Prosegue il tesseramento 2017 al PCL
È passato un secolo dalla Rivoluzione d'ottobre. Un secolo da quando per la prima volta nella storia milioni di lavoratori, e con essi tutti gli sfruttati e i diseredati dell'Impero zarista, centro e periferia dell'impero capitalista, presero parola e varcarono il proscenio della storia, impossessandosene, e imposero loro stessi come soggetto e oggetto di un'azione politica che avrebbe cambiato le sorti dell'umanità.
Per molti, a sinistra, tutto ciò sarà tema di rievocazione commossa, con tanto di professione di fede, trovando magari occasione per interrompere per qualche attimo il loro tran tran quotidiano, a ciglio asciutto, fra sottoboschi assessorili e altrettante professioni di fede... alle istituzioni e ai poteri borghesi. Proprio quelle istituzioni e quei poteri che quella rivoluzione aveva mandato gambe all'aria.
Per noi no. Non ci interessano rievocazioni, perché si rievoca ciò che non solo è passato, ma che è concluso; ciò il cui svolgimento è stato compiuto e perciò stesso archiviato. Si rievocano gli spiriti, o i cari estinti. Per noi, invece, quella storia e quelle azioni non si sono interrotte (contrariamente a quello che dicevano venticinque anni fa gli apologeti del mondo libero [del capitale], e che ripete oggi, da buon ultimo, anche Fausto Bertinotti), ma hanno continuato a valere, a parlarci e a parlare. Per noi sono il contenuto di un'attività politica quotidiana, che costituisce la sostanza della nostra lotta contro quel capitalismo che, oggi come un secolo fa, sui suoi fallimenti manda uomini a morire e intere civiltà a schiantarsi.
Ed è in ragione di questa vigenza che sulla tessera del 2017 del Partito Comunista dei Lavoratori ci saranno loro, gli attori della nostra lotta. Migliaia di soldati - lavoratori in uniforme - che in quel fulgido frangente del 1917 marciano in direzione dello Smolny a Pietrogrado, in sostegno ai bolscevichi, innalzando drappi rossi e insegne inneggianti al potere dei Soviet e alla rivoluzione. Ai lati della strada, giovani, donne e bambini che seguono la marcia e si aggregano. Per la prima volta da protagonisti. Quel secolo vale ancora. Quella storia vale ancora.
Per molti, a sinistra, tutto ciò sarà tema di rievocazione commossa, con tanto di professione di fede, trovando magari occasione per interrompere per qualche attimo il loro tran tran quotidiano, a ciglio asciutto, fra sottoboschi assessorili e altrettante professioni di fede... alle istituzioni e ai poteri borghesi. Proprio quelle istituzioni e quei poteri che quella rivoluzione aveva mandato gambe all'aria.
Per noi no. Non ci interessano rievocazioni, perché si rievoca ciò che non solo è passato, ma che è concluso; ciò il cui svolgimento è stato compiuto e perciò stesso archiviato. Si rievocano gli spiriti, o i cari estinti. Per noi, invece, quella storia e quelle azioni non si sono interrotte (contrariamente a quello che dicevano venticinque anni fa gli apologeti del mondo libero [del capitale], e che ripete oggi, da buon ultimo, anche Fausto Bertinotti), ma hanno continuato a valere, a parlarci e a parlare. Per noi sono il contenuto di un'attività politica quotidiana, che costituisce la sostanza della nostra lotta contro quel capitalismo che, oggi come un secolo fa, sui suoi fallimenti manda uomini a morire e intere civiltà a schiantarsi.
Ed è in ragione di questa vigenza che sulla tessera del 2017 del Partito Comunista dei Lavoratori ci saranno loro, gli attori della nostra lotta. Migliaia di soldati - lavoratori in uniforme - che in quel fulgido frangente del 1917 marciano in direzione dello Smolny a Pietrogrado, in sostegno ai bolscevichi, innalzando drappi rossi e insegne inneggianti al potere dei Soviet e alla rivoluzione. Ai lati della strada, giovani, donne e bambini che seguono la marcia e si aggregano. Per la prima volta da protagonisti. Quel secolo vale ancora. Quella storia vale ancora.
Partito Comunista dei Lavoratori
(per contattare la Sez. di Bologna scrivi a pclavoratoribologna@gmail.com. La sezione di Bologna si riunisce tutti i lunedì alle ore 21 in via Marini 1/b)