♠ in migranti,missioni di guerra,organigramma,Pacchetto Treu,Potere al Popolo,Rifondazione Comunista at 03:44
A proposito degli organigrammi di Potere al Popolo
La lista di Potere al Popolo ha definito da giorni (faticosamente) il proprio organigramma interno.
Nove portavoce, uno per organizzazione e partito, incluso il segretario di Rifondazione Comunista, che sicuramente, insieme ai massimi dirigenti dei partiti e gruppi coinvolti, risolverà gli inevitabili problemi che la questione delle candidature porrà. Tutto legittimo, naturalmente. Ma perché non rendere pubblico un accordo tra segreterie di partito e di organizzazione? Se il potere è del popolo, perché almeno non informarlo?
Questa “riservatezza”, chiamiamola così, non è certo casuale. Maschera l'imbarazzo di chi ha raccontato la favola bella della lista di base, costruita dal basso, estranea ai vecchi partiti, al solo scopo di racimolare consenso, e ora si trova nella spiacevole situazione di svelare una realtà ben diversa: quella di un accordo tra i vecchi gruppi dirigenti di una sinistra cosiddetta radicale che ha sulle spalle responsabilità politiche incancellabili (il voto al pacchetto Treu, alle missioni di guerra, alla detassazione dei profitti, ai campi di detenzione per i migranti...) e che per questo preferisce nasconderle dietro il sipario della retorica basista gentilmente offerta da un centro sociale.
Per tanti compagni che non vogliono farsi ingannare, è un ulteriore occasione di riflessione.
Nove portavoce, uno per organizzazione e partito, incluso il segretario di Rifondazione Comunista, che sicuramente, insieme ai massimi dirigenti dei partiti e gruppi coinvolti, risolverà gli inevitabili problemi che la questione delle candidature porrà. Tutto legittimo, naturalmente. Ma perché non rendere pubblico un accordo tra segreterie di partito e di organizzazione? Se il potere è del popolo, perché almeno non informarlo?
Questa “riservatezza”, chiamiamola così, non è certo casuale. Maschera l'imbarazzo di chi ha raccontato la favola bella della lista di base, costruita dal basso, estranea ai vecchi partiti, al solo scopo di racimolare consenso, e ora si trova nella spiacevole situazione di svelare una realtà ben diversa: quella di un accordo tra i vecchi gruppi dirigenti di una sinistra cosiddetta radicale che ha sulle spalle responsabilità politiche incancellabili (il voto al pacchetto Treu, alle missioni di guerra, alla detassazione dei profitti, ai campi di detenzione per i migranti...) e che per questo preferisce nasconderle dietro il sipario della retorica basista gentilmente offerta da un centro sociale.
Per tanti compagni che non vogliono farsi ingannare, è un ulteriore occasione di riflessione.