ll Segretario della CGIL si allinea al coro padronale a sostegno di Draghi
“Abbiamo bisogno di un governo nel pieno delle sue funzioni” dichiara Maurizio Landini. Sul quotidiano La Repubblica che gli chiede se questo significa una difesa di Draghi, il segretario si schermisce dicendo che non è suo compito entrare nel merito della crisi politica. Ma ci tiene a ribadire ripetutamente lo stesso concetto per evitare che non venga inteso: “Occorre un governo nel pieno delle sue funzioni”. È il mantra di Landini in queste ore. Chiunque non sia scemo o ipocrita capisce che il suo significato è uno solo: la burocrazia CGIL offre sponda al governo (tuttora) in carica e al suo Presidente del Consiglio nel momento stesso in cui tutte le organizzazioni dei capitalisti stanno facendo campagna a sua difesa.
Perché le organizzazioni padronali si stiano spendendo per Draghi è sin troppo chiaro: difendono il nuovo pacchetto di miliardi targati PNRR in arrivo nelle loro tasche, l’impegno a tagliare il cuneo fiscale a carico dell’erario pubblico (cioè delle lavoratrici e dei lavoratori) per scongiurare rivendicazioni salariali, una delega fiscale che promette la cancellazione definitiva dell’IRAP (che oggi finanzia la sanità pubblica), un DDL Concorrenza che estende liberalizzazione e privatizzazione dei servizi, l’aumento annunciato delle spese militari con tanto di laute commesse per l’industria di guerra tricolore... Draghi è il più autorevole garante di tutto questo, in Italia e in Europa. Perché non dovrebbe riscuotere il plauso corale del capitale?
La ragione invece per cui la CGIL senta il bisogno di associarsi alla campagna dei capitalisti si può spiegare solo in un modo: la subalternità della burocrazia sindacale alla classe dominante e ai suoi interessi di stabilità e governabilità. Che determina non solo l’assenza di una piattaforma di lotta generale attorno alle ragioni del lavoro (assieme alla convergenza su rivendicazioni centrali della piattaforma confindustriale, come sul cuneo fiscale), ma anche l’allineamento della CGIL alla santificazione di Draghi come uomo della “salvezza nazionale”. Nonostante il fatto (oltretutto) che l’attuale governo, come e più dei governi borghesi precedenti, abbia relegato le burocrazie sindacali in anticamera, privandole di uno spazio reale di concertazione, e prendendole regolarmente a schiaffi. Evidentemente la governabilità del sistema capitalista per Maurizio Landini è un valore superiore allo stesso prestigio della burocrazia sindacale.
È il caso di dire che ciò che manca alle lavoratrici e ai lavoratori non è il governo dell’avversario, ma un proprio sindacato. Un sindacato che stia dalla parte del lavoro, in contrapposizione a ogni governo padronale (sia esso Conte o Draghi). “Un sindacato nel pieno delle sue funzioni”, innanzitutto quelle più elementari.