli allievi dell' ultimo anno,
se fra il 2014/2015 erano 89.752 in
alternanza, quest' anno rientreranno nell' obbligo previsto dalla Buona Scuola
ben 455.062 iscritti su 502.725, ovvero il 90, 6 % del totale delle classi
terze, per cui sono stati stanziati 100 milioni l' anno dalla legge 107/2015.
Per avere un' ulteriore idea, basti guardare i
numeri per indirizzo, fra licei, istituti tecnici e istituti professionali :
rispettivamente dai 12.371 del 2014/2015 ai 227.308 quest' anno, da 31.592 a
140.699 oggi, fino ai 45.789 dei
professionali che attualmente sono diventati 87.055.
Come si può notare, l' incremento é
significativo : dalla sua introduzione facoltativa via via allargata e
divenuta obbligatoria, l' alternanza scuola lavoro indica la volontà di
istituzionalizzare in maniera fortemente elusiva i diritti sociali e le tutele
dei lavoratori dipendenti ; in breve, qualsiasi tipo di rapporto di lavoro
normato. Lo studente in alternanza realizza su carta, legalizza, lo stadio
ultimo ideale del Jobs Act : zero contratto, zero tutele, zero rimborsi,
zero sindacato, zero retribuzione, in balia totale dell' esigenze dei padroni,
a scapito dell' istruzione pubblica obbligatoria e del diritto allo studio. L'
ennesima manna dal cielo del governo a favore delle imprese in corsa per il
profitto.
Ma come funziona nello specifico l' alternanza
scuola- lavoro?
Ebbene, si é visto che l' istituto si é modellato
in qualche anno, ma la sostanza non é cambiata: si tratta di un c.d. progetto
formativo che si distingue dallo stage e dal tirocinio, come dall'
apprendistato che comporta infatti un contratto di lavoro; lo studente in
alternanza non é mai un lavoratore, nè é
equiparato ad un lavoratore minore nel caso, più frequente, sia minorenne. Non
essendo un rapporto di lavoro contrattualizzato, lo studente é merce di scambio
fra istituzione scolastica e impresa, le quali stipulano tra loro, studente
escluso, una Convenzione relativa alle forme con cui questo percorso dovrà
svolgersi, rendendo di fatto l' impresa irresponsabile direttamente rispetto
allo studente. Tutor interno alla scuola e tutor esterno nell' ente di
riferimento sono le due figure in capo alle quali si ha un ibrido poco chiaro
fra potere disciplinare, di controllo e direttivo, che in realtà si configura
in un asset autoritario, incontrovertibile e incontestabile su cui lo studente
ha zero potere contrattuale : assume semplicemente che se sgarra é fuori,
con buona pace di qualsiasi possibilità di esercitare diritti sindacali sul
luogo di lavoro per contestare le sue condizioni, di qualsiasi tipo di
indennità, già lavorando gratis, nonché sobbarcandosi eventuali conseguenze in
termini di andamento scolastico.
Infatti lo studente, o chi per lui se minorenne, si
trova a prendere atto del percorso prestabilito da altri (scuola e azienda)
attraverso una semplice declaratoria di presa visione, il Patto Formativo, e la
possibilità di scegliere per lui stesso, per il suo diritto allo studio,
termina così. Doveri di puntualità, obbedire in generale alle direttive dei
responsabili di quelle che la Buona Scuola definisce ''strutture ospitanti'',
ma soprattutto rispettare gli obblighi in materia di fedeltà aziendale, segreti
aziendali e privacy. In breve, e non é difficile capirlo, si tratta di lavoro
nero, gratis, anche sfruttamento minorile per azzerare i costi dei datori di
lavoro, poiché si tratterebbe a tutti gli effetti di lavoro dipendente
mascherato, gratis e sotto- inquadrato, ovvero si avrebbero in astratto
elementi, dal lato normativo, ricorrenti in contratto di lavoro
subordinato. Dal punto di vista
normativo quindi, in termini di diritto del lavoro, vi é una elusione illegale
totale: paradossalmente, si dovrebbe riconoscere a tutti gli studenti,
minorenni inclusi, lo status di lavoratori dipendenti, o meglio, come minimo,
una paga... Il lavoro o é retribuito o non può essere.
