Testo del volantino nazionale a cura della Commissione studenti del partito
27 Settembre 2017
Sono passati circa due
anni da quando l'allora governo Renzi cambiava l'assetto fondamentale
del mondo dell'istruzione con la riforma della "Buona Scuola".
Una riforma che puntava a tutelare gli interessi dei privati
(imprese e banche) a scapito del diritto allo studio, ossia l'interesse
pubblico, di tutti i giovani, di potersi formare per poter affrontare al
meglio la propria vita (non solo, e non tanto, lavorativa).
Solo così si può definire una riforma che apriva i finanziamenti
alla scuola ai privati (che in cambio possono e vogliono dei ritorni
economici), che indirizzava maggiori finanziamenti alle scuole con
miglior risultati (che lo sono perché già disponevano di maggior
risorse), che dava pieni poteri di gestione (premi stipendio) e di
assunzione ai presidi (a scapito dei lavoratori della scuola sempre più
divisi e ricattabili) e, in ultimo, ma non per importanza, che obbligava
gli studenti a lavorare gratis (liceali 200 ore, tecnici e
professionali 400).
E il movimento studentesco?
Non c'è da stupirsi che il governo Renzi allora, e oggi il governo
Gentiloni, facciano gli interessi della borghesia (industriali e
banchieri), e non dell'immensa maggioranza della popolazione
(lavoratori). Non è un caso che i partiti dominanti (PD, centrodestra e
M5S) ricevano sistematicamente finanziamenti dalle grandi imprese,
banche ed assicurazioni di questo paese. Come diceva un vecchio
rivoluzionario tedesco (Marx): "I governi sono i comitati d'affari della
borghesia"; per questo se il governo distrugge il diritto allo studio
per difendere gli interessi privati (essenzialmente i profitti) della
borghesia non c'è nulla di nuovo sotto al sole.
Il punto, però, è che se il governo ha fatto al meglio gli interessi
di chi rappresenta (borghesia), il movimento studentesco (che dovrebbe
rappresentare gli interessi degli studenti) non ha fatto altrettanto.
Perché la riforma poteva essere fermata: più volte nella storia (anche
di questo paese) il movimento studentesco ha ottenuto grandi conquiste
attraverso la lotta contro i governi, e questo grazie alla lotta
radicale e di massa, fatta di assemblee, occupazioni e manifestazioni.
Nulla di tutto questo è stato fatto, o per lo meno provato, in questi
ultimi anni in Italia. Non per colpa del destino cinico e baro, ma per
responsabilità della direzione del movimento studentesco, ossia di chi
lo dirige a maggioranza: i centri sociali tra autonomi e Disobbedienti, e
i sindacati studenteschi ultrariformisti (UDU-RdS e UdS).
Da una parte un settarismo che li porta a dividere sistematicamente
le manifestazioni studentesche (magari per questioni di posizionamento) e
a non intervenire nelle lotte e negli scioperi dei lavoratori (visto
che "la classe operaia non esiste più", teoria di Toni Negri, massimo
referente intellettuale dei centri sociali) congiunto ad un avventurismo
che li porta a scontri mediatici con la polizia, a scapito di migliaia
di giovani manifestanti impreparati di fronte alla risposta repressiva
dello Stato. Dall'altra una forte impronta sindacalista, senza
posizionamenti e prospettive politiche, congiunto ad un riformismo che
ingabbia l'organizzazione a stare alla coda e al servizio delle classi
dominanti.
Per una direzione marxista rivoluzionaria del movimento studentesco
Contro questa linea perdente bisogna lottare per una svolta nel
movimento studentesco, a partire dalle manifestazioni studentesche di
questo autunno. Per un movimento studentesco che lotti unitariamente
(con manifestazioni unitarie) contro i governi nemici degli studenti e
le loro politiche, che cerchi di arrivare alla maggioranza degli
studenti (con assemblee negli istituti e nelle università) e che non
sostituisca la lotta paziente, organizzata e di massa, con scontri
mediatici inutili. Un movimento che sappia unire la propria lotta alla
lotta del mondo del lavoro, dei lavoratori e dei disoccupati, per un
cambio generale di questa società. Perché solo la rivoluzione cambia le
cose. Organizzare attorno a questo programma tutti i giovani e gli
studenti che lo condividono è la ragione del Partito Comunista dei
Lavoratori.
PCL - Commissione studenti