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"Il giovane Karl Marx" di R. Peck

Teoria e militanza in scena per un film entusiasmante

"Il giovane Karl Marx" di Raoul Peck è un'opera didattica ed entusiasmante, capace di utilizzare il cinema nella sua forma più matura e utile alla trasmissione di emozioni, passioni, conoscenze e coscienza. 
A 200 anni dalla nascita di Karl Marx e a 170 dalla pubblicazione del Manifesto del partito comunista, non poteva esserci tributo migliore ai due genitori del materialismo dialettico e del comunismo scientifico, capace di restituire al pubblico l'immagine militante e passionale della battaglia teorica e politica di Marx ed Engels"

«Il cinema svaga, educa, colpisce la fantasia con immagini e ti libera dal bisogno di varcare la porta della chiesa. Il cinema è un grande concorrente non solo dell'osteria ma anche della chiesa. È uno strumento che dobbiamo assicurarci a tutti i costi!» (L.Trotsky, tratto da "Vodka, chiesa e cinema", apparso su Pravda, 12 Luglio 1923)

"Il giovane Karl Marx" di Raoul Peck è un'opera didattica ed entusiasmante, capace di utilizzare il cinema nella sua forma più matura e utile alla trasmissione di emozioni, passioni, conoscenze e coscienza.
A 200 anni dalla nascita di Karl Marx e a 170 dalla pubblicazione del Manifesto del partito comunista, non poteva esserci tributo migliore ai due genitori del materialismo dialettico e del comunismo scientifico, capace di restituire al pubblico l'immagine militante e passionale della battaglia teorica e politica di due rivoluzionari che hanno segnato la storia fino ai giorni nostri, fornendo al movimento dei lavoratori e al movimento socialista gli strumenti fondamentali per comprendere la società e lottare per trasformarla.

Il film accompagna la maturazione di Karl Marx fino alla pubblicazione del Manifesto del partito comunista, mettendo in scena la lotta aspra e instancabile del filosofo tedesco a partire dagli articoli sulla Gazzetta Renana – con il celebre pezzo sulla repressione dei proletari raccoglitori di legna secca in difesa della proprietà privata dei possidenti – e dalla polemica con la sinistra hegeliana, composta di intellettuali idealisti, fino allo scontro con i "comunisti" utopisti incapaci di fornire al movimento dei lavoratori gli strumenti della critica e dello smascheramento dell'economia capitalistica e dello sfruttamento, per contrapporre agli astratti principi di pace e fratellanza il rivoluzionario approccio fondato sull'asprezza della lotta di classe per il potere del proletariato sulla base dell'analisi materialista dialettica.

In tutto questo percorso prende la scena il ruolo fondamentale della sincera amicizia con Friederich Engels, il cui apporto di analisi e il sostegno materiale furono fondamentali per far compiere il salto di qualità alla critica di Marx, e dell'amore passionale con la moglie Jenny von Westphalen, che si pose al fianco del filosofo di Treviri rinunciando agli agi nobiliari della propria famiglia per sostenere il suo lavoro politico nonostante la miseria, la difficoltà economica costante e la continua lotta alla censura e alla repressione poliziesca che li costringerà a non poche fughe e esili – "sono scappata dalla noia mortale... non c'è felicità senza rivolta"-.

Nel complesso, il regista è in grado di fornire allo spettatore un'immagine reale e concreta delle difficoltà esistenziali che accompagnarono la vita di filosofi militanti che hanno saputo cambiare la Storia – con la S maiuscola, la non secondaria battaglia con loro stessi, le difficoltà economiche, le rocambolesche fughe dalla polizia, i loro dubbi, le contraddizioni legate all'estrazione borghese delle proprie famiglie per mettersi al servizio della causa del proletariato mondiale.
Non da meno è il pregio, entro gli stretti tempi cinematografici, di saper dare vita agli articoli, agli opuscoli, ai libri e alla generale battaglia teorica e di idee calandoli nella concretezza della battaglia militante e della lotta di classe. In poche parole il regista è in grado di rappresentare e dare forma al concetto marxiano della filosofia della prassi, per fornire al movimento dei lavoratori le necessarie "idee forti" per saper indirizzarne gli sforzi verso la prospettiva rivoluzionaria. Nel percorso di questo film si incontrano così anche i principali personaggi storici con cui Marx ed Engels si trovarono a confrontarsi, mettendo in mostra come lo scontro e la battaglia con gli altri mostri della teoria avesse inevitabili e immediate conseguenze nella capacità di incidere sulla società e sul movimento reale: l'idealismo hegeliano di Bauer, l'astrattismo anarchico di Proudhon, l'approssimazione arrogante di Bakunin, l'utopismo cristiano-liberale di Weitling e della Lega dei Giusti.

In questi scontri emergono anche i tratti delle personalità dei protagonisti che il regista abilmente sa fornire nei brevi scambi di battute e negli aspri dibattiti politici, mettendo in mostra come l'arroganza, la provocatorietà, il cinismo e l'asprezza dei caratteri dei due rivoluzionari fossero comunque al servizio di una strategia e di una tattica che sapeva fondersi con la passione per un unico grande fine: la liberazione del proletariato e della società dall'abominevole sfruttamento capitalistico, in poche parole, la rivoluzione comunista.

Il regista afferma: «Piuttosto che ricreare l’ennesimo film d’epoca, l’obiettivo è stato quello di concentrarsi sul ricreare un’atmosfera - la frenetica realtà di un’epoca - per far meglio immergere il pubblico nell’Europa degli anni Quaranta dell’Ottocento: la durezza delle fabbriche inglesi, l’estrema indigenza e sporcizia delle strade di Manchester (simili a quelle di una baraccopoli), l’apparente calore degli interni parigini (residenze di lusso, librerie, etc…), e l’energia della gioventù desiderosa di cambiare il mondo, il tutto combinato insieme per illustrare i primi anni delle enormi disuguaglianze. (...) Prima ancor di aver raggiunto i trent’anni, Karl Marx e Friedrich Engels avevano già indubbiamente iniziato a cambiare il mondo, nel bene o nel male. 
Tutto quello che questo film intende far vedere si trova proprio lì, nella gioventù e nella rivoluzione delle idee».
Possiamo quindi affermare che Peck abbia ampiamente raggiunto questo obiettivo e che sia riuscito, anzi, a fare anche di più.

Ci sentiamo quindi di consigliare caldamente la visione di questo film a chiunque senta dentro di sé la necessità di lottare per una società più giusta e a chiunque si ritenga un militante rivoluzionario, cercando di riverberarne la conoscenza al più ampio pubblico possibile. Opere di questo tipo, infatti, hanno la capacità di entusiasmare e ridare nuova linfa alle idee e alla prassi rivoluzionaria, trasformano la memoria in emozione e spinta per il presente, fondendo arte e impegno per la causa degli sfruttati e delle sfruttate, trasformandosi in una straordinaria arma didattica e di formazione anche per le giovani generazioni a cui vengono imposte nozioni asettiche, decontestualizzate, spogliate delle passioni e delle battaglie collettive che vi stanno alla base per nasconderne l'inevitabile attualità e necessità anche ai giorni nostri.
Cristian Briozzo