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Il Partito comunista dei lavoratori e Sinistra classe rivoluzione si presentano insieme alle prossime elezioni. Ferrando: "Condurremo anche noi la battaglia sulle firme"
di MONICA RUBINOROMA - "Per una sinistra rivoluzionaria". È il nome della lista e del simbolo che il Partito comunista dei lavoratori (Pcl) lancia assieme a Sinistra classe rivoluzione (Scr) alle prossime politiche. "L'obiettivo centrale è quello di usare anche la tribuna elettorale per ricostruire una coscienza politica di classe e anticapitalistica tra i lavoratori e gli sfruttati", spiega Marco Ferrando, voce e anima del Pcl da quando, nel 2006, questa costola trotzkista di Rifondazione comunista decise di staccarsi, in protesta contro la decisione di Fausto Bertinotti di entrare nel secondo governo Prodi.Alle ultime elezioni il partito di Ferrando ottenne lo 0,26% alla Camera e lo 0,37% al Senato, non riuscendo a conquistare nessun seggio. Tuttavia, anche se formalmente è il Parlamento il punto d'arrivo della nuova iniziativa politica avviata assieme al movimento Scr (che fino alla scissione avvenuta nel 2016 stava in Rifondazione comunista con il nome di organizzazione "Falcemartello"), di fatto lo scopo più importante è un altro. Ossia, "ricostruire un punto di riferimento anticapitalistico per i lavoratori che, dopo oltre dieci anni di massacro sociale, sono rimasti privi di rappresentanza. Nemmeno i sindacati sono più in grado di difenderli. Figuriamoci coloro che si presentano come la nuova sinistra", continua Ferrando.
Il riferimento è a Liberi e Uguali, il soggetto politico della sinistra unitaria nato il 3 dicembre dall'alleanza fra Mdp, Sinistra italiana e Possibile e che ha come leader il presidente del Senato Pietro Grasso: "Quella lista comprende un personale dirigente - sostiene ancora il leader del Pcl - che non solo ha distrutto la sinistra politica in Italia, a partire dallo scioglimento del Pci, ma ha diretto le gigantesche privatizzazioni degli anni '90, ha precarizzato il lavoro (a partire dal pacchetto Treu), ha infine votato tutto il peggio dei governi Monti, Letta, Renzi, inclusa la soppressione dell'articolo 18. In poche parole ha picconato la libertà e l'uguaglianza a danno di chi lavora. Il fatto che si chiamino 'Liberi e Uguali' dimostra solamente che il trasformismo non ha confini, la faccia tosta neppure".
Insomma per Ferrando "la sinistra o è anticapitalista oppure non è: il principio di realtà da cui partire è che il capitalismo è un sistema fallito, non ha più nulla da dare alle giovani generazioni in termini di progresso". E neppure il movimento civico del Brancaccio, guidato da Tomaso Montanari e Anna Falcone, è riuscito a dare voce "agli sfruttati e agli oppressi". È stato solo "un sipario, una mascheratura civica dietro cui si lavorava per ricomporre tasselli della cosiddetta sinistra riformista, subordinata agli interessi delle classi dominanti".
Di fronte a sé, però, la nuova lista Pcl-Scr ha lo stesso problema pratico dei Radicali: la raccolta di circa 50mila firme che la legge elettorale impone a