♠ in A&R,Anticapitalisme&Revolution,educazione Prioritaria,Francia,insegnanti,Loi Travail,mobilitazioni studentesche,studenti,Touche pas ma Zep,Zep at 06:16
Anticapitalisme&Révolution
e l' autorganizzazione dei lavoratori a difesa dell' Educazione Prioritaria per Tutti.
1.
Le origini della ZEP( Zona di Educazione
Prioritaria)
L'
instituto dell' Éducation Prioritaire nasce
negli anni ottanta ad opera del governo PCF-PS Mitterand, con l' obiettivo di
classificare gli stabilimenti scolastici più in difficoltà e tutelare gli
studenti, fornendo più mezzi a livello didattico e finanziario.
In
teoria, inizialmente, il progetto, riservato alle scuole pubbliche di ogni
ordine e grado delle periferie, prevedeva per i beneficiari una serie di fondi
in più nel quadro dell' Educazione Nazionale.
Potenziamento e supporto che permettevano, ad esempio, il consolidamento
di équipes di insegnanti stabili, coese, con esperienza, grazie ad un supporto
a livello di formazione e di mezzi, riconoscimenti a livello salariale, classi
composte da mini gruppi per una didattica più approfondita, l' ausilio di
materiali didattici specifici.
Nel
corso del tempo e dei governi, lo strumento di aiuto e compensazione teoricamente
ideato per rafforzare la scuola pubblica nelle zone popolari, è stato oggetto di molteplici riforme che a
fronte della richiesta e dell' entrata di più istituti scolastici bisognosi,
invece di essere costantemente aggiornato, è stato paradossalmente indebolito e
depotenziato a detrimento degli alunni e degli insegnanti.
A
partire in particolare dalla riforma Peillon del 2014 in cui l' Educazione
Prioritaria diventa REP o REP+ , ovvero Risorsa d' educazione prioritaria, che,
a dispetto del nome, prevede quanto segue: gli insegnanti delle scuole medie inferiori hanno mezz' ora
in meno di lezione a settimana, con un aumento del 50% nelle REP e del doppio
nelle REP+ del salario percepito in ZEP( in media, secondo il
rapporto OCSE- Educazione 2015, di 1156 euro), con tre giornate di formazione
all' anno.
La
novità vera è che la riforma però è riservata solo alle scuole primarie e medie
inferiori( scuole materne, elementari e medie), escludendo totalmente le medie
superiori, i licei (ex)ZEP. A parte il palese intento di fare economia, l'
effetto classista del taglio apportato al settore è innegabile. Le conseguenze su licei già in difficoltà
sono catastrofiche, sotto il pretesto da parte del governo di
<> i mezzi di supporto negli istituti che ne avrebbero
più bisogno, con la premessa che in Francia l' istruzione obbligatoria è fino
ai 16 anni e, secondo gli ultimi rilievi OCSE sull' Educazione nazionale, la
fascia di studenti 16- 18 anni che abbandona la scuola è del 56% .
Infatti
si tratta principalmente di istituti dove di base il tasso di dispersione
scolastica é alto- una stima di circa 150 000 ragazze
e ragazzi ogni anno, che non ottengono quindi un diploma; questione in
diretta connessione con le condizioni
socio- economiche familiari, un peso e un discrimine in quanto l' accesso alle
borse di studio viene progressivamente ristretto.
Secondo
l' ultimo rapporto CNESCO, osservatorio francese di valutazione dell'
educazione nazionale, le diseguaglianze sociali ed economiche, allo stato
attuale, sono sempre più amplificate dal sistema scolastico, invece che
ridotte, a causa di cosiddette politiche meritocratiche per un' educazione
tutt' altro che inclusiva e garantista.