Dal punto di vista educativo, le mansioni che si
affidano arbitrariamente a questi studenti non rispondono alle loro esigenze
formative, ancora di più, ma ai bisogni dei padroni, sulla base di esclusive
valutazioni di profitto. Non a caso poi, l' alternanza si svolge spesso in
estate (8 volte su 10), sulla base di offerte <> di privati
(81% delle esperienze) o piccole o medie imprese interpellate direttamente dai
dirigenti scolastici.
JOBS ACT E BUONA SCUOLA : L' ALTERNANZA
SFRUTTAMENTO STUDENTI- LAVORATORI
L' aumento progressivo del numero degli studenti
coinvolti e quindi l' allargamento dell' obbligo, e l'
aumento dei percorsi attivati, oltre che delle strutture ricettive, in breve,
la definitiva istituzionalizzazione dell' alternanza scuola- lavoro, non sono
casuali, nè tantomeno sono per il bene
educativo degli studenti, come il governo vuole farci credere, ma
conseguenze derivanti da specifici
fattori economici e poi di natura previdenziale.
Innazitutto il governo Renzi con la legge
finanziaria del 2016 ha previsto incentivi finanziari per le aziende a questo
fine, ciò che ha appunto comportato un incremento del +139% degli studenti
partecipanti e del 41% delle aziende, diventate 149.795. L' importo dei voucher
ed annessi incentivi per le imprese vincitrici, é infatti stabilito del bando
istituito presso le Camere di commercio italiane a braccetto con il MIUR, e
varia in funzione dei percorsi di alternanza attivati presso l' ente stesso.
Tale politica di favore alle imprese é stata il
motore che ha permesso di consolidare il legame tra il MIUR e il mercato,
nonché di dare definitivamente vita all'
alternanza scuola- lavoro, visto l' impegno del Ministero a partire dall'
ottobre 2016, con la promozione di un incontro ''Campioni di alternanza'' con
16 aziende, ordini professionali, associazioni del terzo settore e PA per un
totale di tredici settori coinvolti (servizi, digitale, automotive, alimentare,
ristorazione, finanziario, distribuzione, logistica, abbigliamento, arte e
cultura, giuridico, manifatturiero, energia) per sancire una partneship con le
scuole per l' attivazione di 27mila percorsi. Enti ''campioni di alternanza''
coinvolti nell' accordo con il MIUR: prima di tutti McDonald's, che ha promesso
10 mila percorsi per studenti in 500 locali sul territorio. McDonald's ha circa
20 mila dipendenti in Italia in condizioni vessatorie e l' ingresso di 10mila
studenti a lavorare gratis, di certo comporterà delle conseguenze in termini di
licenziamenti e aggravamento ulteriore dello status dei suoi dipendenti. Per
definire ulteriormente la finalità di profitto a costo zero che nulla a che
vedere con un arricchimento formativo per uno studente, gli altri soggetti
erogatori sono, oltre a McDonald's: Accenture,
Bosch, Consiglio Nazionale Forense, COOP, Dallara, ENI, Fondo Ambiente
Italiano, FCA, General Electric, HPE, IBM, Intesa Sanpaolo, Loccioni, Poste
Italiane e Zara.
Non a caso tutte imprese
e/o multinazionali non certo famose per essere modelli lavorativi ed economici
educativi verso i più basilari principi costituzionali che invocano diritti
sociali e sindacali, ma che, anzi, negli ultimi anni e all' ora attuale, hanno
visto e vedono i lavoratori (dalla logistica ai metalmeccanici passando per il
pubbligo impiego e i trasporti) scendere in piazza in asprissime vertenze
e durature lotte contro licenziamenti,
taglio al welfare aziendale nelle indennità, nei sussidi, nei fondi pensioni e
assicurativi, contro la repressione sindacale e politica, nel rigetto di accordi
capestri... non ''Campioni di alternanza'', ma semmai ''Campioni di
sfruttamento''.
Ecco in realtà un' altra
ragione per cui si capisce come e perché, secondo il MIUR, l' obiettivo per il
secondo anno di obbligo dovrebbe appunto arrivare a 1.150.000 di studenti in
alternanza durante questo anno scolastico e 1,5 milioni a regime : per
inserire forza lavoro già isolata e priva di mezzi di critica, grazie al modello autoritario
della Buona Scuola, ''vergine'', a fronte di una classe lavoratrice che, nonostante
i rapporti di forza globalmente sfavorevoli all' ora attuale, dopo un
congelamento della protesta contro il Jobs Act a causa della politica complice
delle direzioni sindacali, dà sempre più fastidio perché, in realtà, si
dimostra capace di invertire la tendenza e, attraverso la forza dell'
autorganizzazione, dà vita a innumerevoli mobilitazioni politiche e economiche
sparse nel paese, da ultimo all' Ilva di Genova.
