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COMUNICATO STAMPA: DOPO MEROLA,IL MEROLA BIS: CAMBIANO I SENATORI-ASSESSORI, MA LA MUSICA E' SEMPRE QUELLA

L'ennesimo sgombero di famiglie senza tetto da uno stabile di Mura di Porta Galliera, con gran dispiegamento di camionette di "forze dell'ordine" ,dovrebbe far riflettere chi ancora non aveva capito che Merola non è certo l'uomo dei ceti più deboli. Da decenni i sindaci di Bologna godono dell'appoggio dei poteri forti della città:banchieri e cementieri.

Anche in questa occasione Merola non si è smentito. Da anni va dicendo che la "legalità" deve essere rispettata a tutti i costi, cosicché magistratura,prefetto e questore lo prendono in parola,mettendolo alla prova. E lui, per bocca della nuova assessora alle politiche abitative, rilancia:nessuna occupazione rimarrà impunita,tutte verranno sgomberate.

Aspettiamo impazienti il piano-casa che Merola promette da anni( della serie "chi l'ha visto?"). Intanto giace nel più completo sfacelo il patrimonio pubblico in disuso(le ex caserme,ad esempio), che aspetta soltanto di essere svenduto al miglior offerente. Non sia mai che al Sindaco venga in mente di ristrutturarlo e riadattarlo,per costruirci alloggi a canone concordato o che i palazzi dell'ACER,che cadono a pezzi,vengano messi in condizioni abitative decenti!

La politica di Merola ormai è diventata quella della "precarietà permanente" per tutti coloro che non hanno la fortuna di avere abbastanza soldi da potersi permettere di sborsare canoni esosi, mentre godono i cementieri, che spesso rispondono ai nomi di grosse cooperative aderenti a Legacoop e le grandi immobiliari che possono permettersi il lusso di tenere sfitte le case per non abbassare i prezzi degli affitti. Solo l'esproprio senza indennizzo di cementieri ed immobiliari può garantire una politica abitativa che tenga conto dei ceti più disagiati,che Merola sicuramente non rappresenta. 
 
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione di Bologna

CENTO ANNI - STORIA E ATTUALITA’ DELLA RIVOLUZONE COMUNISTA



MERCOLEDI’ 13 LUGLIO ORE 21

AL CIRCOLO BARRICATA 71

IN VIA SANT’ISAIA, 71 - BOLOGNA

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI RECENTISSIMA PUBBLICAZIONE:

CENTO ANNI


 
 
STORIA E ATTUALITA’ DELLA RIVOLUZONE COMUNISTA

Di Marco Ferrando
Interrogando i cento anni che separano l’oggi dai fatti del 1917, Marco Ferrando indaga il cammino e l’evoluzione della lotta di classe, riflettendo sulle sue conquiste come sulle sue sconfitte all’interno di un libro unico nel suo genere: una storia sociale e politica completamente dedicata al movimento dei lavoratori di tutto il mondo che, malgrado il trascorrere del tempo, continua a non avere nulla da perdere. A parte, s’intende, le proprie catene (in collaborazione con il Partito Comunista dei Lavoratori).
Con Marco Ferrando
intervistato da
Alfredo Pasquali di Radio Città Fujiko
 
 
 
 

CONTINUA LA REPRESSIONE PADRONALE: NON SI FERMERANNO LE LOTTE OPERAIE!


A seguito della lotta degli operai Stemi-Artoni e Astercoop per il miglioramento delle proprie condizioni di lavoro e poi per il reintegro dopo un licenziamento politico di massa, continua la campagna di repressione della lotta operaia a Cesena, a grande richiesta di Artoni e Coop Adriatica.
Tre militanti del PCL a dicembre 2015 avevano ricevuto dei fogli di via e a marzo erano stati colpiti dalla solita persecuzione politica, sotto forma di denunce per la partecipazione alla lotta dei lavoratori Stemi-Artoni,ora archiviate.
A nemmeno un mese di distanza dal proscioglimento di lavoratori, sindacalisti e militanti solidali alla lotta dei lavoratori Stemi-Artoni per il reintegro sul posto di lavoro, a seguito dell’accusa di violenza privata e altri reati, tre giorni fa sono state recapitate altre due notifiche di citazione a giudizio per i picchetti dell’ottobre-novembre 2015. Ancora una volta, vengono colpiti dalla repressione giudiziaria i lavoratori, i loro rappresentanti sindacali e i militanti che hanno sostenuto in prima persona la loro lotta, i loro picchetti. Tra questi, alcuni militanti del PCL emiliano-romagnolo e diversi compagni del collettivo Studenti Rivoluzionari di Bologna.
Si tratta di un gravissimo atto di repressione e l’intento è chiaro: tagliare le gambe ai lavoratori, privarli del sostegno e della solidarietà di altri lavoratori, privarli della rappresentanza sindacale.
Non è la prima e non sarà l’ultima denuncia che colpirà i militanti del PCL: chi lotta per la rivoluzione sa di dover subire la repressione di chi comanda e di chi sfrutta, perché mina le basi di questa società governata da un pugno di industriali e banchieri.
Il PCL ribadisce il proprio impegno: non ci faremo intimidire dalla repressione dei capitalisti e saremo come sempre accanto agli operai in lotta a Cesena come in tutta Italia.
Partito Comunista dei Lavoratori – Emilia-Romagna