Questo porta nuovamente a sottolineare la gravità dell' attacco che le
scuole dei quartieri popolari francesi stanno subendo( ex ZEP o REP), a riprova del fatto che, a prescindere dalla
presunta attenzione mostrata dai governi[1],
la realtà sostanziale muove dalla
premessa oggettiva che il sistema scolastico in primis è un terreno di scontro
politico di classe, che tende a
discriminare e ad escludere chi già di base ha meno mezzi a profitto di
pochi: questi licei vengono sempre di più abbandonati nelle loro periferie,
dopo essere stati schedati, ora apertamente esclusi e stigmatizzati. Lo stesso
rapporto del ministero dell' educazione nazionale del 2012 ammette che la
proporzione di giovani con la migliore riuscita scolastica é ripartita in un
29% di figli di operai e in 55% di figli
di quadri. In questo caso, poi, si mina
da principio la riuscita scolastica, con riferimento all' istruzione di base,
per cui...
Viene
così ribadito fermamente il distinguo tra scuole di serie A e scuole di serie B
sulla pelle degli insegnanti e degli studenti, il cui diploma ZEP ha un valore
minore rispetto ad altri titoli equivalenti e che quindi, non solo rende
difficile il progresso degli studi, ma provoca anche notevoli difficoltà ad
inserirsi in un mondo del lavoro, già precario e instabile. Da sottolineare a
questo proposito che in Francia attualmente ci sono un 1, 9 milioni di NEET,
giovani tra i 25- 29 anni <>, cioè senza impiego, che non seguono alcun tipo di studio o
formazione.
Di
conseguenza la protesta, concretizzatasi nell' attuale collettivo Touche pas ma
ZEP!, comincia nel 2014-2015, momento in cui viene decretata l' esclusione dei
licei dal piano di ridistribuzione risorse dell' Educazione prioritaria. Il
nuovo anno scolastico 2015-2016 comincia così all' insegna di una serie di
scioperi proclamati dagli insegnanti delle banlieues ZEP per avere lo stesso
statuto delle medie inferiori che
diventeranno invece REP e quindi sempre beneficiarie del piano.
A
seguito anche di numerosi presidi sotto il ministero dell' Educazione
Nazionale, gli insegnanti ricevono una prima risposta da parte del nuovo
ministro, Vallaud- Belkacem, ovvero che la rifondazione dell' educazione
prioritaria riguarderà esclusivamente l' istruzione obbligatoria. Nella pratica
quindi, gli studenti delle banlieues dalla fine della scuola media non
avrebbero più bisogno di sostegno da parte del ministero, in quanto le
difficoltà di varia natura sparirebbe improvvisamente.
In definitiva
viene ribadito, che i licei non sono
considerati nel nuovo piano di ridistribuzione budget previsto dalla riforma
del 2014.
Apparentemente
si potrebbe parlare di una contraddizione, di una mancanza di senso contando
quanto l'argomento della lotta alle diseguaglianze scolastiche, disparità sia
rimarcato dal ministero stesso, tramite la serie di rapporti istituzionali
sull' argomento e all'origine dell' istituto,
senza considerare che uno dei cavalli da battaglia della campagna
elettorale di Hollande 2012 era stata proprio l' educazione nazionale.
Da
un' altro lato, il senso invece è molto chiaro e si gioca sul piano di ostacolo
ad una reale eguaglianza sostanziale dell' educazione: alimentando un sistema
educativo sempre più elitario, si
contribuisce alla ghettizzazione sempre più profonda degli abitanti
delle banlieues già di per sé in
condizioni svantaggiate, dove alla disoccupazione si può così fare più spazio
alla crescita della piccola criminalità, per poi di conseguenza giustificare ad
esempio l' aumento di controlli di identità a tappeto (pratica diffusa nelle
periferie, molto poco legittima) da parte delle forze dell' ordine- la cui
violenza[2]
è senza limiti fra perquisizioni, percosse etc.
Non
bisogna poi ignorare che la mancanza di inserimento dei licei nella riforma
REP, lascia studenti , insegnanti e personale scolastico in uno stato di
incertezza totale: in quanto, in prima battuta, la classificazione ZEP dei
licei non potrà sicuramente coesistere parallelamente alla nuova REP, anche
solo considerato il deterioramento del vecchio fondo.
