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La disgustosa farsa della concordia nazionale che presenta l’Italia tutta raccolta dietro lo sventolare dei tricolori per fare fronte comune contro la pandemia non ha potuto rimuovere il dato di un sistema di ruberie e di operazioni affaristiche che, anche in questa drammatica circostanza, ha alimentato indegne speculazioni contro la salute pubblica.
Clamorosa è la vicenda delle tangenti sugli appalti delle forniture sanitarie che ha coinvolto i vertici della sanità siciliana.
In Sicilia è stato scoperto un giri di tangenti nella sanità, del valore di 600 milioni di euro. Un vero e proprio terremoto che ha coinvolto numerosi manager pubblici e imprenditori, al coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 Antonino Candela al direttore generale dell’ASP di Trapani Fabio Damiani, accusati di reati ben noti: corruzione, istigazione alla corruzione, appropriazione indebita, rivelazione di segreto d ufficio ecc.
Le indagini hanno permesso di portare alla luce un vero e proprio centro di potere composto da politici, imprenditori, faccendieri; insomma cose note e manifeste.
La sanità pubblica e quella privata, convenzionata da oltre un trentennio, sono il settore che non conosce crisi; immune a qualsiasi terremoto economico-finanziario.
In questi anni lo hanno capito dirigenti sanitari corrotti (da Duilio Poggiolini in poi), lo hanno capito ex ministri (dal ministro della sanità Francesco De Lorenzo), medici senza scrupoli (Michele Summa e Giuseppe Poletti), politici corrotti (Formigoni e Ottaviano Del Turco), ma l’hanno capito soprattutto le organizzazioni criminali che investono da anni in questo settore i loro soldi sporchi, per poi beneficiare attraverso loro prestanome di guadagni esponenziali e puliti.
Soprattutto la sanità privata, cui è stata demandata la funzione della nuova accumulazione capitalistica, ha trovato nella complicità politica, attraverso il sistema delle convenzioni, la sua peculiarità di scambio: accreditamento-gestione di centinaia di miliardi pubblici-tangenti-voto elettorale.
Il cerchio del malaffare è chiuso in questo paradigma ben noto e funzionale.
Ecco che il capitale, il profitto, l'aziendalizzazione della salute, i manager della razionalizzazione, gli imprenditori della peggior specie entrano dalla porta principale nell’unico settore che oggi consente di fare profitto e rendita a due cifre di percentuale.
E chi sono oggi i padroni della salute (privata) gestita con questo modello di connivenze e di malaffare, di sfruttamento di un'intera categoria di professionisti?
Sono i vecchi e nuovi capitalisti ben noti, che vanno da De Benedetti ai fratelli Rocca, Giampaolo Angelucci, Emmanuel Miraglia, Giuseppe Rotelli, la famiglia Garofalo; sono loro che si spartiscono un business che in Italia vale centinaia di miliardi di euro.
E non ultima la Chiesa, che gestisce tra fondazioni, ordini religiosi e diocesi, centinaia di strutture sanitarie accreditate al sistema sanitario nazionale che non sono tenute a rendere pubblici i propri bilanci.
Sanità, politica, soldi e criminalità organizzata: un mix diffuso e vincente.
Gli appalti nella sanità, soprattutto privata, sono pilotati a favore delle ditte dei prestanome o ditte “vicine” a camorra, mafia, 'ndrangheta, non solo nel meridione ma in tutto il paese. Gli strumenti di persuasione si sono affinati, non si usa più la violenza, la lupara. Si utilizza la corruzione, più efficace e che riscuote più successo; non più spietati killer, ma dirigenza ben istruita e capace.
Sono ben note le inadempienze contrattuali che esistono in questo settore (nel silenzio più totale delle burocrazie sindacali). Per massimizzare i profitti, da anni vi è un attacco ai diritti e garanzie dei lavoratori impiegati nella sanità privata, un attacco al costo e al valore del lavoro, con contratti mai applicati o mai rinnovati (il contratto della sanità privata è scaduto da quattordici anni, una vergogna). Sempre nella sanità privata è partito l'attacco al contratto nazionale, dove si è inaugurato il dumping contrattuale, economico e normativo (nel più assoluto silenzio di CIGL, CISL e UIL: una vergogna).
Solo una rinnovata stagione di lotta, che sappia unire e radicalizzare queste vertenze, indicando in un nuovo modello di sanità pubblico, gratuito, universale, equo, potrà riscattare i tanti, le migliaia di lavoratori e cittadini che mai come in questo periodo hanno sacrificato tutto, finanche la vita.
Li hanno chiamati eroi: solo retorica e ipocrisia, frutto di questo sistema politico economico fallimentare. Erano lavoratori e cittadini, e proprio per questo noi comunisti, partito dei lavoratori, abbiamo il dovere, la responsabilità politica e morale di riscattarli da questo sfruttamento che è il fondamento dell’arricchimento capitalistico.
