Sulle pagine de Il
Manifesto si è annunciata l'ennesima variante di “Costituente
Comunista”. Promotori dell'operazione il PDCI, ora PCdI, guidato da
Fausto Sorini, e una componente interna all'area grassiana del PRC
guidata da Steri.
“Questo progetto gode della fiducia, della simpatia e del sostegno della più parte delle forze che oggi compongono il movimento comunista e rivoluzionario nel mondo, a partire dai partiti comunisti dei BRICS”: così assicura, con squillo di fanfare, il testo annuncio della “costituente”. Qual'è il principale paese dei BRICS? Naturalmente la Cina, guidata dal “PCC”.
Non è la prima volta che l'”unità dei comunisti” viene sbandierata come mozione di richiamo. Ogni volta mascherando dietro questa enunciazione accattivante tutto ciò che non ha niente a che spartire col comunismo. Basti pensare alla auto celebrazione di Rifondazione come tempio dell'”unità comunista” combinata con la ciclica corsa ai ministeri dei suoi gruppi dirigenti e col loro sostegno alle politiche di rapina contro il lavoro a vantaggio del capitale finanziario.
Tuttavia qui siamo davvero in presenza di una novità reale. E' infatti la prima volta che si propone di fondare “l'unità dei comunisti”... sul richiamo al Partito Comunista Cinese. Non sul richiamo al partito stalinista di Mao, come potrebbe pensare qualcuno. Ma sul richiamo all'attuale partito al potere (totalitario) della grande potenza capitalista cinese. Espressione e scudo di una nuova borghesia di papaveri miliardari. Garante dello sfruttamento brutale di centinaia di milioni di operai nel proprio paese. Protagonista di una gigantesca proiezione imperialistica dei propri interessi su scala planetaria, a partire dall'Africa. Promotrice di una grande corsa militarista in Asia, in contrasto con gli imperialismi rivali a partire dal Giappone.
La domanda è semplice: cosa ha a che vedere il comunismo con tutto questo? Naturalmente nulla. Eppure è proprio su questa filiazione internazionale con Pechino che si fonda l'operazione in questione. “La collocazione internazionalista affine” contro ogni “debolezza ideologica” è infatti indicata esplicitamente come l'architrave della costituente. Non come una posizione tra le altre, per quanto abnorme, ma proprio come suo fondamento. Peraltro non da oggi Fausto Sorini ha assunto il PCC come proprio partito guida.
Che dire. Siamo alla fase della malattia senile dello stalinismo. Quella del capitalismo.. “comunista” o del “comunismo”.. capitalista. Forze che in passato assunsero a riferimento la burocrazia stalinista di Mosca, quando alla testa di uno Stato operaio tradiva la Rivoluzione d'Ottobre e la rivoluzione internazionale, plaudono oggi al partito erede dello stalinismo cinese quando si pone alla testa di un grande capitalismo restaurato contro i propri operai e i popoli oppressi del mondo. C'è una logica: ieri come oggi la rimozione di ogni principio di classe, di ogni internazionalismo classista, di ogni programma comunista.
Sarebbe questa la “costituente comunista”? Non le mancherà - non dubitiamo - “la fiducia, la simpatia, il sostegno” del PCC e dei suoi miliardari, come assicurano i suoi promotori. Di certo non avrà il sostegno dei comunisti.
“Questo progetto gode della fiducia, della simpatia e del sostegno della più parte delle forze che oggi compongono il movimento comunista e rivoluzionario nel mondo, a partire dai partiti comunisti dei BRICS”: così assicura, con squillo di fanfare, il testo annuncio della “costituente”. Qual'è il principale paese dei BRICS? Naturalmente la Cina, guidata dal “PCC”.
Non è la prima volta che l'”unità dei comunisti” viene sbandierata come mozione di richiamo. Ogni volta mascherando dietro questa enunciazione accattivante tutto ciò che non ha niente a che spartire col comunismo. Basti pensare alla auto celebrazione di Rifondazione come tempio dell'”unità comunista” combinata con la ciclica corsa ai ministeri dei suoi gruppi dirigenti e col loro sostegno alle politiche di rapina contro il lavoro a vantaggio del capitale finanziario.
Tuttavia qui siamo davvero in presenza di una novità reale. E' infatti la prima volta che si propone di fondare “l'unità dei comunisti”... sul richiamo al Partito Comunista Cinese. Non sul richiamo al partito stalinista di Mao, come potrebbe pensare qualcuno. Ma sul richiamo all'attuale partito al potere (totalitario) della grande potenza capitalista cinese. Espressione e scudo di una nuova borghesia di papaveri miliardari. Garante dello sfruttamento brutale di centinaia di milioni di operai nel proprio paese. Protagonista di una gigantesca proiezione imperialistica dei propri interessi su scala planetaria, a partire dall'Africa. Promotrice di una grande corsa militarista in Asia, in contrasto con gli imperialismi rivali a partire dal Giappone.
La domanda è semplice: cosa ha a che vedere il comunismo con tutto questo? Naturalmente nulla. Eppure è proprio su questa filiazione internazionale con Pechino che si fonda l'operazione in questione. “La collocazione internazionalista affine” contro ogni “debolezza ideologica” è infatti indicata esplicitamente come l'architrave della costituente. Non come una posizione tra le altre, per quanto abnorme, ma proprio come suo fondamento. Peraltro non da oggi Fausto Sorini ha assunto il PCC come proprio partito guida.
Che dire. Siamo alla fase della malattia senile dello stalinismo. Quella del capitalismo.. “comunista” o del “comunismo”.. capitalista. Forze che in passato assunsero a riferimento la burocrazia stalinista di Mosca, quando alla testa di uno Stato operaio tradiva la Rivoluzione d'Ottobre e la rivoluzione internazionale, plaudono oggi al partito erede dello stalinismo cinese quando si pone alla testa di un grande capitalismo restaurato contro i propri operai e i popoli oppressi del mondo. C'è una logica: ieri come oggi la rimozione di ogni principio di classe, di ogni internazionalismo classista, di ogni programma comunista.
Sarebbe questa la “costituente comunista”? Non le mancherà - non dubitiamo - “la fiducia, la simpatia, il sostegno” del PCC e dei suoi miliardari, come assicurano i suoi promotori. Di certo non avrà il sostegno dei comunisti.