Volantino del PCL sullo sciopero dei metalmeccanici del 20 aprile
20
aprile. In piazza per lo sciopero indetto da FIOM, FIM, e UILM.
Contro Federmeccanica.
Il padronato, infatti,
sta tentando di smantellare definitivamente il CCNL: vogliono un
salario minimo di garanzia (comprensivo di tutte le voci e di tutte
le sue componenti, solo per il 5% dei lavoratori e delle
lavoratrici), per concentrare stipendio e controllo del lavoro negli
accordi aziendali; vogliono generalizzare il modello
Marchionne,
introducendo pure un tetto, per frenare anche la possibilità (dove
possibile) di conquistare qualcosa in più nelle fabbriche.
Scioperare è giusto,
ma oggi non è chiara la piattaforma. Su che base infatti è
costruita questa nuova unità tra FIOM, FIM, e UILM? Nessuno sa più
quali sono le richieste per cui si sciopera e i vertici sindacali
stanno già trattando, senza mandato, sulla piattaforma di
Federmeccanica.
Non è allora con
queste 4 ore di lotta, senza obbiettivi, che si può fermare questo
attacco ai diritti ed ai salari di lavoratori e lavoratrici. Un
attacco che parte dai nuovi rapporti di forza creati dal Jobs Act
(libertà di licenziamento, telecontrollo e demansionamento), su cui
tutti i sindacati hanno ceduto lo scorso anno, compresa la stessa
FIOM che ha interrotto nel vuoto la mobilitazione. Un attacco che
prepara il terreno alla revisione del sistema contrattuale, grazie ai
poteri che Renzi spera di conquistare con il plebiscito
Costituzionale in autunno.
Eppure in questi mesi
le lotte nelle fabbriche si sono moltiplicate: Ilva, Gela,
Castelfrigo, UPS, SAME, ecc. Lotte talvolta sotto il segno della
divisione, talvolta sotto quello dell’unità. Troppo spesso,
comunque, lotte disperse. La resistenza può avvenire solo con la
ricomposizione, come sta succedendo in Francia in questi settimane
contro il Job Act di Hollande.
Per questo serve
ricostruire un vasto fronte contro governo e padronato, che inneschi
un movimento di lotta determinato e prolungato.
Per questo bisogna
però esser conseguenti. La FIOM oggi non lo è. Mentre chiama allo
sciopero, infatti, ha smobilitato la lotta contro il modello
Marchionne
in FCA (sostenuto da FIM e UILM, oggi in piazza tutti insieme). Ha
smobilitato il conflitto sull’organizzazione del lavoro, su turni,
straordinari, sfruttamento. Infatti, Landini ha promosso un
procedimento disciplinare contro i delegati FIOM degli stabilimenti
del centro sud, che per mesi hanno lottato contro gli straordinari
comandati. Non perché questi scioperi non funzionassero. Ma proprio
perché davano fastidio. Ad esempio a Termoli, un corteo interno ha
costretto FCA a sospendere i sabati comandati. Nello stesso tempo,
per rivalsa, ha tolto il distacco a Sergio Bellavita, coordinatore
della minoranza FIOM e CGIL, reprimendo pluralismo e dissenso
interno.
Riprendere
la lotta è giusto, ma questa lotta deve essere chiara e determinata.
Le piattaforme presentate da FIOM, FIM, e UILM sono insufficienti:
bisogna superare questa disastrosa unità al ribasso. Si devono
quindi mettere in campo tutte le forze per sviluppare un programma
adeguato allo scontro in atto contro padronato e governo.
RICOMPONIAMO UN GRANDE FRONTE DI INIZIATIVA
CONTRO MARCHIONNE FEDERMECCANICA E RENZI!