Il PCL aderisce e partecipa alle manifestazioni contro la guerra
promosse per il 12 marzo, in continuità con le iniziative del 16
gennaio.
Abbiamo lavorato sull'appello, chiedendo e ottenendo la rimozione di
ogni passaggio che potesse sottintendere, fosse pure implicitamente,
una posizione di tipo “campista” (di sostegno alla Russia di Putin,
all'Iran e ad Assad). Perché una simile posizione avrebbe subordinato il
movimento contro la guerra ad uno schieramento di potenze in guerra.
Laddove è per noi fondamentale che il movimento contro la guerra si
ponga in contrapposizione a tutti gli interessi imperialisti e a tutte
le politiche di potenza, anche tra loro confliggenti, assumendo come
unico riferimento le ragioni sociali e democratiche dei lavoratori e
delle masse oppresse di ogni paese.
L'impostazione ottenuta ha favorito l'allargamento del fronte
promotore a soggetti che non avevano partecipato alle manifestazioni del
16 gennaio (come Sinistra Anticapitalista). Un allargamento unitario
che consideriamo positivo.
L'appello presenta ugualmente genericismi, e alcuni richiami da cui
dissentiamo: come il riferimento ad un'Italia “neutrale” quale fattore
di “pace”. L'Italia è un paese imperialista, tra paesi e potenze
imperialiste. Nessun imperialismo può essere fattore di pace, quale che
sia la sua collocazione diplomatica, perché si fonda sull'oppressione
diretta o indiretta di altri popoli. Solo il rovesciamento
dell'imperialismo, e dunque del capitalismo su cui si fonda, può
liberare uno scenario di vera pace. Che è inseparabile
dall'emancipazione e liberazione da ogni oppressione.
Tuttavia, il limite pacifista dell'appello non cancella la sua
valenza positiva e progressiva. Tanto più a fronte dei possibili
preparativi di guerra in Libia, e della tragica continuità della
macelleria siriana.
Poniamo semmai l'esigenza di allargare il fronte
della mobilitazione contro la guerra, fuori da ogni logica minoritaria,
per trasformarlo in un fattore politico capace di incidere sullo
scenario italiano. Per questo abbiamo proposto e proponiamo la ricerca
attiva di una convergenza unitaria nella mobilitazione anche con forze e
associazioni dell'"integralismo pacifista" (Zanotelli), così come con
forze del movimento operaio e della sinistra, politica e sindacale. Per
questo proponiamo comitati unitari contro la guerra che, nel rispetto
delle diversità di posizioni e del loro confronto, siano capaci di
aggregare in ogni territorio il fronte di mobilitazione più vasto.
In ogni mobilitazione il PCL porterà il profilo complessivo della
propria proposta indipendente: classista, internazionalista, socialista.
Di seguito, il testo dell'appello per il 12 marzo
Mobilitiamoci il 12 marzo in tutto il paese
Il nostro paese è in guerra. Questo è il primo fatto chiaro che va
denunciato e su cui vogliamo chiamare alla mobilitazione per rompere il
muro di bugie della propaganda del circo mediatico di regime.
Siamo in guerra, assieme alla NATO e a tutto il cosiddetto
Occidente, da 25 anni. Nonostante i milioni di morti, le devastazioni e
le migrazioni bibliche provocate da questi interventi, il nostro come
gli altri governi progettano e organizzano nuove imprese militari.
Queste nuove imprese sono però inserite in un quadro diverso, nella
Grande Crisi che attraversa il mondo da quasi dieci anni, nelle
crescenti frizioni che questa crisi sta determinando tra poli e blocchi
mondiali. Non sono più semplicemente guerre neocoloniali di espansione e
stabilizzazione, ma si stanno trasformando in guerre di egemonia e
sopravvivenza. In questo contesto, in questa competizione tra potenze,
si determinano le guerre per procura successive alle primavere arabe: il
massacro siriano, l’espansione dell’IS, la frammentazione della Libia,
con i suoi fronti confusi e sempre in cambiamento.
La loro guerra, come dimostrano i fatti di Parigi, torna anche nelle
nostre città, nella nostre strade, nei nostri luoghi di ritrovo. Le
loro guerre non solo producono miseria, morte e sconvolgimenti sociali
che sono la causa dell’esodo migratorio, ma stanno rendendo l’Europa e
il nostro paese una caserma autoritaria, dove gli spazi di libertà e di
agibilità democratica vengono drasticamente ridotti. La Francia ha
costituzionalizzato uno stato d’emergenza che colpisce libertà
fondamentali, nate in quel paese. Paese ove ora per legge si toglie la
cittadinanza a chi è accusato di terrorismo e ha origini etniche e
religione diverse da quelle dei cittadini “puri”. Torna in Europa così
il razzismo di stato, mentre in Danimarca per legge si rapinano i
profughi scesi dai barconi e la Svezia si prepara ad espellere, cioè a
deportare verso fame e morte, 80000 migranti.
L’Unione Europea in guerra produce orrore e lo usa per giustificare
sia la distruzione della democrazia sia le politiche di austerità. Si
possono sforare i criminali vincoli del fiscal compact per comprare
armi, ma non per costruire ospedali o scuole. UE e NATO, austerità e
guerra sono oramai la stessa cosa.
Noi esprimiamo solidarietà e sostegno a tutti i popoli oppressi in
lotta, a partire da quello curdo e palestinese, ma rifiutiamo la guerra e
il coinvolgimento del nostro paese in essa.