Infatti,
quello che nello specifico viene rivendicato, parte anche dal fatto che i
criteri di eligibilità nell' accesso ai benefici ZEP- REP mancano di
trasparenza e la situazione dal lato degli insegnanti é già precaria
relativamente agli incentivi e scatti di anzianità, data l' annunciata perdita
dei premi salariali previsti in origine.
A
riguardo, secondo le ultime dichiarazioni della ministra Vallaud- Belkacem
relative a un decreto attuativo del 2015,
si è fatta strada la possibilità di integrare, secondo parametri ancora
non chiari, una clausola di
salvaguardia, destinata agli insegnanti ex ZEP appunto, avente ad oggetto
indennità specifiche prematurate che, a fronte del' uscita dei licei dal fondo,
saranno prolungate fino al 2017 in via provvisoria, ma non per i neo assunti in
tali istituti, ai quali i benefici ZEP, per quella data, non saranno erogati a
causa della soppressione totale e definitiva dalla lista dell' Educazione
Prioritaria. Si escludono così i nuovi
professori, e si mette a rischio la
stabilità del corpo insegnante, uno dei punti chiave del supporto didattico,
considerata poi l' imposizione messa in atto riguardo ai punti di trasferimento
accumulati dai vecchi assunti, da utilizzare tassativamente entro la fine
sempre del 2017.
Gli
studenti verranno privati dell' esperienza e della formazione di un corpo
insegnante ferrato e i nuovi assunti si troveranno in grande difficoltà.
2.
TOUCHE PAS MA ZEP!
L'
annuncio dunque di una nuova carta dell' Educazione prioritaria messa in atto
da tre ministri PS uno dopo l' altro( Peillon, Hamon, Vallaud -Belkacem), è
stato immediatamente accompagnato da nuove mobilitazioni nelle scuole e fra gli
insegnanti a partire dal nuovo anno scolastico 2016/ 2017.
La
costruzione di un coordinamento di questo tipo è cominciata infatti alla fine
dell' anno scolastico 2016. Malgrado il tentativo, fra vaghe promesse di
reimpiego, ZEP/REP e etichette varie, di dividere gli insegnanti, unitariamente
fino al 2014 schieratisi per una redistribuzione e un aumento di fondi, le
mobilitazioni non si sono fermate ma anzi rafforzate, sull' onda anche, nella
primavera 2016, del movimento contro la Loi Travail.
A
seguito delle dichiarazioni della ministra Vallaud -Belkacem di aprile 2016
sulla sparizione di fatto progressiva dei licei ZEP con la nuova riforma, la
risposta degli insegnanti non ha tardato: il 18 maggio un coordinamento di
licei coinvolti convoca un presidio davanti al ministero dell' Educazione.
Il
presidio permette quindi di diffondere i
contenuti della vertenza negli ambienti militanti già in contatto, come
Anticapitalisme & Révolution- Corrente NPA e quindi nell' ambito della
protesta contro la Loi El Khomri, sensibilizzando e ottenendo sostegno anche da
settori nuovi come Éducation Débout di Nuit Débout,
numerosi genitori e altri collettivi di insegnanti.
Il successo avuto dal presidio lancia e
allarga la partecipazione e il sostegno alla vertenza facendo sì che, fra maggio
e luglio, una serie di riunioni alla Camera del Lavoro di Parigi portino alla
creazione di un appello ufficiale<< Touche pas ma ZEP!>>, come
espressione di una piattaforma coordinata di rivendicazioni, quali: <<
una carta ZEP estesa a tutte le banlieues dei quartieri popolari, quale che sia
l' etichetta che attualmente hanno( ZEP, zona sensibile, zona violenza, etc.),
con uno statuto unico, che garantisca dei mezzi perenni tanto per le condizioni
di studio e di lavoro( numero limitato di docenti effettivi per classe, lezioni
con mini gruppi, etc.) che per la remunerazione del personale( salario,
indennità, etc.) e loro statuto( punti supplementari in graduatoria per i prof,
rilevanti per esempio per le domande di trasferimento).>>[3].
