♠ in Benevento,Capo del Corpo,concorsi,elezione,Lupo,mazzette,par condicio,prevenzione incendi,Procuratore,RSU,scandali,UIL,Vigili del Fuoco at 02:37
Introdurre cariche elettive e forme di potere dei lavoratori!
Una serie di scandali ha coinvolto il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in questo ultimo periodo. Questa volta le testate giornalistiche anziché parlare di “angeli del soccorso” hanno raccontato di delinquenti. Si tratta di una brutta pagina per il corpo più amato in Italia.
Il 12 giugno scatta la fase finale della maxi attività investigativa, della Guardia di Finanza, denominata “Par condicio”, durata per quasi due anni e partita da una intercettazione telefonica relativa a un altro procedimento. Il vaso di Pandora è aperto. 118 persone indagate, quasi tutti pubblici ufficiali tra i vari corpi dello stato, per, al momento, 53 episodi contestati. L'affare è quello dei concorsi pubblici, non solo per Vigili del Fuoco, ma anche per quelli per la Polizia di Stato, per l'Arma dei Carabinieri e per la Guardia di Finanza. Gli indagati fanno parte di un sistema-associazione che riusciva a garantire l'assunzione a concorsisti che erano disposti a pagare ingenti somme. Si parla di reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.
Dalla procura della Repubblica di Benevento sono fatte scattare quindi otto misure cautelari nei confronti di vari soggetti, tra i quali spicca Claudio Balletta, Viceprefetto, dirigente del Ministero dell'Interno presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, finito in carcere assieme a due funzionari VVF di Benevento: Giuseppe Sparaneo e Antonio De Matteo (quest'ultimo già in pensione). Agli arresti domiciliari invece il maresciallo della Finanza Antonio Laverde ed il Carabiniere Vito Russo, entrambi di Benevento. Obbligo di dimora per Eduardo Zolli. Sospensione per 12 mesi dalle proprie funzioni per l'agente della PS Gianluca Galliano e per il caporeparto VF Alessandro Lupo, nonché segretario generale UIL-PA VVF.
A seguito di di oltre 50 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, per rintracciare materiale utile alle indagini, sono stati sequestrati complessivamente 370.000 euro: 156.000 euro sono stati trovati all'interno di un borsone in un armadietto presso il comando VF di Benevento, invece nell'abitazione del Viceprefetto sono stati trovati 45.000 euro dentro un battiscopa. Ma si stima che il volume d'affari delle otto persone raggiunte dalle misure cautelari, nell'ultima fase, sia approssimativamente di circa un milione di euro.
Si scopre infatti che l'attività criminosa, piuttosto ramificata sul territorio nazionale, veniva svolta quotidianamente ed incessantemente, anche durante il periodo del lockdown.
I candidati dei vari concorsi, reclutati anche direttamente della “banda”, arrivavano a pagare fino a 20.000 euro per ottenere una pen drive contenente le domande per superare la prima fase dei concorsi. Si parla dei concorsi VF 250 del 2016 e quello per la Polizia di Stato 1.815 del 2019, o perfino altri che addirittura ancora dovevano essere banditi (quello per Ispettori Logistico-gestionali VF). In alcuni casi, per la consegna del materiale, è stato addirittura usata l'auto di servizio VF per superare i controlli delle forze dell'ordine negli spostamenti.
Ma non ci si ferma alla pen drive. Gli stessi concorsi venivano eventualmente “aggiustati” per permettere al candidato pagante di arrivare senza intoppi, attraversando le varie fasi, alla meta finale: l'assunzione. Questo avveniva mediante altri attori, gli altri 110 indagati, che a vario titolo, dai dottori fino agli psicologi, facevano parte del sistema. Ad ognuno spettava una parte della mazzetta. È successo così che sono entrati in graduatoria e poi assunti ragazzi e ragazze addirittura con problemi seri di salute.
Da una intercettazione si è compreso che il sistema andava avanti da molti anni. Infatti il Procuratore di Benevento ha affermato che “alcuni dei componenti di questo gruppo finiti al centro delle indagini, nel passato avevano un'analoga struttura, poi andata in crisi per contrasti interni. Un modus andato avanti per una decina di anni”.
Impattante la compromissione, in questa banda di affaristi e delinquenti, del sindacalista rappresentante nazionale UIL dei vigili del fuoco. Riguardo Alessandro Lupo, il giudice delle indagini preliminari dichiara che viene “dimostrato, da un lato, disponibilità ad accettare danaro per intercedere in favore dei candidati segnalati da De Matteo [uno degli arrestati] presso le commissioni di concorsi nelle forze dell'ordine e, dall'altro, un'effettiva e concreta capacità di incidere sulle decisioni dei commissari”.