Ma oltre a questo episodio si è sviluppata una catena di scandali e di latrocini inqualificabili. Irene Pivetti è stata pesantemente coinvolta in una vicenda di forniture farlocche di mascherine. Sempre sulle mascherine si è assistito alla speculazione e all’imboscamento di enormi quantità di questi fondamentali strumenti di protezione per aggirare il prezzo di produzione calmierato di 50 centesimi deciso dal commissario Arcuri, e al contemporaneo sviluppo di un mercato nero lucroso e fiorente.
Allucinante è poi lo spreco di 21 milioni di euro per la realizzazione dell’ospedale anti-Covid della fiera di Milano, in grado di assicurare solo 25 posti di ricovero. Questa operazione, che ha visto la riesumazione del dottor Bertolaso ai vertici della protezione civile in Lombardia, arricchisce lo scenario della catastrofe di una sanità in mano ai privati, una sanità che in questa regione ha sulle spalle il peso di migliaia di morti, soprattutto anziani. (In ogni caso, i dati della pandemia a livello nazionale sono sottostimati rispetto alla sua reale diffusione.)
Indegna poi è stata la vicenda dei tamponi dati ai privati, con una punta scandalosa verificatesi in Calabria, dove è stato sottoposto a tampone neanche l’1% della popolazione. Indegna perché questo gioco al ribasso è stato finalizzato a ridimensionare i dati della diffusione della pandemia per consentire una rapida e avventurosa apertura, con il conseguente rischio di una nuova catastrofe della sanità.
Tutto ciò in un paese che vive oltre che un’emergenza sanitaria uno spaventoso collasso economico, con speculatori e mafiosi che soprattutto nel Sud mettono le mani sull’Italia.
Come PCL ribadiamo la necessità di nazionalizzare senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori il settore della sanità privata, di avviare una patrimoniale progressiva sulle grandi proprietà, di colpire le banche e il loro ruolo vampiresco, di annullare il debito pubblico, di finirla con spese militari e realizzazioni di grandi opere pubbliche.
Deve finire l’ipocrisia. La sinistra di opposizione deve farsi ancor più sentire, deve cessare il clima di passività sindacale. Ai lavoratori deve essere fatto capire che solo un governo diretto da loro può impedire che la pandemia sfoci nella reazione. Il quadro offerto in questa fase dal capitalismo reale rende suicida qualsiasi altra strada.
Clamorosa è la vicenda delle tangenti sugli appalti delle forniture sanitarie che ha coinvolto i vertici della sanità siciliana.
In Sicilia è stato scoperto un giri di tangenti nella sanità, del valore di 600 milioni di euro. Un vero e proprio terremoto che ha coinvolto numerosi manager pubblici e imprenditori, al coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 Antonino Candela al direttore generale dell’ASP di Trapani Fabio Damiani, accusati di reati ben noti: corruzione, istigazione alla corruzione, appropriazione indebita, rivelazione di segreto d ufficio ecc.
Le indagini hanno permesso di portare alla luce un vero e proprio centro di potere composto da politici, imprenditori, faccendieri; insomma cose note e manifeste.
La sanità pubblica e quella privata, convenzionata da oltre un trentennio, sono il settore che non conosce crisi; immune a qualsiasi terremoto economico-finanziario.
In questi anni lo hanno capito dirigenti sanitari corrotti (da Duilio Poggiolini in poi), lo hanno capito ex ministri (dal ministro della sanità Francesco De Lorenzo), medici senza scrupoli (Michele Summa e Giuseppe Poletti), politici corrotti (Formigoni e Ottaviano Del Turco), ma l’hanno capito soprattutto le organizzazioni criminali che investono da anni in questo settore i loro soldi sporchi, per poi beneficiare attraverso loro prestanome di guadagni esponenziali e puliti.
Soprattutto la sanità privata, cui è stata demandata la funzione della nuova accumulazione capitalistica, ha trovato nella complicità politica, attraverso il sistema delle convenzioni, la sua peculiarità di scambio: accreditamento-gestione di centinaia di miliardi pubblici-tangenti-voto elettorale.
Il cerchio del malaffare è chiuso in questo paradigma ben noto e funzionale.
Ecco che il capitale, il profitto, l'aziendalizzazione della salute, i manager della razionalizzazione, gli imprenditori della peggior specie entrano dalla porta principale nell’unico settore che oggi consente di fare profitto e rendita a due cifre di percentuale.
E chi sono oggi i padroni della salute (privata) gestita con questo modello di connivenze e di malaffare, di sfruttamento di un'intera categoria di professionisti?