Ma il mondo studentesco
non si é dimostrato complice con il mercato contro i lavoratori, come lo
dimostra la giornata di mobilitazione nazionale indetta il 13 ottobre,
importantissimo inizio affinché ci si doti di strumenti, teorici e pratici, per
denunciare e rigettare l' alternanza scuola- lavoro in quanto abuso e attacco
diretto contro il diritto allo studio e ad un' istruzione libera e gratuita,
accessibile a tutti.
Il secondo fattore, di
natura previdenziale, tocca un aspetto cruciale della condizione in cui lo
studente in alternanza si trova, ovvero la salute. Lo studente beneficia,
secondo Convenzione e Patto Formativo, delle tutele (parzialmente) e dei doveri
(interamente), responsabilità, connessi al d.lgs. 81/2008 TU sulla salute e
sulla sicurezza sul lavoro in attuazione dell' art. 1 della legge 123/2007 in
materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro, pur non avendo alcun rapporto di lavoro con l'
impresa presso cui svolge l' alternanza e ciò infatti solleva diverse
obiezioni, alla luce della realtà attuale delle cose.
Il MIUR, fino al 2016,
ha previsto l' obbligo a carico delle singole scuole di formare gli studenti
prima dello svolgimento del percorso in materia di sicurezza, norme
infortunistiche e privacy sui luoghi di lavoro. La formazione a questi fini, in
materia di licenza e retribuzione, non é però stata definita
contemporaneamente, rispetto ai docenti e/o al personale scolastico. Le scuole
si sono naturalmente trovate spesso e
volentieri impreparate di fronte a tale obbligo, penalizzando i lavoratori e
gli studenti: con la presenza di corsi di formazione erogati da privati e/o
Camere di commercio, i c.d. ''Alternanza day'', a carico economicamente delle
scuole e degli studenti stessi, se non anche, sempre, a discapito dell'
apprendimento in classe. Lavori gratis e ti formi a pagamento.
Per non parlare del
frangente assicurativo: esclusa la convenzione fra istituzione scolastica e
INAIL e regime annesso relativamente alla frequentazione degli ambienti
scolastici, per i primi due anni di alternanza non vi era nulla più rispetto al
d.lgs. 81/2008 a tutela (formale) degli studenti. Lavori gratis, ti formi a
pagamento e non hai coperture sufficienti contro gli infortuni, né conoscenze
adeguate per tutelarti. Il lavoro o é sicuro o non é.
Un accordo di
partenariato INAIL- MIUR é arrivato con la circolare 44 del 21 novembre 2016
per chiarire rispetto ai criteri per la trattazione dei casi di infortunio (e
connessi aspetti contributivi). Dopo oltre un anno di buio, in cui le
studentesse e gli studenti, oltre che i docenti, sono stati abbandonati a loro
stessi, quando gli abusi e gli infortuni gravissimi sono stati e sono all'
ordine del giorno e di cui le sole e uniche vittime sono gli studenti. Per
formarti, per lavorare non devi rischiare la pelle.
Tuttavia, questa
circolare resta lacunosa e non risolve il problema, anzi: non fornisce
indicazioni sulla tutela rispetto alle parti dell' alternanza che si svolgono
all' esterno della scuola e nei casi di percorsi svolti all' estero. Infatti
manca una tutela degli studenti in itinere, ovvero durante gli spostamenti da
casa verso il soggetto ospitante, l' azienda e viceversa, quando si tratti di
attività svolte al di fuori della scuola; non vi é copertura assicurativa
prevista in caso di infortunio, come non vi sono rimborsi previsti relativi ai
costi di spostamento, dei trasporti, sempre a carico degli studenti. Da questo
discende inoltre che le famiglie potrebbe attivare contenziosi contro la
scuola. Non devi pagare per lavorare, nè tantomeno per lavorare gratis e
sottoposto/a ad ogni genere di rischio.
Sulla realizzazione di
corsi di formazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, l'
accordo arriva tardi...In questo anno di applicazione della Buona Scuola sono
stati appunto numerosissimi i casi di corsi di formazione erogati a costi
enormi da società di consulenza o singoli professionisti, di denunce di
pacchetti formativi effettuati ammassando più classi in solo ambiente, etc.