Approfittando delle trasferte sindacali a Roma viene accertato che, almeno per due episodi precisi (due i capi d'imputazione contestati, tra maggio e novembre 2019), Lupo riesce ad intascare 22.000 euro di mazzette per il suo ruolo di corriere tra chi raccomandava le candidature (il funzionario VF De Matteo) e chi faceva funzionare l'intera macchina (il Viceprefetto Balletta). La sua figura era molto influente, non solo nel circuito nazionale, ma anche dentro il Comando di Venezia (dove prestava servizio per pochi turni l'anno) nei rapporti con la dirigenza.
Il 27 giugno viene aperto uno squarcio su un'altra inchiesta, quella condotta dai pm di Trapani, scaturita da altre indagini e tuttora top secret, riguardante il concorso per 250 posti VF del 2016. Anche questa volta, dietro compenso, dai 500 ai 3000 euro, veniva garantito ai concorsisti di entrare in graduatoria e successivamente essere assunti. Il tutto con la “copertura” di una scuola dove venivano impartiti dei corsi di formazione “che costituivano un vero e proprio sistema per il procacciamento di potenziali candidati ai quali proporre i pagamenti per il positivo superamento delle prove concorsuali”. Proprio in quei corsi venivano “illustrate le modalità della condotta illecita allestita”. Chi sceglieva di non pagare e far parte di questo sistema rischiava di veniva punito, o addirittura escluso dal concorso, ed è proprio grazie al ricorso di due aspiranti vigili del fuoco, a cui non era stato riconosciuto il titolo di studio, un modo cioè per fargliela pagare e dare una lezione a quelli che non volevano adeguarsi, che è partita l'inchiesta.
Le operazioni illecite avevano base ad Alcamo, città trapanese conosciuta da tutti i pompieri d'Italia proprio per l'alto tasso di alcamesi nel Corpo, e vedeva tra i suoi principali artefici il Direttivo Vicedirigente ginnico VF Giuseppe Pipitone, alcamese, membro della commissione del concorso 250 del 2016, e procacciatore di tangenti attraverso i “corsi” che personalmente teneva. A casa di Pipitone, oltre all’elenco di chi aveva pagato, furono sequestrati (già in passato) 7.243 euro in banconote da piccolo taglio, contenute in buste distinte. Gli investigatori hanno accertato la presenza nella graduatoria finale di tutti i nominativi riportati nell’elenco sequestrato a casa di Pipitone. Ma Pipitone non faceva tutto da solo, a fianco a lui infatti c'è un altro “protagonista”: ancora una volta il sindacalista UIL Alessandro Lupo, che faceva funzionare questo sistema illecito grazie anche ai suoi contatti al Ministero dell'Interno. Entrambi sono indagati per corruzione. Lupo si ritrova indagato così sia a Benevento che a Trapani. Le indagini della magistratura campana si intrecciano così ora con quelle dei colleghi siciliani.
Ma gli scandali che coinvolgono il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non finiscono qui. Il 23 giugno, infatti, viene arrestato il Comandante VF di Cosenza Massimo Cundari per i reati di concussione e falso in atto pubblico. Il quadro indiziario risulta molto solido, grazie alle intercettazioni ambientali acquisite durante la consegna del denaro.
Questa volta i concorsi pubblici non centrano, bensì siamo nel campo della prevenzione incendi e le pratiche annesse, nello scambio di favori a scapito della sicurezza pubblica. Il tutto è partito da una segnalazione di un imprenditore del settore di prodotti petroliferi, costretto a pagare una mazzetta al Comandante per favorire il rilascio delle autorizzazioni amministrative per realizzare un impianto GPL. Pare che a Cosenza era ormai di dominio pubblico il fatto che il sistema della prevenzione incendi si muovesse in maniera clientelare, e che il Comandante prendesse le bustarelle. C'erano anche connivenza e scambio di interessi con l'amministrazione locale. Con questi metodi illeciti, per esempio, la pratica antincendio di un parcheggio sotterraneo, tanto chiacchierato in città, pare abbia avuto una corsia preferenziale ed il nulla osta da parte del Comando VF di Cosenza (con a capo Cundari). Si tratta di un area aperta al pubblico senza il collaudo dell’opera, e per questo tuttora sotto sequestro, ma soprattutto con vie di fuga e scale di emergenza che sono attualmente alla valutazione degli inquirenti. L'attività investigativa è ancora in corso per altre pratiche, perché dalle indagini sono emersi ulteriori "gravi fatti, penalmente rilevanti".
