Il significato di un ex armatore che conquista la testa di Syriza
Un ex trader bancario presso Goldman Sachs, e poi armatore, di nome Stefanos Kasselakis, ha scalato il partito di Syriza vincendo le primarie col 56% dei voti contro l'ex ministra del lavoro, Efi Achtsioglu, fermatasi al 43%. È il nuovo segretario del partito. Il suo programma è fare “un nuovo partito democratico”, che si candida al governo della Grecia. Il premier conservatore Mitsotakis si è immediatamente congratulato col vincitore. L'attuale ministro del lavoro Georgiadis, proveniente dall'estrema destra greca, recita soddisfatto il de profundis della sinistra greca. Una parte della base di Syriza, quella più militante, è tormentata o sconvolta.
La scalata di Kasselakis alla segreteria di Syriza non è in realtà un fulmine a ciel sereno, se non agli occhi di coloro che non hanno voluto vedere la realtà. L'esperienza del governo Tsipras dal 2015, il suo sostegno al memorandum della troika, il suo tradimento clamoroso dei lavoratori greci e delle loro domande di svolta, ha avviato com'era prevedibile la crisi traumatica di quel partito. Tsipras aveva risposto alla crisi con un'ostentata svolta moderata alla ricerca del vecchio spazio del PASOK. Ma l'operazione è fallita. La precipitazione elettorale di Syriza alle ultime elezioni politiche, con la seconda vittoria consecutiva della destra ellenica, e le successive dimissioni di Tsipras, hanno segnato questo fallimento. Ora Kasselakis raccoglie i frutti di questa dinamica rovinosa, rivelando l'estrema fragilità di una formazione politica allo sbando, pronta ad essere scalata da un avventuriero spregiudicato.
La deriva di Syriza non riguarda solo la Grecia. Syriza e Tsipras hanno rappresentato negli anni il fiore all'occhiello della cosiddetta sinistra europea, il campo formatosi a sinistra delle socialdemocrazie liberali del continente. Nel nome di Tsipras si sono spese tutte le sue sezioni continentali con tanto di sventolio di bandiere e di promesse. Rifondazione Comunista in Italia si è intestata la sua rappresentanza. E ora? Si metterà nuovamente la polvere sotto il tappeto, come già ai tempi del governo Tsipras?
La verità è che si impone un bilancio di fondo. Una sinistra riformista che si candida a governare il capitalismo incorpora prima o poi la propria rovina. A tutto danno del movimento operaio. A tutto vantaggio delle destre peggiori. Accadde con la Rifondazione di Prodi, è riaccaduto con la Syriza di Tsipras. E anche Podemos, coi suoi ministri, è entrato nel vortice di una crisi profonda.
Una sinistra capace di futuro o è rivoluzionaria o non è.