In sostanza, gli
studenti non hanno ricevuto una conoscenza essenziale, di qualità e utile, in
più dovendo sostenere costi esorbidanti, insieme alle scuole.
Resta perciò fermo il
fatto che l' INAIL ha escluso un modello specifico di realizzazione dei corsi
riferito agli studenti in regime di alternanza scuola- lavoro.
Rispetto alla tutela
anti-infortunistica, in analogia con la normativa generale, questa si applica
per i rischi legati ad attività svolta in ambiente di lavoro, inteso come non
solamente il luogo fisico del soggetto ospitante, ma anche ''un eventuale
cantiere all'aperto o un luogo pubblico, purché in essi si svolga un progetto
di alternanza scuola-lavoro”.
Rispetto alle
prestazioni che l' INAIL eroga, in caso di infortuni e/ o malattie
professionali, le principali sono : economiche (indennizzo del danno
biologico in capitale per menomazioni integrità psicofisica pari o superiori al
6%, rendita per menomazioni di grado superiore al 16%, assegno per l'
assistenza personale continuativa, integrazione della rendita, rimborso spese
per farmaci e rimborso viaggi e soggiorno per cure termali e soggiorni
climatici), sanitarie (prime cure ambulatoriali, accertamenti medico- legali) e
protesiche (fornitura di protesi, ortesi e ausili).
Emerge che gli studenti
non hanno diritto all' indennità per inabilità temporanea assoluta.
Ma soprattutto la
responsabilità dell' azienda in caso di infortunio e malattia professionale
degli allievi, dove sta ?
In questo caso, infatti,
lo studente deve denunciare l' infortunio al dirigente scolastico o al soggetto
incaricato nella convenzione tra scuola e soggetto ospitante. Se lo studente comunica l' infortunio solo all'
azienda, quest' ultima deve notificarlo al dirigente scolastico. E' compito suo
infatti presentare denuncia all' INAIL di infortunio sul lavoro e di malattia
professionale degli studenti in alternanza scuola- lavoro. Di conseguenza é l' INAIL che può agire in
rivalsa sull' azienda.
Infatti sulla carta,
solo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, lo studente in alternanza
dovrebbe essere equiparato in tutto e per tutto ad un lavoratore
dipendente ; ma, nei fatti, abbiamo visto che non é così.
A carico dell' azienda
si configura l' adempimento di almeno tre obblighi fondamentali, prima di
inserire lo studente nell' organizzazione produttiva: la sorveglianza
sanitaria, per verificare l' idoneità alla mansione o comunque l' idoneità a
essere impiegato in un determinato contesto professionale e ambientale; la
formazione relativa ai rischi generali e specifici dell' azienda ; la
consegna dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) necessari e
sufficienti per assicurare allo studente la possibilità di svolgere la sua
esperienza in assoluta sicurezza (tipo guanti, casco etc.)
Rispetto alla
sorveglianza sanitaria, l' azienda ne é, in pratica, totalmente esonerata,
visto che le linee guida del Ministero dell' Istruzione prevedono la stipula di
accordi in merito affinché gli adempimenti del caso si considerino assolti per
il datore grazie ad una semplice visita medica preventiva, da affidare al
medico competente dell' istituzione scolastica, ovvero alla ASL. Rispetto alla
formazione, si veda sopra, in quanto viene rilasciata in maniera generica,
quindi inutile a livello teorico, con costi a carico di scuole e studenti, con
zero riscontri pratici. In linea con il dato nazionale, secondo cui in Italia
l' investimento aziendale in termini di prevenzione é a livelli minimi se non
inesistente, visti i numeri degli infortuni e delle morti sul lavoro. Non sono
fatalità.
La previsione resta
quindi di dubbia portata in quanto, come ci dimostra l' infortunio quasi
mortale subito da studente minorenne a La Spezia, le azienda speculano in
maniera folle sugli allievi in termini di rischi appunto, assegnando mansioni
assolutamente inutili dal lato formativo ed estremamente pericolose, inadatte
sotto ogni punto di vista, dando ampio sfogo a profili di illegalità penale (ammesso
anche solo che, per guidare un carrello elevatore, lo studente avrebbe dovuto,
come minimo, possedere una patente apposita che mancava, come mancavano
evidentemente i Dpi e la formazione relativa all' uso del mezzo). Come ci
dimostra il caso pugliese degli studenti mandati all' Ilva di Taranto, per non
parlare dello stabilimento di Genova. Un' impresa, quella dell' Ilva, che
minaccia da ultimo minimo 4000 esuberi e dove i lavoratori conducono da diversi
anni lotte contro condizioni di lavoro disumane
e licenziamenti.