Noi lavoratori onesti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dobbiamo prendere posizione davanti a questo malaffare. Il marcio, una volta appurato, va gettato nella pattumiera. Nessun perdono per chi si arricchisce illecitamente a scapito della sicurezza dei cittadini, per chi fa i soldi sulle disgrazie della gente, per chi inganna o addirittura minaccia gli onesti proletari, per chi si arricchisce personalmente e svende i lavoratori con la propria azione sindacale (come si può pensare che un sindacalista che riceve decine di migliaia di euro di mazzette abbia avuto a cuore gli interessi dei lavoratori e abbia potuto portare avanti una linea sindacale all'altezza?).
Fuori dal Corpo ogni connivenza con il mondo imprenditoriale, con ogni interesse economico del profitto!
Rompere con i sindacati dei padroni, a partire da UIL, CISL e CONAPO!
Non ci si può certo aspettare che sia attraverso la “regolamentazione” di questa società di classe basata proprio sul profitto, dove non esiste e non potrà esistere vera meritocrazia, che si potrà eliminare il malaffare e l'ingiustizia. Al contempo bisogna rivendicare misure democratiche di classe.
- Reintrodurre le RSU, localmente e nazionalmente, per avere un rapporto più diretto tra sindacato e lavoratori, rivendicando la loro eleggibilità in maniera democratica e puramente proporzionale, e la loro revocabilità in qualsiasi momento;
- Introdurre cariche elettive, eleggibili dalla base e revocabili in qualsiasi momento, per le figure dei capi turno, dei capi turno provinciali, capi distaccamento, responsabili dei servizi (autorimessa, laboratori, officina, magazzini...);
- Dividere le carriere dei funzionari tra chi si occupa prettamente di questioni operative (come pos, interventi, soccorso, addestramento, mantenimento, formazione interna, esercitazioni, ecc.) e chi si occupa di prevenzione incendi, formazione esterna, collaudi, acquisti, 81/08, ecc.. (il tutto contrattualizzato): ruoli distinti in modo da evitare conflitti di interessi ed evitare che i vari funzionari, presi da carrierismo e indennità accessorie, si dimentichino di curare l'aspetto operativo, come spesso accade;
- Introdurre la valutazione, vincolante per la progressione di carriera, dei funzionari (direttivi e dirigenti) da parte della base (operativi e amministrativi);
- Eliminare la burocrazia, a partire dall'eliminazione delle figure prefettizie ai vertici del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, in modo da abolire la dualità al vertice del Corpo;
- Elezione del Capo del Corpo da parte di tutti i lavoratori del Corpo.
Il 12 giugno scatta la fase finale della maxi attività investigativa, della Guardia di Finanza, denominata “Par condicio”, durata per quasi due anni e partita da una intercettazione telefonica relativa a un altro procedimento. Il vaso di Pandora è aperto. 118 persone indagate, quasi tutti pubblici ufficiali tra i vari corpi dello stato, per, al momento, 53 episodi contestati. L'affare è quello dei concorsi pubblici, non solo per Vigili del Fuoco, ma anche per quelli per la Polizia di Stato, per l'Arma dei Carabinieri e per la Guardia di Finanza. Gli indagati fanno parte di un sistema-associazione che riusciva a garantire l'assunzione a concorsisti che erano disposti a pagare ingenti somme. Si parla di reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.
Dalla procura della Repubblica di Benevento sono fatte scattare quindi otto misure cautelari nei confronti di vari soggetti, tra i quali spicca Claudio Balletta, Viceprefetto, dirigente del Ministero dell'Interno presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, finito in carcere assieme a due funzionari VVF di Benevento: Giuseppe Sparaneo e Antonio De Matteo (quest'ultimo già in pensione). Agli arresti domiciliari invece il maresciallo della Finanza Antonio Laverde ed il Carabiniere Vito Russo, entrambi di Benevento. Obbligo di dimora per Eduardo Zolli. Sospensione per 12 mesi dalle proprie funzioni per l'agente della PS Gianluca Galliano e per il caporeparto VF Alessandro Lupo, nonché segretario generale UIL-PA VVF.
A seguito di di oltre 50 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, per rintracciare materiale utile alle indagini, sono stati sequestrati complessivamente 370.000 euro: 156.000 euro sono stati trovati all'interno di un borsone in un armadietto presso il comando VF di Benevento, invece nell'abitazione del Viceprefetto sono stati trovati 45.000 euro dentro un battiscopa. Ma si stima che il volume d'affari delle otto persone raggiunte dalle misure cautelari, nell'ultima fase, sia approssimativamente di circa un milione di euro.
