♠ in accordo,Bonaccini,Cossutta,D'Alema,Emilia Romagna Coraggiosa Ecologista Progressista,Fratoianni,il Manifesto,Libia,PD,PRC,Prodi,Rangeri,Rizzo,SI,Whirlpool at 07:01
Dopo la vittoria di Bonaccini in Emilia, sorge una nuova stella a sinistra del PD.
Il risultato riportato dalla lista "Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista Progressista” all'interno della coalizione di centrosinistra è diventato il nuovo irresistibile magnete. Norma Rangeri per Il Manifesto non ha perso tempo per rivendicare in tutta Italia la replica di "Coraggiosa": «Tra le nostre speranze c'è anche quella che altri, a sinistra, prendano esempio dalla lista Coraggiosa» (martedì 28 gennaio). Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana si è prontamente accodato il giorno dopo in una lunga intervista sullo stesso giornale dal titolo “Ora una Coraggiosa nazionale, alleata con il centrosinistra”.
Inutile dire che i risultati elettorali riportati dalle tre liste indipendenti a sinistra del PD (1% sommate) sono stati esibiti a riprova dell'operazione, nel nome del realismo, dell'”empatia col popolo della sinistra” e di tutto il tradizionale vocabolario frontista.
Ora, noi abbiamo detto e scritto sui magrissimi risultati delle sinistre indipendenti in Emilia. Vittima, secondo ogni evidenza, della polarizzazione dello scontro con Salvini e del richiamo del voto utile. E non vogliamo soffermarci qui sulle ragioni della nostra critica alla politica di queste formazioni, che va ben al di là dei fatti contingenti e dell'ambito elettorale. Il punto ora è un altro. Fratoianni ripropone a sinistra, come se nulla fosse avvenuto, l'eterna soluzione dell'accordo di governo col PD, la stessa prospettiva che aveva solennemente escluso appena otto mesi fa nella campagna elettorale delle europee. E lo fa col candore di chi rimuove la memoria.
Non è bastato il primo governo Prodi, che col sostegno di Bertinotti, Ferrero e Rizzo, votò l'introduzione del lavoro interninale.
Non è bastato il governo D'Alema, che col sostegno di Cossutta, Diliberto, Rizzo, votò la parificazione tra scuola pubblica e scuola privata tra un bombardamento umanitario e un altro.
Non è bastato il secondo governo Prodi, che col sostegno di Ferrero e Diliberto, votò la più grande detassazione dei profitti del dopoguerra (Ires dal 34% al 27,5%).
Non è bastata, insomma, la distruzione del patrimonio di Rifondazione Comunista, che ha concimato il campo dell'ascesa populista, prima di Grillo e poi di Salvini.
No, ora si vuole replicare la stessa operazione, con forze infinitamente più esigue e in un contesto infinitamente peggiore... E a volerla replicare è quello stesso Nicola Fratoianni che in sodalizio con Gennaro Migliore sostenne in Rifondazione tutte le scelte governiste dei suoi segretari. Ogni volta nel nome del “realismo”, ogni volta per ripudio dell'”estremismo”.
Già, ma perché meravigliarsi? Sinistra Italiana al governo col PD c'è già, con lo strapuntino di un sottosegretario all'Istruzione, nello stesso ministero che non trova un euro per la scuola pubblica e per l'università. Forse spera che la prossima volta, con maggior peso negoziale, possa ottenere dal PD almeno un ministero. È una speranza fondata. Sempre che l'attuale governo non spiani la strada alla destra di Salvini e Meloni, un po' frettolosamente sepolti in Emilia. Come i governi di centrosinistra hanno fatto regolarmente in passato.
E tuttavia la tragica ironia della sorte vuole che nello stesso giorno – 29 gennaio – in cui si rilancia per il futuro semplicemente la continuità del presente, i fatti si incarichino di presentare la realtà. È ufficiale: la ministra degli interni comunica che restano in piedi gli accordi con la Libia presi da Salvini e da Minniti, col loro carico di orrori, torture e stupri; col governo PD-M5S-LeU-Renzi che continua a finanziare una guardia costiera di trafficanti corrotti per riportare nei lager chi cerca la fuga nel mare. Inoltre, nello stesso maledettissimo giorno, il ministero del tesoro annulla “obblighi e sanzioni” per le aziende che delocalizzano (Il Sole 24 Ore, 30/1), mentre gli operai Whirlpool sono gettati su una strada da una proprietà protetta dal governo.
