♠ in Assemblea Nazionale Organizzativa,CGIL,CISL,CUB,M5S,NATO,quota 100,reddito di cittadinanza,SGB,sindacati di base,sindacato di classe,UIL at 06:36
Un primo importante passo nella giusta direzione
Il 13 e 14 aprile si è svolta l'Assemblea nazionale organizzativa di SGB, con due compiti fondamentali e tra loro intrecciati quale scopo dei suoi lavori: lo sviluppo organizzativo di SGB e la definizione del processo che condurrà all'unione con la CUB.
La discussione delle assemblee territoriali fino all'assise nazionale è stata istruita da un documento che si è dapprima soffermato sull'analisi della crisi economica mondiale e sul cambiamento del ruolo del sindacato.
Per quanto riguarda la prima, è condivisibile l'accento posto sullo scontro interimperialista, il ruolo del governo americano, la costruzione dell'Unione Europea come blocco imperialista, e la necessita della rivendicazione dell'uscita dalla NATO. Anche l'abbozzo di analisi riguardo la politica del governo giallo-verde a tutela degli interessi delle piccole e medie imprese svantaggiate dai processi di globalizzazione economica, e che oggi si basa su un blocco sociale costituito principalmente della piccola-media borghesia esportatrice del nord d'Italia, un blocco sociale fondamentalmente reazionario, appare centrato, anche se bisognoso di approfondimenti e maggiori specificazioni come, ad esempio il ruolo del Movimento 5 Stelle.
Il governo giallo-verde viene chiamato in causa anche per la sua azione volta a cambiare il ruolo del sindacato, che supera la concertazione, la cogestione e la complicità per tentare piuttosto la via della disintermediazione.
La disintermediazione significa nei fatti l'annullamento - almeno tendenziale - del ruolo del sindacato, in ossequio all'idea interclassista del M5S e ad un progetto autoritario e neocorporativo proprio della Lega, di cui il decreto sicurezza rappresenta una esempio di traduzione giuridico-formale.
La proposta strategica si oppone a questa deriva e al progetto che la sottende.
Per questo viene ribadita la necessità del sindacato di classe laddove, anche se con un breve passaggio, si afferma che il sindacalismo di base non può più esser considerato un soggetto unico, essendo attraversato dalla contraddizione tra chi ha cercato di continuare a praticare la lotta sindacale pur tra errori e inadeguatezze, e chi ha ceduto alla complicità (accordo 10 gennaio 2014) o ha imboccato scorciatoie partitiche.
Il processo di unificazione con la CUB è funzionale a questo progetto, ma questo processo non è automatico, va ripreso ed elaborato con un confronto intorno all'idea di sindacato da costruire, un sindacato definito come democratico, conflittuale e indipendente.
Il documento quindi si conclude con le indicazioni operative assegnate all'Assemblea nazionale organizzativa.
Tra i punti operativi compare l'intento di una eventuale affiliazione al WTFU (Federazione Sindacale Mondiale).
Proprio su questo proposito, che non appare giustificato nell'economia del ragionamento svolto nel documento, si sono appuntate le nostre critiche e la proposta di un emendamento sostanzialmente cassatorio.
Il WTFU associa sindacati di regime come quello nord-coreano e quello siriano, che partecipano dell'oppressione dei lavoratori di quei paesi e della negazione dei loro più elementari diritti sindacali, e che pertanto sono in diretta contraddizione con il proposito di costruire un sindacato di democratico, di classe e indipendente.
Questo documento non è stato sottoposto al voto dell'assemblea, segnando una pratica che abbiamo criticato perché in contraddizione con i propositi di costruzione di un'organizzazione rispettosa di tutte le regole sostanziali e formali di democrazia interna.
Ciò, peraltro, ci ha impedito di sottoporre al voto il nostro emendamento.
Nelle giornate del 13 e 14 aprile, alla presenza di circa 100 delegati, si è svolta l'Assemblea nazionale organizzativa.
Alla riunione sono intervenuti anche numerosi compagni dirigenti a vario livello della CUB, con eguali diritti e tempi di intervento.
