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Contro l'Europa del capitale! Per l'Europa socialista!

assemblea pubblica nazionale del PCL

Roma, sabato 25 marzo ore 11:00, 

Via Cavour 50/A





La ricorrenza del sessantesimo anniversario dei trattati della CEE rappresenta l'ennesima scadenza intorno a cui si confrontano diverse prospettive e diversi orientamenti nell'arcipelago della sinistra sul tema dell'Europa.
Da un lato l'eterna litania diversamente declinata di una "Europa sociale e democratica" imperniata intorno alla proposta di "democratizzazione" dell'UE come leva di svolta sulle politiche sociali; dall'altro versante il nuovo slancio assunto da posizioni neosovraniste anche di sinistra, incentrate principalmente sull'uscita del capitalismo italiano dall'Euro come strumento di recupero della cosiddetta "sovranità nazionale" e di possibili nuove forme di redistribuzione della ricchezza.

Noi proponiamo una risposta diversa alla questione cruciale dell'Europa.
In primo luogo la speranza di una democratizzazione della UE è la ripetizione su scala continentale dell'illusione della riforma impossibile del capitalismo. Siamo da sempre contro l'Unione Europea. Una Unione di Stati capitalisti unicamente interessati a partecipare alla spartizione del mondo dopo la fine dell'URSS, nel nuovo mercato globale.
Ma la lotta contro l'Unione Europea può procedere da opposti versanti, politici e di classe, e mirare ad opposte prospettive.
Tutte le principali destre reazionarie continentali, dai Salvini alle Le Pen, cavalcano il sentimento antieuropeo, ma da un versante radicalmente opposto: una battaglia reazionaria che punta a far leva sulla crisi capitalista per costruire una soluzione reazionaria, in ogni Stato come sul piano continentale, senza per questo mettere in discussione, anzi proponendosi come continuatori delle politiche di rapina e dell'offensiva dominante contro i diritti sociali, sindacali e democratici del movimento operaio europeo come di tutti gli oppressi.

In una fase storica segnata dall'ascesa di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, col pieno di retorica nazionalista a coprire nuovi tagli ai diritti sociali e sindacali, ogni cedimento alle sirene del sovranismo e del nazionalismo, anche "di sinistra", rappresenta una vera e propria truffa: la borghesia in ogni Stato arruola i propri lavoratori contro i lavoratori di altri paesi, in una competizione mondiale di tutti contro tutti. I sacrifici che prima erano richiesti nel nome della globalizzazione e del libero scambio, ora sono invocati sempre più nel nome della Patria e della Nazione. Ma a pagare sono sempre gli stessi: i lavoratori. E a guadagnarci sono sempre gli stessi: i capitalisti e i loro profitti.

Il movimento operaio affronta questa fase di crisi profonda del capitalismo col peso sulle spalle della più profonda crisi storica della sua direzione politica. Il proletariato europeo ha a più riprese dato prova della sua disponibilità alla lotta, come mostrato chiaramente dall'enorme, generoso e prolungato sforzo di lotta prodotto dal proletariato greco o come ribadito dalla straordinaria mobilitazione di lavoratori e giovani francesi lo scorso anno contro la Loi travail del governo Hollande, sfidando lo stato di emergenza e lo stragismo fascioislamista; e più in generale come mostrato da ogni piccola e grande vertenza o mobilitazione che ha attraversato e attraversa i paesi del vecchio continente.

Ciò che invece è assente e da costruire è una direzione politica del movimento operaio che sappia dare a questa disponibilità, all'enorme forza ancora inespressa dalla classe operaia europea, una direzione rivoluzionaria, che sappia mettere le rivendicazioni transitorie al centro dell'agenda, che sappia porre la questione degli Stati uniti socialisti d'Europa. Per fare questo due ingredienti sono imprescindibili: l'indipendenza politica e programmatica tanto dall'UE quanto dalle borghesie nazionali, e la consapevolezza della centralità della questione del potere.

Solo un governo dei lavoratori, infatti, come espressione diretta del loro potere politico, può mettere veramente in discussione il capitalismo europeo e tutte le sue sovrastrutture politico-economiche, contro l'UE imperialista e contro ogni ripiegamento reazionario, diretta filiazione della crisi capitalistica mondiale.

Saremo anche noi a Roma, il 25 marzo, per riaffermare le ragioni di una soluzione classista e internazionalista alla crisi del capitalismo.


Per la costruzione di un partito internazionale della classe lavoratrice!

Per un governo dei lavoratori!

Per gli Stati uniti socialisti d'Europa!
Partito Comunista dei Lavoratori