Invece la decisione del governo Renzi di preparare e prima o poi
fare la guerra in Libia ci espone a tutti i rischi terribili che abbiamo
visto realizzarsi in altri paesi. Sempre più pesanti e costose sono le
nostre missioni militari all’estero, da ultima quella di 1000 militari
in Iraq, anche a protezione di affari privati. Intanto il nostro
territorio viene militarizzato e avvelenato dagli strumenti di guerra.
Si installano nuove terribili bombe termonucleari, si installano radar
nocivi, si inquinano intere aree, si organizzano esercitazioni che
mettono in prima linea intere città. Si comprano bombardieri e altre
armi di distruzioni di massa mentre le si commercia in tutto il mondo.
Tutto il nostro paese è sempre più coinvolto nei danni, nei costi e
nei nuovi crescenti rischi della guerra. Per questo bisogna mobilitarsi
prima che si troppo tardi, per fermare la guerra e le politiche di
distruzione della democrazia e dei diritti sociali che l’accompagnano.
Bisogna farlo con tutta la forza e la determinazione possibili nel caso
in cui l’Italia fosse per la quinta volta nella sua storia trascinata in
una sciagurata guerra in Libia. Ma in ogni caso bisogna costruire una
resistenza che risponda all’assuefazione alla guerra che ci stanno
somministrando.
È necessaria una mobilitazione diffusa e permanente contro la guerra
esterna e contro la guerra sociale interna che banche, multinazionali,
interessi industrial militari vogliono imporci. Bisogna che l’Italia
esca dalla NATO, alleanza che oggi non ha più alcuna giustificazione
politica e morale.
Manifestiamo per :
- La fine immediata di ogni partecipazione italiana alle guerre in
corso, con il ritiro delle truppe da esse e il ripristino dell’articolo
11 della Costituzione.
- Lo smantellamento delle basi e delle servitù militari, il rispetto
del trattato di non proliferazione nucleare, la fine del commercio
delle armi.
- L’uscita dell’Italia dalla Nato e da ogni alleanza di guerra.
L’Italia deve diventare un paese neutrale per contribuire alla pace.
- La fine delle politiche persecutorie e xenofobe contro i migranti.
- La fine delle politiche di austerità e del sistema di potere UE che le impone.
- La cancellazione delle leggi sicuritarie che in tutta Europa nel
nome della guerra al terrorismo stanno costruendo uno stato di polizia.
IL 12 MARZO IN TUTTA ITALIA MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA DI FRONTE ALLE BASI E ALLE SEDI DELLA GUERRA
COORDINAMENTO CONTRO LA GUERRA, LE LEGGI DI GUERRA, LA NATO
PROMOTORI:
Aldo Silvano Giai, Nicoletta Dosio, Fulvio Perini, Alberto Perino,
Bianca Riva, Cellerina Cometto, Mira Mondo, Eugenio Cantore, Eleonora
Cane, Claudio Cancelli, Valentina Cancelli, Domenico Bruno, Franco
Olivero Fugera, Italo Di Sabato, Valentina Colletta, Emanuele D’Amico,
Danilo Ruggieri, Manuela Palermi, Ernesto Screpanti, Nella Ginatempo,
Fabio Frati, Fabrizio Tomaselli, Stefano Zai, Giorgio Cremaschi,
Gianpietro Simonetto, Emiddia Papi, Mauro Casadio, Aldo Romaro, Paola
Palmieri, Francesco Olivo, Michele Franco, Sergio Cararo, luigi
Marinelli, Franco Russo, Ugo Boghetta, Sandro Targetti, Bruno Steri,
Leonardo Mazzei, Francesco Piccioni, Marco Santopadre, Selena
Difrancescoantonio, Marco Tangocci, Giovanni Bacciardi, Vasapollo
Luciano, Valter Lorenzi, Antonio Allegra, Dino Greco, Beppe Corioni,
Moreno Pasquinelli, Guido Lutrario, Loretta Napoleoni, Gualtiero Alunni,
Anastasi Dafne, Nico Vox, Carlo Formenti, Dario Filippini, Antonella
Stirati, Maria Pia Zanni, Lorenzo Giustolisi, Sabino Derazza, Enzo
Miccoli, Loredana Signorile, Mara Manzari, Roberto Vallocchia, Monica
Natali, Luca Massimo Climati, Laura Scappaticci, Patrick Boylan, Sergio
Bellavita, Ezio Gallori
Movimento NO TAV, Piattaforma Sociale Eurostop, Unione sindacale di
Base, Centro Sociale 28 Maggio Brescia, Ross@, Campagna Noi Restiamo,
Fronte Popolare, Noi Saremo Tutto, City Strike Genova NST, Collettivo
Putilov Firenze, Rete NoWar, Economia per i Cittadini, Contropiano,
Partito Comunista d’Italia, Rifondazione comunista Molfetta, Programma
101, Rete dei Comunisti, Associazione per la ricostruzione del Partito
Comunista, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista dei
Lavoratori, NO MUOS Milano, Comitato Difesa Sociale Cesena, Circolo
agorà di Pisa, Comitato NO GUERRA NO NATO Brescia, Area Opposizione
Cgil, Sinistra Anticapitalista, Carc
A Bologna:
Corteo regionale
con concentramento alle ore 15 in Piazza S.Francesco