Venerdì 15 gennaio 2021 si è tenuto un presidio davanti alla prefettura di Milano per quanto riguarda la vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici dell'Hotel Gallia.
Condividiamo e diffondiamo il comunicato del Comitato 23 settembre, che ha espresso la propria solidarietà a questa lotta contro l'attacco dell'arroganza padronale.
Vorremmo sottolineare che per le donne questa fase di crisi aggravata dalla pandemia si manifesta con la drammatica situazione dell'attacco al lavoro e al salario.
Come se non bastasse, tante donne sono alle prese con una difficile ricollocazione nel mondo del lavoro, sia per motivi legati al lavoro di cura, caricato sulle loro spalle all'interno delle mura domestiche, sia per la repressione in atto da parte dei padroni. A questa poi si aggiunge un particolare e diffuso clima repressivo nei confronti delle donne che si espongono e rischiano per difendere il proprio posto di lavoro: quello di una certa collettività silente o addirittura contraria a queste lotte, che pensa di tacciare come “problematici” gli atteggiamenti di chi sta compiendo delle scelte giuste e inopinabili, lasciandole ai margini come soggetti scomodi.
Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene qualsiasi lotta progressiva che miri alla difesa del salario, all'abbattimento del sistema degli appalti e delle esternalizzazioni, che rivendichi un salario di disoccupazione per chi il lavoro non ce l'ha. Appoggia ogni lotta per l'emancipazione delle lavoratrici e di tutte le donne oppresse, per la loro completa autodeterminazione e liberazione dalle catene del capitalismo e del patriarcato.
Partito Comunista dei Lavoratori – Commissione donne e altre oppressioni di genere
Solidarietà alla lotta delle lavoratrici dell’Hotel Gallia
Piovono pietre sulle lavoratrici dell’Hotel Gallia.
Gli alberghi di lusso, ecco un settore che negli anni ha avuto nella Milano capitale della moda una inarrestabile espansione, un settore in cui si lucrano ingenti profitti grazie alla clientela di super ricchi e soprattutto al supersfruttamento dei lavoratori che vi operano e, ultimo anello della catena, delle lavoratrici delle pulizie. Le condizioni di lavoro, quando il lavoro c’era, erano una sintesi del peggio: grazie al sistema degli appalti, paghe da fame e lavoro a cottimo! Con il cambiamento continuo delle ditte appaltatrici, malattie e maternità non pagate, mancati rimborsi del 730 e la perdita di ogni diritto al mantenimento del posto di lavoro.
Con l’emergenza Covid, le lavoratrici dell’Hotel Gallia sono in cassa integrazione con uno stipendio da fame: essendo tutte a part time, la cassa per alcune è di 300 euro al mese. Da mesi lottano per il riconoscimento dei loro diritti e prima di tutto per la conferma del posto di lavoro. Presidi, manifestazioni e interminabili trattative sindacali non hanno finora evitato la beffa dell’ennesimo cambiamento della ditta che avrebbe dovuto rilevare l’appalto e quindi riassumerle.
La ripresa della lotta a questo punto è una via obbligata, come è necessario attivare una campagna di solidarietà verso tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore (più di 30.000 nel milanese) che dovranno affrontare lo stesso destino, nella prospettiva della costruzione di una mobilitazione generale prolungata, che preveda, tra i diversi punti rivendicativi, la cancellazione di tutte le esternalizzazioni e privatizzazioni.
Come ogni crisi, anche questa sarà usata dalle grandi imprese (fra cui quelle del turismo di lusso) per ricevere dallo stato più aiuti del solito e ristrutturare, allontanando ulteriormente quella che dovrebbe essere la naturale collocazione delle lavoratrici, e cioè la loro assunzione da parte della struttura in cui si svolge il loro lavoro e il riconoscimento di tutte le garanzie, tra cui la stabilità del posto di lavoro, la garanzia di un salario dignitoso e in particolare, nell’emergenza sanitaria, oltre alla copertura del 100% del salario, il rispetto delle norme di protezione dal contagio.
Il nostro comitato vuole contribuire a rompere il silenzio sulle lotte delle lavoratrici, e di tutte quelle donne, molte delle quali immigrate, che dopo anni di crisi saranno le prime a dover affrontare nei prossimi mesi il licenziamento e la mancanza di servizi programmata per affrontare l’emergenza.
Una situazione difficile che rischia di diventare insostenibile, che non può certo essere risolta a livello individuale.
Denunciando questa situazione, i veri responsabili dello sfruttamento del lavoro, e il carattere sessista e razzista di questo sistema sociale, vogliamo dare voce a tutte le realtà di lotta sui vari fronti dell’oppressione femminile e batterci per creare collegamenti e lotte sempre più estese e unitarie.
Con questo spirito partecipiamo al presidio che si terrà venerdì 15/1, davanti alla prefettura di Milano.
comitato23settembre@gmail.com