La riunione è stata introdotta dalla relazione (1) che riprende e rafforza i contenuti del documento preparatorio sottolineando la contrarietà (nel caso della flat tax e dell’autonomia regionale di Lombardia, Veneto ed Emilia) e le critiche ai provvedimenti del governo, anche quelli a cui la propaganda assegna un maggiore rilievo sociale, come il decreto dignità, che non abolisce il precariato; la "quota 100", che non abolisce la legge Fornero; e il reddito di cittadinanza, che non costituisce la fine della povertà.
Senza aderire in nessun modo all’opposizione di stampo liberale e filopadronale al governo, che va da CGIL-CISL-UIL a Confindustria, si ribadisce invece il contrasto alle grandi opere inutili, a cominciare dal TAV, e l’appoggio al movimento ambientalista anche sul terreno esemplare della battaglia sull’Ilva di Taranto. Viene positivamente ribadita l’importanza e il significato dello sciopero generale, che va costruito con una campagna di massa e non svalutato a fini di autorappresentanza. Si individua la necessità di costruire campagne vertenziali che parlino alla maggioranza dei lavoratori, come, con tutta evidenza, la rivendicazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. In generale, alla base della politica sindacale va posta la rivendicazione del movimento operaio di decidere cosa, quanto e come si produce. Per conseguire questo obbiettivo è necessario costruire il sindacato di classe, confederale, di massa, e che in conseguenza degli scopi di lotta della classe lavoratrice non può essere che anticapitalista.
Infine, dopo aver sottolineato il carattere necessariamente confederale del sindacato a salvaguardia dell’unità della classe lavoratrice e del rifiuto dell’autoreferenzialità, che con una certa approssimazione possiamo tradurre dal punto di vista marxista rivoluzionario in un rifiuto del settarismo, viene ribadita l’intento di confluire nella CUB con il congresso nazionale del gennaio 2020.
Tale percorso dovrà riuscire, attraverso un confronto leale e trasparente, nella non facile conformazione organizzativa tra due sindacati che al momento hanno un’architettura interna diversa.
È significativo, dal nostro punto di vista, la scomparsa dell’accenno alla eventuale confluenza nel WTFU, dovuta soprattutto al tradizionale orientamento contrario della CUB, legata piuttosto al coordinamento dei sindacati di base europei, lontani dall’impostazione stalinista che connota molte delle organizzazioni aderenti al WTFU.
Il dibattito ha visto numerosi interventi i quali, in maggioranza, sono stati sostanzialmente d’accordo con la relazione introduttiva incentratasi soprattutto su alcuni aspetti del rilancio organizzativo di SGB (commissioni di settore, comunicazione, sito web e altro). Gli unici interventi critici sono stati quelli di alcuni compagni di SGB Lazio che hanno lamentato soprattutto la precipitosità del percorso di confluenza, e l’impreparazione di SGB a questo passo.
Dopo le riunioni delle commissioni di settore del pomeriggio del 13 aprile, la riunione si è conclusa la mattina del 14 con la votazione della mozione conclusiva (2).
La mozione finale ha avuto il consenso di quasi l’unanimità dei delegati, con un solo voto contrario.
In conclusione, l’assemblea nazionale organizzativa di SGB ha segnato un modesto ma importante passaggio nella direzione giusta, in controtendenza con i processi di scissione e disgregazione che hanno segnato la vita dei sindacati di base negli ultimi decenni, determinandone un’involuzione settaria ed incapace di parlare alla massa della classe lavoratrice.
Come marxisti rivoluzionari non possiamo che accogliere positivamente il processo avviato da SGB e CUB, pur con tutte le difficoltà che si dipaneranno da qui al gennaio 2020. Dovremo dunque intervenire a sostegno di questo processo sia dal versante di SGB che quello della CUB, vigilando e magari approfondendo il carattere democratico della loro fusione e contrastando ogni deriva settaria a danno dell’unità classe lavoratrice e della possibilità della costituzione di un fronte unico di lotta contro le politiche governative e i progetti padronali.
Qui e qui gli interventi dei compagni/e del PCL all'Assemblea.
