L'ipocrisia britannica sul nuovo virus e la secretazione dei contratti con le multinazionali della farmaceutica
Il governo della Gran Bretagna pare abbia avvisato con oltre un mese di ritardo della mutazione del virus in corso nel proprio paese. Solo l'esplosione del contagio nel sud-est e nella Grande Londra ha costretto Boris Johnson a rivelare pubblicamente ciò che ormai era impossibile nascondere. E pensare che il governo britannico era stato a suo tempo il più solerte nel denunciare i lunghi ritardi della Cina nel rivelare al mondo il contagio di Wuhan. Meno di un anno dopo, e nel pieno della seconda ondata della pandemia, il governo britannico ha seguito lo stesso copione.
La verità è che ovunque i governi capitalisti antepongono gli interessi della propria borghesia all'interesse dell'umanità. Boris Johnson è al riguardo un caso da manuale. Un anno fa si appellava alla cosiddetta immunità di gregge contro ogni misura di contenimento sanitario, per salvaguardare la tenuta economica della Gran Bretagna e avvantaggiarsi sulla concorrenza continentale. Poi l'esperienza personale del contagio sino alla concreta paura di crepare lo ha condotto a più miti consigli, facendone persino un alfiere di quel rigore sanitario precedentemente deriso. Ma tutto si è complicato con la seconda ondata e il suo maledetto incrocio col negoziato conclusivo della Brexit. Il premier si è trovato a mal partito, tra le opposte pressioni di un padronato britannico che spinge per un'uscita concordata con la UE e quelle di una consistente fronda ultranazionalista dei conservatori pronta ad accusarlo di pubblico tradimento in caso di accordo. In più, la sconfitta di Trump negli USA ha privato il governo inglese di quell'asse privilegiato con l'amministrazione americana presentato al proprio elettorato come fattore di rilancio internazionale della Gran Bretagna. In tali condizioni, a fronte di una durissima recessione economica interna, il virus mutato dev'essere apparso agli occhi del premier come il classico chiodo che chiude la bara. Da qui il tentativo di secretare il più possibile l'evento per guadagnare tempo nella speranza di un suo ridimensionamento. Ma l'esplosione del contagio ha fatto saltare l'operazione di censura, rivelandone anzi l'estrema gravità e le serie conseguenze a livello continentale.
Il blocco generale e immediato dei trasporti aerei, ferroviari e su gomma con la Gran Bretagna cerca ora di chiudere la stalla. Ma ormai molti buoi sono a spasso in Europa.
Tuttavia, un altro fatto misura nelle stesse ore un'ipocrisia della Unione Europea non minore di quella britannica. Un fatto silenziato dalla grande stampa italiana, ma non da quella francese. Si tratta della divulgazione per errore dei prezzi dei vaccini pattuiti tra l'Unione Europea e i grandi monopoli della farmaceutica. La segretaria al bilancio del governo belga ha infatti confidato imprudentemente a propri interlocutori (troppo) ciarlieri la natura dei contratti stipulati dalla Commissione. Bene, si è saputo per questa via che i grandi monopoli della farmaceutica, da autentici strozzini, avevano chiesto ai governi europei committenti cifre da favola, sino a 25 o 30 euro per dose di vaccino, peraltro dopo aver già incassato fior di miliardi di finanziamenti pubblici dal governo USA. La Commissione Europea, centralizzando il negoziato, ha ottenuto prezzi assai più modici e vantaggiosi, ma in cambio ha fornito ai colossi farmaceutici la solenne assicurazione della segretezza dei contratti stipulati, in modo da consentire loro di poter trattare e ottenere prezzi più elevati da altri stati e attori internazionali. Ora la segretezza è caduta, per ragioni fortuite. E allora un grande funzionario anonimo di Bruxelles lamenta il «rischio che ora le case farmaceutiche possano diventare ancora più esigenti verso i poteri pubblici europei» (Le Monde, 22 dicembre).
In sintesi: gli stati dell'Unione avevano garantito ai banditi della farmaceutica il diritto di poter rapinare altri paesi e continenti in cambio del proprio silenzio sui prezzi pattuiti in Europa. Ora si preoccupano che i banditi possano reagire avanzando nuove pretese. Come dire che lo scandalo non sta nel fatto che si volevano nascondere all'opinione pubblica europea e mondiale i contratti siglati, ma nel fatto che il segreto... è stato rivelato.
Questa è la classe che domina il mondo, questi i governi che la proteggono. L'esproprio senza indennizzo dell'industria farmaceutica, sotto il controllo dei lavoratori e dei consumatori, è una misura di igiene morale e di valenza mondiale. Solo governi dei lavoratori e delle lavoratrici possono realizzare una misura simile.