Un appello ad unirsi rivolto ai docenti delle scuole dei quartieri popolari di
ogni ordine e grado, in aperta rottura con la politica divisoria del governo
nel settore e con le burocrazie sindacali spesso in silenzio.
L'
appello circola e viene firmato istituto per istituto, non dai singoli
lavoratori, venendo quindi sottoposto al voto nelle assemblee generali o nelle
ore di informazione sindacale.
Da
soli tre licei firmatari a settembre, grazie alla combattività delle équipes
militanti, viene subito indetto uno sciopero che arriva rapidamente a coinvolgere altri istituti.
Nonostante il tentativo del ministero di ridurre la vertenza a un problema
<< locale>>, la dimensione ormai nazionale di quest' ultima e la potenza della coordinazione fra i
lavoratori sono innegabili.
Attorno
a Touche pas ma Zep! si costruiscono assemblee generali di coordinamento, si
sfruttano canali di informazione virale(v. pagine facebook), si allestiscono
tavoli di convergenza fra le banlieues coinvolte, casse di solidarietà allo
sciopero[4]
e tutto ciò che è necessario a diffondere l' appello ad altri licei colpiti
dalla misura a livello nazionale, perché gli insegnanti entrino in
mobilitazione. Altro elemento importante nella crescita della piattaforma, è
poi la manifestazione del 15 settembre 2016 contro la Loi Travail, alla quale i lavoratori mobilitati
partecipano in massa, contro la prassi di una categoria solitamente poca
propensa ad unirsi a cortei interprofessionali.
Il 29
settembre si arriva così ad una prima giornata di sciopero nazionale fra gli
insegnanti riuniti intorno a Touche Pas
ma ZEP!, sostenuti in certi dipartimenti anche dall' inter-sindacale. I tassi
di adesione sono dell' 80%, in particolare fra i lavoratori che aderiscono per
la prima volta.
Il
governo si trova costretto a rilasciare qualche dichiarazione a fronte di un
fenomeno imprevisto: dei lavoratori che si autorganizzano in una categoria
solitamente divisa e con difficoltà a coordinarsi. Contrariamente all' aspettative di Vallaud
-Belkacem, convinta che qualche vaga
promessa avrebbe calmato la protesta, in ottobre seguono altre giornate di
sciopero, alle quali si aggregano insegnanti da altri dipartimenti del paese,
come dimostra la combattività dei comitati TPZ a Marsiglia, diventati
mediaticamente famosi per l' ''accoglienza'' data a Macron in tournée
elettorale. Vista la straordinaria
capacità unificatrice dell' appello Touche pas ma ZEP!, anche a seguito dell'
attenzione data dalle cronache( radio, televisione e giornali, fra cui Le
Monde) prese alla sprovvista da un tale successo, a novembre la mobilitazione
prosegue, sempre più partecipata, e l' assemblea del coordinamento lancia un
ultimatum al governo per la promulgazione di uno statuto unitario per tutte le
scuole dei quartieri popolari entro il 2017, contro la sparizione della ZEP e
per un miglioramento delle condizioni di lavoro senza distinzione di data d'
assunzione e di ruolo fra insegnanti e fra personale e insegnanti.
Conseguentemente,
il 3 gennaio si ha un' altra giornata di mobilitazione da Lille a Marsiglia,
con ormai più di cento scuole in lotta- aderisce anche un istituto della
Polinesia francese- e con tassi di adesione altissimi- fino al 100%, come a
Denain( 59). Si tratta poi di un momento che marca l' inizio di una promettente
partecipazione studentesca, al fianco degli insegnanti. Inoltre non manca la
crescente solidarietà da parte di colleghi e scuole non direttamente toccate
dalla riforma, che però vanno unendosi anche loro alla lotta di Touche pas ma
ZEP!.
Da
ultimo, ulteriori progressi sono stata fatti durante il mese di gennaio con un
altro sciopero nazionale a Parigi il 19 gennaio, dove si sono ritrovati in
corteo più insegnanti da tutto il paese.