Note:
(1) Potete leggerla alla pagina: https://www.sindacatosgb.it/it/85-nazionale/928-assemblea-nazionale-organizzativa-relazione-introduttiva
(2) Potete leggerla alla pagina: https://www.sindacatosgb.it/it/85-nazionale/929-mozione-finale-assemblea-organizzativa-nazionale
La discussione delle assemblee territoriali fino all'assise nazionale è stata istruita da un documento che si è dapprima soffermato sull'analisi della crisi economica mondiale e sul cambiamento del ruolo del sindacato.
Per quanto riguarda la prima, è condivisibile l'accento posto sullo scontro interimperialista, il ruolo del governo americano, la costruzione dell'Unione Europea come blocco imperialista, e la necessita della rivendicazione dell'uscita dalla NATO. Anche l'abbozzo di analisi riguardo la politica del governo giallo-verde a tutela degli interessi delle piccole e medie imprese svantaggiate dai processi di globalizzazione economica, e che oggi si basa su un blocco sociale costituito principalmente della piccola-media borghesia esportatrice del nord d'Italia, un blocco sociale fondamentalmente reazionario, appare centrato, anche se bisognoso di approfondimenti e maggiori specificazioni come, ad esempio il ruolo del Movimento 5 Stelle.
Il governo giallo-verde viene chiamato in causa anche per la sua azione volta a cambiare il ruolo del sindacato, che supera la concertazione, la cogestione e la complicità per tentare piuttosto la via della disintermediazione.
La disintermediazione significa nei fatti l'annullamento - almeno tendenziale - del ruolo del sindacato, in ossequio all'idea interclassista del M5S e ad un progetto autoritario e neocorporativo proprio della Lega, di cui il decreto sicurezza rappresenta una esempio di traduzione giuridico-formale.
La proposta strategica si oppone a questa deriva e al progetto che la sottende.
Per questo viene ribadita la necessità del sindacato di classe laddove, anche se con un breve passaggio, si afferma che il sindacalismo di base non può più esser considerato un soggetto unico, essendo attraversato dalla contraddizione tra chi ha cercato di continuare a praticare la lotta sindacale pur tra errori e inadeguatezze, e chi ha ceduto alla complicità (accordo 10 gennaio 2014) o ha imboccato scorciatoie partitiche.
Il processo di unificazione con la CUB è funzionale a questo progetto, ma questo processo non è automatico, va ripreso ed elaborato con un confronto intorno all'idea di sindacato da costruire, un sindacato definito come democratico, conflittuale e indipendente.
Il documento quindi si conclude con le indicazioni operative assegnate all'Assemblea nazionale organizzativa.
Tra i punti operativi compare l'intento di una eventuale affiliazione al WTFU (Federazione Sindacale Mondiale).
Proprio su questo proposito, che non appare giustificato nell'economia del ragionamento svolto nel documento, si sono appuntate le nostre critiche e la proposta di un emendamento sostanzialmente cassatorio.
Il WTFU associa sindacati di regime come quello nord-coreano e quello siriano, che partecipano dell'oppressione dei lavoratori di quei paesi e della negazione dei loro più elementari diritti sindacali, e che pertanto sono in diretta contraddizione con il proposito di costruire un sindacato di democratico, di classe e indipendente.
Questo documento non è stato sottoposto al voto dell'assemblea, segnando una pratica che abbiamo criticato perché in contraddizione con i propositi di costruzione di un'organizzazione rispettosa di tutte le regole sostanziali e formali di democrazia interna.
Ciò, peraltro, ci ha impedito di sottoporre al voto il nostro emendamento.
Nelle giornate del 13 e 14 aprile, alla presenza di circa 100 delegati, si è svolta l'Assemblea nazionale organizzativa.
Alla riunione sono intervenuti anche numerosi compagni dirigenti a vario livello della CUB, con eguali diritti e tempi di intervento.
La riunione è stata introdotta dalla relazione (1) che riprende e rafforza i contenuti del documento preparatorio sottolineando la contrarietà (nel caso della flat tax e dell’autonomia regionale di Lombardia, Veneto ed Emilia) e le critiche ai provvedimenti del governo, anche quelli a cui la propaganda assegna un maggiore rilievo sociale, come il decreto dignità, che non abolisce il precariato; la "quota 100", che non abolisce la legge Fornero; e il reddito di cittadinanza, che non costituisce la fine della povertà.
