Il movimento degli
insegnanti che ha lottato contro la cosiddetta "Buonascuola” è stato un
grande episodio di lotta, il più grande contro il governo Renzi e uno
dei più significativi da decenni (sciopero del 5 maggio). Si è trattato
di una lotta coraggiosa, spinta e sostenuta dal protagonismo di
lavoratori e lavoratrici. Un grande movimento costruito su obbiettivi
chiari, che non solo ha respinto questa odiosa controriforma
(differenziazione di stipendi, preside-padrone, svalutazione della
figura dell'insegnante...), ma ha prospettato un’alternativa alla deriva
aziendalista ed elitaria della scuola.
La riforma è infine stata approvata, per via della chiusura delle scuole (con la lotta partita in ritardo) e dell'incapacità dei sindacati di raccogliere la spinta di quel grande movimento e di portarla avanti.
La riforma è stata approvata, ma con grossa fatica da parte del governo. È il segno che la forza della mobilitazione e dell'autorganizzazione possono muovere le cose e fare la differenza.
Ma questa lotta non si è chiusa! Bisogna ripartire da dove il movimento della scorsa primavera si è fermato, riprendere in mano la lotta contro chi vuole distruggere definitivamente la scuola pubblica.
La lotta riguarda anche noi studenti, tanto quanto riguarda gli insegnanti! Ciò che oggi viene fatto nelle suole (e nei luoghi di lavoro) sta per essere fatto anche nelle università. Il nostro coinvolgimento, che è mancato a maggio e giugno (per via di esami e scuole chiuse), è stato uno dei fattori che ha isolato gli insegnanti e ha impedito alla mobilitazione di svilupparsi.
Possiamo e dobbiamo continuare la battaglia, contrastare questa devastante controriforma nelle scuole e nelle piazze! Non bisogna semplicemente risparmiare alla scuola gli effetti più deleteri della legge, bisogna mettere in discussione l'intera legge e l'idea di istruzione che esprime, cioè quella di una scuola "modello catena di montaggio", con insegnanti supersfruttati (e sottopagati), con un'organizzazione da caserma, sempre più legata ai privati e ai ricchi e sempre più priva di libertà di insegnamento. Insomma: una scuola sempre più autoritaria e sempre meno libera.
Bisogna riprendere, insegnanti e studenti, la battaglia scuola per scuola, istituto per istituto, comune per comune! Ma non basta. Come abbiamo visto nella primavera, non si vince solo nella scuola. Questo governo autoritario può esser sconfitto solo da un movimento generale.
Bisogna isolare Renzi. Questo governo, infatti, non colpisce solo la scuola: impone il Jobs Act (licenziamenti, sfruttamenti e controllo); limita il diritto di sciopero e assemblea; vuole disfare i contratti nazionali, per abbassare i salari e controllare senza limiti il lavoro (orari, ritmi, turni).
Per questo dal movimento della scuola, e quindi anche da noi studenti, deve partire un appello a tutto il mondo del lavoro, a tutte le organizzazioni sindacali, per la costruzione di un fronte generale di lotta che sia in grado di esprimere, attraverso una mobilitazione continua e uno sciopero generale, una vera opposizione contro tutte le politiche antipopolari e autoritarie del governo.
CONTRO LA “BUONA SCUOLA”! CONTRO IL GOVERNO RENZI!
SOLO LA LOTTA PAGA! COSTRUIAMO L'OPPOSIZIONE!
La riforma è infine stata approvata, per via della chiusura delle scuole (con la lotta partita in ritardo) e dell'incapacità dei sindacati di raccogliere la spinta di quel grande movimento e di portarla avanti.
La riforma è stata approvata, ma con grossa fatica da parte del governo. È il segno che la forza della mobilitazione e dell'autorganizzazione possono muovere le cose e fare la differenza.
Ma questa lotta non si è chiusa! Bisogna ripartire da dove il movimento della scorsa primavera si è fermato, riprendere in mano la lotta contro chi vuole distruggere definitivamente la scuola pubblica.
La lotta riguarda anche noi studenti, tanto quanto riguarda gli insegnanti! Ciò che oggi viene fatto nelle suole (e nei luoghi di lavoro) sta per essere fatto anche nelle università. Il nostro coinvolgimento, che è mancato a maggio e giugno (per via di esami e scuole chiuse), è stato uno dei fattori che ha isolato gli insegnanti e ha impedito alla mobilitazione di svilupparsi.
Possiamo e dobbiamo continuare la battaglia, contrastare questa devastante controriforma nelle scuole e nelle piazze! Non bisogna semplicemente risparmiare alla scuola gli effetti più deleteri della legge, bisogna mettere in discussione l'intera legge e l'idea di istruzione che esprime, cioè quella di una scuola "modello catena di montaggio", con insegnanti supersfruttati (e sottopagati), con un'organizzazione da caserma, sempre più legata ai privati e ai ricchi e sempre più priva di libertà di insegnamento. Insomma: una scuola sempre più autoritaria e sempre meno libera.
Bisogna riprendere, insegnanti e studenti, la battaglia scuola per scuola, istituto per istituto, comune per comune! Ma non basta. Come abbiamo visto nella primavera, non si vince solo nella scuola. Questo governo autoritario può esser sconfitto solo da un movimento generale.
Bisogna isolare Renzi. Questo governo, infatti, non colpisce solo la scuola: impone il Jobs Act (licenziamenti, sfruttamenti e controllo); limita il diritto di sciopero e assemblea; vuole disfare i contratti nazionali, per abbassare i salari e controllare senza limiti il lavoro (orari, ritmi, turni).
Per questo dal movimento della scuola, e quindi anche da noi studenti, deve partire un appello a tutto il mondo del lavoro, a tutte le organizzazioni sindacali, per la costruzione di un fronte generale di lotta che sia in grado di esprimere, attraverso una mobilitazione continua e uno sciopero generale, una vera opposizione contro tutte le politiche antipopolari e autoritarie del governo.
CONTRO LA “BUONA SCUOLA”! CONTRO IL GOVERNO RENZI!
SOLO LA LOTTA PAGA! COSTRUIAMO L'OPPOSIZIONE!