Si ricordi ancora che,
come sottolineato in precedenza, gli studenti non hanno in nessun caso diritto
all' indennità per inabilità temporanea assoluta nel campo delle prestazioni
erogate dall' INAIL.
Tutto ciò quando il
mercato italiano vede, nel 2017, un aumento delle morti sul lavoro del 5, 2
% e zero prevenzione: secondo i dati di
settembre, per la prima volta da 25 anni, infatti, infortuni e morti denunciati
aumentano nei primi sette mesi dell' anno. 591 morti in sette mesi, significa
quasi tre al giorno. Di cui la gran parte (431) ha perso la vita sul posto di
lavoro, gli altri 160 (in forte crescita) durante il tragitto dall' abitazione
al cantiere o alla fabbrica.
Inoltre, e questo varrà
chiaramente anche per gli studenti in alternanza con montante da specificarsi, bisogna dire
che l' indennizzo dall' Inail (per i lavoratori in genere pari a metà della
retribuzione) é legato alla dimostrazione, prova a carico del
lavoratore/studente, che l' infortunio sia legato al lavoro svolto. E' inoltre
necessario essere iscritti all' INAIL prima di perdere la vita. Per i
lavoratori viene quindi di solito riconosciuto un 65% dei casi denunciati.
Secondo l' Osservatorio indipendente di Bologna che monitora gli infortuni
mortali, in teoria, dei numeri del 2017 calcolati fino a settembre, si ipotizza
che solo 380 degli incidenti mortali saranno indennizzabili. Come dire che il
35%-40% di queste morti non esista, innanzitutto perché i lavoratori non sono
iscritti all' Inail o sono in nero.
A fronte della realtà
italiana dove non esiste di base la sicurezza di fabbriche e cantieri e le
imprese non investono nella prevenzione tout court, il costo, in termini di
salute in primis, ricade solo sullo studente lanciato in un mercato del lavoro
dominato da una logica dei profitti oggi più che mai feroce. Dove il Jobs Act
che, in linea con la politica liberista del Pacchetto Treu di questi ultimi
venti anni, ha fornito il seguente
quadro di cui l' alternanza scuola- lavoro é solo l' ultimo tassello: precariato,
zero diritti, attacco alla possibilità di scioperare, retribuzioni da fame,
lavoro gratuito, dequalificazione, investimenti solamente in incentivi per le
aziende in vista dell' abbassamento del costo del lavoro, ovvero degli studenti
e dei lavoratori.
STUDENTI CHE LAVORANO
GRATIS E LAVORATORI LICENZIATI: ZERO TUTELE E MASSIMO DEI PROFITTI.
L' alternanza scuola
lavoro, la Buona Scuola é quindi l' ennesimo regalo al padronato italiano, dopo
il Jobs Act. Il costo per gli studenti e per i lavoratori é altissimo in
termini di salute, di formazione, istruzione, di diritti sociali e sindacali.
La posta in gioco é troppo alta per restare a guardare la stessa offensiva
padronale che colpisce tutti e tutte e per questo la risposta deve essere
unitaria.
Il padronato italiano,
sgravato da costi e responsabilità, sfrutta tutta la forza- lavoro disponibile
per vessarla e mantenerla in condizione di ricatto : la prese in carico di
studenti a lavorare gratis, a fronte di licenziamenti di personale, comunque precario,
ma ritenuto troppo costoso.
Abbattere i costi,
aumentare i profitti e, per farlo, abbattere i diritti, ridurre la formazione,
per avere forza- lavoro disorganizzata, divisa e non istruita.
Dal lato degli studenti,
nel quadro dell' alternanza- scuola lavoro, il padronato sfrutta la logica
dell' uberizzazione: l' auto- realizzazione, la c.d. acquisizione di competenze
e strategie produttive per accrescere la propria formazione, volta ad
incentivare una filosofia individualista, che con la pretesa generazionale,
divide. Secondo cui l' obiettivo dello studente, asservito in realtà al mercato
il cui interesse é massimizzare il valore del prodotto, non di chi lo produce,
é la schermata dell' auto- imprenditorialità. L' auto- imprenditorialità come
obiettivo spacciato dall' economia liberista, alla quale l' istruzione pubblica
si piega, nasconde invece realtà di estremo sfruttamento e precarizzazione,
come appunto nel caso dei riders di Foodora, spesso universitari, comunque
quasi tutti giovani, la cui consegna in Italia é pagata 3,60 euro netti, con
spese di manutenzione bici e divise a carico loro, senza premi malattie e
indennizzi e coperture sanitarie/ assicurative: sono infatti auto-
imprenditori. Per cui la realtà della gig economy attuale cosa dimostra veramente?