Senza aderire in nessun modo all’opposizione di stampo liberale e filopadronale al governo, che va da CGIL-CISL-UIL a Confindustria, si ribadisce invece il contrasto alle grandi opere inutili, a cominciare dal TAV, e l’appoggio al movimento ambientalista anche sul terreno esemplare della battaglia sull’Ilva di Taranto. Viene positivamente ribadita l’importanza e il significato dello sciopero generale, che va costruito con una campagna di massa e non svalutato a fini di autorappresentanza. Si individua la necessità di costruire campagne vertenziali che parlino alla maggioranza dei lavoratori, come, con tutta evidenza, la rivendicazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. In generale, alla base della politica sindacale va posta la rivendicazione del movimento operaio di decidere cosa, quanto e come si produce. Per conseguire questo obbiettivo è necessario costruire il sindacato di classe, confederale, di massa, e che in conseguenza degli scopi di lotta della classe lavoratrice non può essere che anticapitalista.
Infine, dopo aver sottolineato il carattere necessariamente confederale del sindacato a salvaguardia dell’unità della classe lavoratrice e del rifiuto dell’autoreferenzialità, che con una certa approssimazione possiamo tradurre dal punto di vista marxista rivoluzionario in un rifiuto del settarismo, viene ribadita l’intento di confluire nella CUB con il congresso nazionale del gennaio 2020.
Tale percorso dovrà riuscire, attraverso un confronto leale e trasparente, nella non facile conformazione organizzativa tra due sindacati che al momento hanno un’architettura interna diversa.
È significativo, dal nostro punto di vista, la scomparsa dell’accenno alla eventuale confluenza nel WTFU, dovuta soprattutto al tradizionale orientamento contrario della CUB, legata piuttosto al coordinamento dei sindacati di base europei, lontani dall’impostazione stalinista che connota molte delle organizzazioni aderenti al WTFU.
Il dibattito ha visto numerosi interventi i quali, in maggioranza, sono stati sostanzialmente d’accordo con la relazione introduttiva incentratasi soprattutto su alcuni aspetti del rilancio organizzativo di SGB (commissioni di settore, comunicazione, sito web e altro). Gli unici interventi critici sono stati quelli di alcuni compagni di SGB Lazio che hanno lamentato soprattutto la precipitosità del percorso di confluenza, e l’impreparazione di SGB a questo passo.
Dopo le riunioni delle commissioni di settore del pomeriggio del 13 aprile, la riunione si è conclusa la mattina del 14 con la votazione della mozione conclusiva (2).
La mozione finale ha avuto il consenso di quasi l’unanimità dei delegati, con un solo voto contrario.
In conclusione, l’assemblea nazionale organizzativa di SGB ha segnato un modesto ma importante passaggio nella direzione giusta, in controtendenza con i processi di scissione e disgregazione che hanno segnato la vita dei sindacati di base negli ultimi decenni, determinandone un’involuzione settaria ed incapace di parlare alla massa della classe lavoratrice.
Come marxisti rivoluzionari non possiamo che accogliere positivamente il processo avviato da SGB e CUB, pur con tutte le difficoltà che si dipaneranno da qui al gennaio 2020. Dovremo dunque intervenire a sostegno di questo processo sia dal versante di SGB che quello della CUB, vigilando e magari approfondendo il carattere democratico della loro fusione e contrastando ogni deriva settaria a danno dell’unità classe lavoratrice e della possibilità della costituzione di un fronte unico di lotta contro le politiche governative e i progetti padronali.
Qui e qui gli interventi dei compagni/e del PCL all'Assemblea.
Note:
(1) Potete leggerla alla pagina: https://www.sindacatosgb.it/it/85-nazionale/928-assemblea-nazionale-organizzativa-relazione-introduttiva
(2) Potete leggerla alla pagina: https://www.sindacatosgb.it/it/85-nazionale/929-mozione-finale-assemblea-organizzativa-nazionale