Si scopre infatti che l'attività criminosa, piuttosto ramificata sul territorio nazionale, veniva svolta quotidianamente ed incessantemente, anche durante il periodo del lockdown.
I candidati dei vari concorsi, reclutati anche direttamente della “banda”, arrivavano a pagare fino a 20.000 euro per ottenere una pen drive contenente le domande per superare la prima fase dei concorsi. Si parla dei concorsi VF 250 del 2016 e quello per la Polizia di Stato 1.815 del 2019, o perfino altri che addirittura ancora dovevano essere banditi (quello per Ispettori Logistico-gestionali VF). In alcuni casi, per la consegna del materiale, è stato addirittura usata l'auto di servizio VF per superare i controlli delle forze dell'ordine negli spostamenti.
Ma non ci si ferma alla pen drive. Gli stessi concorsi venivano eventualmente “aggiustati” per permettere al candidato pagante di arrivare senza intoppi, attraversando le varie fasi, alla meta finale: l'assunzione. Questo avveniva mediante altri attori, gli altri 110 indagati, che a vario titolo, dai dottori fino agli psicologi, facevano parte del sistema. Ad ognuno spettava una parte della mazzetta. È successo così che sono entrati in graduatoria e poi assunti ragazzi e ragazze addirittura con problemi seri di salute.
Da una intercettazione si è compreso che il sistema andava avanti da molti anni. Infatti il Procuratore di Benevento ha affermato che “alcuni dei componenti di questo gruppo finiti al centro delle indagini, nel passato avevano un'analoga struttura, poi andata in crisi per contrasti interni. Un modus andato avanti per una decina di anni”.
Impattante la compromissione, in questa banda di affaristi e delinquenti, del sindacalista rappresentante nazionale UIL dei vigili del fuoco. Riguardo Alessandro Lupo, il giudice delle indagini preliminari dichiara che viene “dimostrato, da un lato, disponibilità ad accettare danaro per intercedere in favore dei candidati segnalati da De Matteo [uno degli arrestati] presso le commissioni di concorsi nelle forze dell'ordine e, dall'altro, un'effettiva e concreta capacità di incidere sulle decisioni dei commissari”.
Approfittando delle trasferte sindacali a Roma viene accertato che, almeno per due episodi precisi (due i capi d'imputazione contestati, tra maggio e novembre 2019), Lupo riesce ad intascare 22.000 euro di mazzette per il suo ruolo di corriere tra chi raccomandava le candidature (il funzionario VF De Matteo) e chi faceva funzionare l'intera macchina (il Viceprefetto Balletta). La sua figura era molto influente, non solo nel circuito nazionale, ma anche dentro il Comando di Venezia (dove prestava servizio per pochi turni l'anno) nei rapporti con la dirigenza.
Il 27 giugno viene aperto uno squarcio su un'altra inchiesta, quella condotta dai pm di Trapani, scaturita da altre indagini e tuttora top secret, riguardante il concorso per 250 posti VF del 2016. Anche questa volta, dietro compenso, dai 500 ai 3000 euro, veniva garantito ai concorsisti di entrare in graduatoria e successivamente essere assunti. Il tutto con la “copertura” di una scuola dove venivano impartiti dei corsi di formazione “che costituivano un vero e proprio sistema per il procacciamento di potenziali candidati ai quali proporre i pagamenti per il positivo superamento delle prove concorsuali”. Proprio in quei corsi venivano “illustrate le modalità della condotta illecita allestita”. Chi sceglieva di non pagare e far parte di questo sistema rischiava di veniva punito, o addirittura escluso dal concorso, ed è proprio grazie al ricorso di due aspiranti vigili del fuoco, a cui non era stato riconosciuto il titolo di studio, un modo cioè per fargliela pagare e dare una lezione a quelli che non volevano adeguarsi, che è partita l'inchiesta.
Le operazioni illecite avevano base ad Alcamo, città trapanese conosciuta da tutti i pompieri d'Italia proprio per l'alto tasso di alcamesi nel Corpo, e vedeva tra i suoi principali artefici il Direttivo Vicedirigente ginnico VF Giuseppe Pipitone, alcamese, membro della commissione del concorso 250 del 2016, e procacciatore di tangenti attraverso i “corsi” che personalmente teneva. A casa di Pipitone, oltre all’elenco di chi aveva pagato, furono sequestrati (già in passato) 7.243 euro in banconote da piccolo taglio, contenute in buste distinte. Gli investigatori hanno accertato la presenza nella graduatoria finale di tutti i nominativi riportati nell’elenco sequestrato a casa di Pipitone. Ma Pipitone non faceva tutto da solo, a fianco a lui infatti c'è un altro “protagonista”: ancora una volta il sindacalista UIL Alessandro Lupo, che faceva funzionare questo sistema illecito grazie anche ai suoi contatti al Ministero dell'Interno. Entrambi sono indagati per corruzione. Lupo si ritrova indagato così sia a Benevento che a Trapani. Le indagini della magistratura campana si intrecciano così ora con quelle dei colleghi siciliani.