Il risultato riportato dalla lista "Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista Progressista” all'interno della coalizione di centrosinistra è diventato il nuovo irresistibile magnete. Norma Rangeri per Il Manifesto non ha perso tempo per rivendicare in tutta Italia la replica di "Coraggiosa": «Tra le nostre speranze c'è anche quella che altri, a sinistra, prendano esempio dalla lista Coraggiosa» (martedì 28 gennaio). Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana si è prontamente accodato il giorno dopo in una lunga intervista sullo stesso giornale dal titolo “Ora una Coraggiosa nazionale, alleata con il centrosinistra”.
Inutile dire che i risultati elettorali riportati dalle tre liste indipendenti a sinistra del PD (1% sommate) sono stati esibiti a riprova dell'operazione, nel nome del realismo, dell'”empatia col popolo della sinistra” e di tutto il tradizionale vocabolario frontista.
Ora, noi abbiamo detto e scritto sui magrissimi risultati delle sinistre indipendenti in Emilia. Vittima, secondo ogni evidenza, della polarizzazione dello scontro con Salvini e del richiamo del voto utile. E non vogliamo soffermarci qui sulle ragioni della nostra critica alla politica di queste formazioni, che va ben al di là dei fatti contingenti e dell'ambito elettorale. Il punto ora è un altro. Fratoianni ripropone a sinistra, come se nulla fosse avvenuto, l'eterna soluzione dell'accordo di governo col PD, la stessa prospettiva che aveva solennemente escluso appena otto mesi fa nella campagna elettorale delle europee. E lo fa col candore di chi rimuove la memoria.
Non è bastato il primo governo Prodi, che col sostegno di Bertinotti, Ferrero e Rizzo, votò l'introduzione del lavoro interninale.
Non è bastato il governo D'Alema, che col sostegno di Cossutta, Diliberto, Rizzo, votò la parificazione tra scuola pubblica e scuola privata tra un bombardamento umanitario e un altro.
Non è bastato il secondo governo Prodi, che col sostegno di Ferrero e Diliberto, votò la più grande detassazione dei profitti del dopoguerra (Ires dal 34% al 27,5%).
Non è bastata, insomma, la distruzione del patrimonio di Rifondazione Comunista, che ha concimato il campo dell'ascesa populista, prima di Grillo e poi di Salvini.
No, ora si vuole replicare la stessa operazione, con forze infinitamente più esigue e in un contesto infinitamente peggiore... E a volerla replicare è quello stesso Nicola Fratoianni che in sodalizio con Gennaro Migliore sostenne in Rifondazione tutte le scelte governiste dei suoi segretari. Ogni volta nel nome del “realismo”, ogni volta per ripudio dell'”estremismo”.
Già, ma perché meravigliarsi? Sinistra Italiana al governo col PD c'è già, con lo strapuntino di un sottosegretario all'Istruzione, nello stesso ministero che non trova un euro per la scuola pubblica e per l'università. Forse spera che la prossima volta, con maggior peso negoziale, possa ottenere dal PD almeno un ministero. È una speranza fondata. Sempre che l'attuale governo non spiani la strada alla destra di Salvini e Meloni, un po' frettolosamente sepolti in Emilia. Come i governi di centrosinistra hanno fatto regolarmente in passato.
E tuttavia la tragica ironia della sorte vuole che nello stesso giorno – 29 gennaio – in cui si rilancia per il futuro semplicemente la continuità del presente, i fatti si incarichino di presentare la realtà. È ufficiale: la ministra degli interni comunica che restano in piedi gli accordi con la Libia presi da Salvini e da Minniti, col loro carico di orrori, torture e stupri; col governo PD-M5S-LeU-Renzi che continua a finanziare una guardia costiera di trafficanti corrotti per riportare nei lager chi cerca la fuga nel mare. Inoltre, nello stesso maledettissimo giorno, il ministero del tesoro annulla “obblighi e sanzioni” per le aziende che delocalizzano (Il Sole 24 Ore, 30/1), mentre gli operai Whirlpool sono gettati su una strada da una proprietà protetta dal governo.
Ora, vedete, governare col PD è legittimo. Ed è legittimo sperare di continuare a farlo negli anni. Ma definirla una scelta “coraggiosa” forse è un tantino azzardato. A meno che per coraggio si intenda la faccia di bronzo. In questo caso indubbiamente abbonda.