♠ in
appalti,
associazione a delinquere,
Brandizzo,
capitale,
Ferrovie dello Stato,
governo,
governo dei lavoratori e delle lavoratrici,
incidente,
operai,
partiti borghesi,
precarietà,
salariati,
strage,
subappalti at 02:00
La tragica morte di cinque operai travolti da un treno durante il proprio lavoro presso la stazione ferroviaria di Brandizzo è l'ennesimo omicidio del capitale.
Le autorità di governo e giudiziarie sono alla ricerca degli errori di comunicazione o degli spiacevoli disguidi tecnici. Ma quali che saranno le conclusioni formali dell'inchiesta, resta il dato di fondo. Anni e decenni di precarizzazione del lavoro, di appalti e subappalti sempre più liberi, di taglio degli organici e di turni massacranti, di assenza di controlli sulle condizioni minime di sicurezza, hanno moltiplicato i morti. Non sono incidenti, sono omicidi.
L'azienda presso cui i cinque operai lavoravano (Sigifer) aveva il certificato sulla sicurezza scaduto da più di un mese. Eppure vantava e vanta pubblicamente sui propri siti le massime garanzie in fatto di “qualità, eccellenza, sicurezza” (testuale). Non è un caso. Quando nessuno controlla, anche perché hanno tagliato persino il numero degli ispettori del lavoro, i padroni sbandierano la propria propaganda a caccia di commesse pubbliche e private sulla pelle dei propri operai.
Naturalmente sosteniamo ogni iniziativa di protesta e di sciopero contro l'omicidio di Brandizzo. Ma rifiutiamo le lacrime di coccodrillo del governo e dei partiti borghesi che hanno legiferato contro il lavoro nel nome del libero mercato, al servizio dei capitalisti, e oggi fingono commozione o sdegno. Come, fra tutti, il ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, grande sponsor della massima liberalizzazione degli appalti, e oggi in coda all'ipocrisia collettiva.
C'è bisogno di una svolta di lotta generale che rivendichi la cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione e di libero appalto, varate da tutti i governi degli ultimi trent'anni, un controllo operaio sulle condizioni del lavoro, il rifiuto dello sfruttamento. Non bastano le chiacchiere delle burocrazie sindacali, né puri atti simbolici e rituali. Occorre una mobilitazione generale, una lotta vera, finalmente. Che unisca 18 milioni di salariati in contrapposizione al capitale, la vera associazione a delinquere.
Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, basato sulla loro organizzazione e la loro forza, potrà rendere giustizia agli sfruttati.
Partito Comunista dei Lavoratori