Ma gli scandali che coinvolgono il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non finiscono qui. Il 23 giugno, infatti, viene arrestato il Comandante VF di Cosenza Massimo Cundari per i reati di concussione e falso in atto pubblico. Il quadro indiziario risulta molto solido, grazie alle intercettazioni ambientali acquisite durante la consegna del denaro.
Questa volta i concorsi pubblici non centrano, bensì siamo nel campo della prevenzione incendi e le pratiche annesse, nello scambio di favori a scapito della sicurezza pubblica. Il tutto è partito da una segnalazione di un imprenditore del settore di prodotti petroliferi, costretto a pagare una mazzetta al Comandante per favorire il rilascio delle autorizzazioni amministrative per realizzare un impianto GPL. Pare che a Cosenza era ormai di dominio pubblico il fatto che il sistema della prevenzione incendi si muovesse in maniera clientelare, e che il Comandante prendesse le bustarelle. C'erano anche connivenza e scambio di interessi con l'amministrazione locale. Con questi metodi illeciti, per esempio, la pratica antincendio di un parcheggio sotterraneo, tanto chiacchierato in città, pare abbia avuto una corsia preferenziale ed il nulla osta da parte del Comando VF di Cosenza (con a capo Cundari). Si tratta di un area aperta al pubblico senza il collaudo dell’opera, e per questo tuttora sotto sequestro, ma soprattutto con vie di fuga e scale di emergenza che sono attualmente alla valutazione degli inquirenti. L'attività investigativa è ancora in corso per altre pratiche, perché dalle indagini sono emersi ulteriori "gravi fatti, penalmente rilevanti".
Noi lavoratori onesti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dobbiamo prendere posizione davanti a questo malaffare. Il marcio, una volta appurato, va gettato nella pattumiera. Nessun perdono per chi si arricchisce illecitamente a scapito della sicurezza dei cittadini, per chi fa i soldi sulle disgrazie della gente, per chi inganna o addirittura minaccia gli onesti proletari, per chi si arricchisce personalmente e svende i lavoratori con la propria azione sindacale (come si può pensare che un sindacalista che riceve decine di migliaia di euro di mazzette abbia avuto a cuore gli interessi dei lavoratori e abbia potuto portare avanti una linea sindacale all'altezza?).
Fuori dal Corpo ogni connivenza con il mondo imprenditoriale, con ogni interesse economico del profitto!
Rompere con i sindacati dei padroni, a partire da UIL, CISL e CONAPO!
Non ci si può certo aspettare che sia attraverso la “regolamentazione” di questa società di classe basata proprio sul profitto, dove non esiste e non potrà esistere vera meritocrazia, che si potrà eliminare il malaffare e l'ingiustizia. Al contempo bisogna rivendicare misure democratiche di classe.
- Reintrodurre le RSU, localmente e nazionalmente, per avere un rapporto più diretto tra sindacato e lavoratori, rivendicando la loro eleggibilità in maniera democratica e puramente proporzionale, e la loro revocabilità in qualsiasi momento;
- Introdurre cariche elettive, eleggibili dalla base e revocabili in qualsiasi momento, per le figure dei capi turno, dei capi turno provinciali, capi distaccamento, responsabili dei servizi (autorimessa, laboratori, officina, magazzini...);
- Dividere le carriere dei funzionari tra chi si occupa prettamente di questioni operative (come pos, interventi, soccorso, addestramento, mantenimento, formazione interna, esercitazioni, ecc.) e chi si occupa di prevenzione incendi, formazione esterna, collaudi, acquisti, 81/08, ecc.. (il tutto contrattualizzato): ruoli distinti in modo da evitare conflitti di interessi ed evitare che i vari funzionari, presi da carrierismo e indennità accessorie, si dimentichino di curare l'aspetto operativo, come spesso accade;
- Introdurre la valutazione, vincolante per la progressione di carriera, dei funzionari (direttivi e dirigenti) da parte della base (operativi e amministrativi);
- Eliminare la burocrazia, a partire dall'eliminazione delle figure prefettizie ai vertici del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, in modo da abolire la dualità al vertice del Corpo;
- Elezione del Capo del Corpo da parte di tutti i lavoratori del Corpo.