Che il sogno dell' uberizzazione, dell' auto- imprenditorialità di cui l'
alternanza scuola- lavoro viene impregnata, significa produzione dell'
isolamento dei lavoratori, impossibilità di esercitare diritti sindacali, di
fare sciopero, non essendo formalmente dipendenti da contratto e sottoposizione
a rischi a livello di sicurezza e salute a livelli altissimi. Il tutto nella
totale esenzione, irresponsabilità della azienda, contro cui legalemente per
esempio é non possibile impugnare un licenziamento, non essendoci da contratto
un rapporto di lavoro subordinato. Non a caso, emerge che l' unico contenzioso
lavoristico verificatosi contro Foodora, in Italia, a Torino, sia quello per
riconoscere che ricorrono tutti i presupposti perché il rapporto di lavoro
venga riconosciuto come subordinato.
Tutto ciò riesce a dare
ancora un altro esempio pratico della portata base che assume l' alternanza
scuola- lavoro, ma con contorni, nello specifico, aggravati: in quanto non vi é
retribuzione nemmeno a cottimo, é gratuita e non é considerata in alcun modo
rapporto di lavoro che sia dipendente o autonomo o finto autonomo. E questo non
é un' ''esperienza '' che
lo studente deve fare.
FUORI IL JOBS ACT DALLE
SCUOLE E DAI POSTI DI LAVORO !
Contrastare tutto questo
significa opporsi alla divisione fra gli studenti, alla divisione fra studenti
e lavoratori che i padroni vogliono imporci, quando invece tutti subiamo lo
stesso attacco che si concretizza in un presente di precarietà assoluta e
disoccupazione, che supera in peggio e in termini quantitativi, perché tocca
tutta la classe, la cosiddetta generazione no future.
Questo significa
solamente una cosa: é necessario unirsi, attraverso assemblee generali,
comitati di mobilitazione, in manifestazioni per rigettare Jobs Act e Buona
Scuola e i loro effetti devastanti in soli due anni, come faccia di un' unica
medaglia, per rilanciare un movimento contro l' offensiva padronale. Tutto ciò
é possibile, come é stato dimostrato dal maggio 2015 quando il movimento degli
insegnanti e degli studenti si é mobilitato contro la Buona Scuola, costituendo
uno dei momenti di lotta più grandi contro il governo Renzi, e uno dei più
importanti da decenni.
A questo serve lo
strumento dello sciopero generale, e la giornata del 13 ottobre contro l'
alternanza scuola- lavoro, il lavoro gratuito, per un' istruzione garantita a
tutti e tutte, può essere l' occasione per intraprendere questa strada, fino ad
una nuova data di lotta che sia in piazza con i lavoratori, a partire appunto
dallo sciopero generale del 27 ottobre. Una data nata complessivamente dalla
stessa esigenza: per garantire il diritto universale alla salute, all' abitare,
alla scuola, alla mobilità pubblica e tutele reali di reddito ; per la
pensione a 60 anni o con 35 anni di contributi, per l' abolizione della legge
Fornero ; contro il TUR 10 gennaio 2014 ; contro la guerra e le spese
militari ; per aumenti salariali, riduzione dell' orario di lavoro, per
investimenti pubblici in ambiente e territorio ; per difendere il diritto di
sciopero dalle leggi che lo vincolano; per abolire le disuguaglianze salariali,
sociali, economiche, di genere e quelle nei confronti degli immigrati ;
per fermare le privatizzazioni e le liberalizzazioni.
Rifiutiamo l' alternanza
scuola- lavoro tutti insieme, per l' autorganizzazione degli studenti e dei
lavoratori della scuola e dei lavoratori e degli studenti nei luoghi di lavoro,
per la libertà di scegliere e di decidere sulla nostre condizioni di studio,
vita e lavoro secondo i nostri bisogni e necessità, non secondo il
mercato !
Fuori il Jobs act dalle scuole e dai posti di lavoro!
Marta Positò