Sono i vecchi e nuovi capitalisti ben noti, che vanno da De Benedetti ai fratelli Rocca, Giampaolo Angelucci, Emmanuel Miraglia, Giuseppe Rotelli, la famiglia Garofalo; sono loro che si spartiscono un business che in Italia vale centinaia di miliardi di euro.
E non ultima la Chiesa, che gestisce tra fondazioni, ordini religiosi e diocesi, centinaia di strutture sanitarie accreditate al sistema sanitario nazionale che non sono tenute a rendere pubblici i propri bilanci.
Sanità, politica, soldi e criminalità organizzata: un mix diffuso e vincente.
Gli appalti nella sanità, soprattutto privata, sono pilotati a favore delle ditte dei prestanome o ditte “vicine” a camorra, mafia, 'ndrangheta, non solo nel meridione ma in tutto il paese. Gli strumenti di persuasione si sono affinati, non si usa più la violenza, la lupara. Si utilizza la corruzione, più efficace e che riscuote più successo; non più spietati killer, ma dirigenza ben istruita e capace.
Sono ben note le inadempienze contrattuali che esistono in questo settore (nel silenzio più totale delle burocrazie sindacali). Per massimizzare i profitti, da anni vi è un attacco ai diritti e garanzie dei lavoratori impiegati nella sanità privata, un attacco al costo e al valore del lavoro, con contratti mai applicati o mai rinnovati (il contratto della sanità privata è scaduto da quattordici anni, una vergogna). Sempre nella sanità privata è partito l'attacco al contratto nazionale, dove si è inaugurato il dumping contrattuale, economico e normativo (nel più assoluto silenzio di CIGL, CISL e UIL: una vergogna).
Solo una rinnovata stagione di lotta, che sappia unire e radicalizzare queste vertenze, indicando in un nuovo modello di sanità pubblico, gratuito, universale, equo, potrà riscattare i tanti, le migliaia di lavoratori e cittadini che mai come in questo periodo hanno sacrificato tutto, finanche la vita.
Li hanno chiamati eroi: solo retorica e ipocrisia, frutto di questo sistema politico economico fallimentare. Erano lavoratori e cittadini, e proprio per questo noi comunisti, partito dei lavoratori, abbiamo il dovere, la responsabilità politica e morale di riscattarli da questo sfruttamento che è il fondamento dell’arricchimento capitalistico.
Ma oltre a questo episodio si è sviluppata una catena di scandali e di latrocini inqualificabili. Irene Pivetti è stata pesantemente coinvolta in una vicenda di forniture farlocche di mascherine. Sempre sulle mascherine si è assistito alla speculazione e all’imboscamento di enormi quantità di questi fondamentali strumenti di protezione per aggirare il prezzo di produzione calmierato di 50 centesimi deciso dal commissario Arcuri, e al contemporaneo sviluppo di un mercato nero lucroso e fiorente.
Allucinante è poi lo spreco di 21 milioni di euro per la realizzazione dell’ospedale anti-Covid della fiera di Milano, in grado di assicurare solo 25 posti di ricovero. Questa operazione, che ha visto la riesumazione del dottor Bertolaso ai vertici della protezione civile in Lombardia, arricchisce lo scenario della catastrofe di una sanità in mano ai privati, una sanità che in questa regione ha sulle spalle il peso di migliaia di morti, soprattutto anziani. (In ogni caso, i dati della pandemia a livello nazionale sono sottostimati rispetto alla sua reale diffusione.)
Indegna poi è stata la vicenda dei tamponi dati ai privati, con una punta scandalosa verificatesi in Calabria, dove è stato sottoposto a tampone neanche l’1% della popolazione. Indegna perché questo gioco al ribasso è stato finalizzato a ridimensionare i dati della diffusione della pandemia per consentire una rapida e avventurosa apertura, con il conseguente rischio di una nuova catastrofe della sanità.
Tutto ciò in un paese che vive oltre che un’emergenza sanitaria uno spaventoso collasso economico, con speculatori e mafiosi che soprattutto nel Sud mettono le mani sull’Italia.
Come PCL ribadiamo la necessità di nazionalizzare senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori il settore della sanità privata, di avviare una patrimoniale progressiva sulle grandi proprietà, di colpire le banche e il loro ruolo vampiresco, di annullare il debito pubblico, di finirla con spese militari e realizzazioni di grandi opere pubbliche.
Deve finire l’ipocrisia. La sinistra di opposizione deve farsi ancor più sentire, deve cessare il clima di passività sindacale. Ai lavoratori deve essere fatto capire che solo un governo diretto da loro può impedire che la pandemia sfoci nella reazione. Il quadro offerto in questa fase dal capitalismo reale rende suicida qualsiasi altra strada.