Nella serata di mercoledì sono state ufficializzate le dimissioni del ministro per l'istruzione Fioramonti. Nella sua dichiarazione di uscita dal MIUR, se da un lato sono stati (giustamente) sottolineati i pochi soldi destinati alla pubblica istruzione, dall'altro nemmeno una parola è stata proferita per le decine di migliaia di precari che ogni anno contribuiscono al sistema dell'istruzione, ricevendo a fine anno scolastico il benservito.
Non saremo noi, a differenza delle burocrazie sindacali di CGIL-CISL-UIL-SNALS-Gilda, a strapparci le vesti, ad implorare al ministro di restare per osservare l'impegno di tenere i tavoli tematici (su rinnovo del contratto e sui percorsi abilitanti all'insegnamento) per i quali i principali sindacati hanno pochi giorni fa sospeso uno stato di agitazione durato poche ore, forse uno dei più brevi della storia d'Italia e del sindacato. A differenza delle burocrazie sindacali, per noi non ci sono né ministri né governi amici dei lavoratori. Compito dei comunisti, in questo momento, è dimostrare ai lavoratori che solo con una lunga lotta si potranno ottenere l'adeguamento del salario ai livelli europei e la stabilizzazione di tutti i docenti precari, non uno di meno. È la sfida che il Partito Comunista dei Lavoratori raccoglie e fa sua.
Non saremo noi, a differenza delle burocrazie sindacali di CGIL-CISL-UIL-SNALS-Gilda, a strapparci le vesti, ad implorare al ministro di restare per osservare l'impegno di tenere i tavoli tematici (su rinnovo del contratto e sui percorsi abilitanti all'insegnamento) per i quali i principali sindacati hanno pochi giorni fa sospeso uno stato di agitazione durato poche ore, forse uno dei più brevi della storia d'Italia e del sindacato. A differenza delle burocrazie sindacali, per noi non ci sono né ministri né governi amici dei lavoratori. Compito dei comunisti, in questo momento, è dimostrare ai lavoratori che solo con una lunga lotta si potranno ottenere l'adeguamento del salario ai livelli europei e la stabilizzazione di tutti i docenti precari, non uno di meno. È la sfida che il Partito Comunista dei Lavoratori raccoglie e fa sua.