Allo
stato attuale delle cose la vertenza continua a crescere e sempre più date di
mobilitazione vengono convocate.
Si
tratta della prima volta che, nel settore dell' Educazione, si continua a
scioperare a più riprese in maniera coordinata a livello nazionale, quando ciò
non si era verificato finora nemmeno a livello regionale.
Grazie
in primis alla spinta dell' estrema sinistra, cioè dei compagni, insegnanti e
non solo, di Anticapitalisme & Révolution, la forza dell' autorganizzazione
delle lotte ha sorpassato le burocrazie sindacali, ridotte a semplici veicoli
di trasmissione dell' appello Touche pas ma ZEP! e dei suoi contenuti.
Si
tratta di un coordinamento che si è costruito sulla base di rivendicazioni note
alla categoria, che ha messo in piedi una rete di mobilitazione per in primo
luogo dell' iniziativa strettamente
militante condotta in campo sindacale, da A&R in particolare, capace di
arrivare, sfruttando tutti i canali disponibili, ai colleghi, agli istituti
sotto attacco diretto della riforma e non, per una contrapposizione unitaria e
partecipata.
Ora
quindi la valutazione da fare è questa: si tratta sicuramente di un' iniziativa
da seguire nel panorama degli scioperi
che aumentano e proseguono in Francia e nella quale i compagni francesi
proseguono l' intervento, come non hanno
mai smesso di fare durante e dopo la fine del movimento della Loi Travail,
lavorando e confrontandosi con quelli
che sono stati i grandi risultati di un' azione intrapresa a partire della
scorsa primavera: una radicalizzazione di settori inaspettati, di giovani
lavoratori e studenti maturata nel corso di un movimento esplosivo, cantiere
che ha permesso creare un dialogo, di unire soggetti diversi in un fronte
unico.
I
compagni di A&R definiscono tutto ciò, appropriatamente, l' avanguardia
larga, il punto da cui ripartire, una risorsa essenziale allo stato attuale
delle cose.
Lucidamente
e più che condivisibilmente, conducono una necessaria azione di ricomposizione strategica- di cui Touche
pas ma ZEP! è solo uno, tra gli esempi-, con già parecchi riscontri positivi,
per una reale convergenza delle lotte, che apra a nuovi scenari di un
conflitto per niente finito, poiché questa è l' unica maniera per resistere
agli attacchi incessanti dei governi capitalisti.
3.
Referenze
•
Anticapitalisme & Révolution- Courant NPA
Facebook: https://www.facebook.com/Anticapitalisme.et.Revolution/?fref=ts
•
Anticapitalisme
& Révolution Blog: http://anticapitalisme-et-revolution.blogspot.fr/search?q=ZEP
•
Anticapitalisme & Révolution Revue communiste
révolutionnaire n° 25 Décembre 2016- Janvier 2017 ''<> Quelques enseignements d' une mobilitation dans l' Éducation'', Courant
A&R.
[1]Un
esempio si ha dalle paradossali
dichiarazioni, in totale contraddizione con gli obiettivi reali della riforma,
della ministra Vallaud- Belkacem, che, a proposito delle proteste dei docenti,
si dice << felice che il personale dei licei dell' educazione prioritaria
manifesti per ribadire forte e chiaro l' importanza dell' educazione prioritaria
e la necessità di rinnovarla>>...<>?! v.
Anticapitalisme & Révolution Revue communiste révolutionnaire n° 25
Décembre 2016- Janvier 2017 ''<> Quelques enseignements d' une
mobilitation dans l' Éducation'',
Courant A&R.
[2]A
questo proposito, molti collettivi contro gli abusi della polizia, appunto,
parlano di un colonialismo francese mai terminato; v. 19 luglio 2015 morte di
Adama Traore #JusticepourAdama.
[3] Da Anticapitalisme & Révolution
Revue communiste révolutionnaire n° 25 Décembre 2016- Janvier 2017
''<> Quelques enseignements d' une mobilitation
dans l' Éducation'', Courant A&R.