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Il PCL aderisce e promuove l'appello di Genova Antifascista
Il 30 giugno 2018 a Genova ci sarà un grande corteo di massa e di classe promosso dal raggruppamento di cui siamo parte, Genova Antifascista, assieme ad ANPI e CGIL.
Una giornata che lancia la necessità e la prospettiva di un fronte unico di classe e di massa contro il fascismo e contro lo sfruttamento capitalistico, di cui il primo si fa strumento.
Aderiamo e promuoviamo l'appello di Genova Antifascista nella prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici per abbattere definitivamente la barbarie e la reazione!
Una giornata che lancia la necessità e la prospettiva di un fronte unico di classe e di massa contro il fascismo e contro lo sfruttamento capitalistico, di cui il primo si fa strumento.
Aderiamo e promuoviamo l'appello di Genova Antifascista nella prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici per abbattere definitivamente la barbarie e la reazione!
Un lungo e travagliato percorso di costruzione, lotta, discussioni, trattative e dibattiti ha portato l'antifascismo genovese a scendere unitariamente e pluralmente in piazza nel giorno della commemorazione dei celeberrimi e gloriosi fatti del 30 giugno del 1960.
Un parallelo impegnativo, in una fase storica e politica di netto arretramento della coscienza di classe e delle mobilitazioni di massa, di radicamento di una coscienza reazionaria e razzista che trova la sua espressione populista e fintamente antisistema nell'attuale governo Lega-Movimento 5 Stelle, e che si manifesta nella crescita e nel radicamento delle organizzazioni da combattimento della reazione neofascista – CasaPound, Lealtà Azione, Forza Nuova, Generazione Identitaria etc.
Genova Antifascista, il raggruppamento che vede al suo interno differenti anime della sinistra politica radicale, sindacale e di movimento - di cui noi siamo parte integrante - si è fatta promotrice di un percorso di costruzione di una giornata di opposizione alla crescita delle organizzazioni neofasciste, ai connubi e spalleggiamenti reciproci di questi con le giunte Toti e Bucci, alle politiche di questo governo come a quelle dei governi passati, e in particolar modo ai più recenti a guida Partito Democratico – quelli che hanno portato avanti i peggiori attacchi alle condizioni sociali, economiche e di vita di lavoratori, migranti, disoccupati etc.
In questo contesto, però, si è deciso di affrontare la fase di emergenza lanciando la necessità di un fronte unico di massa e di classe, rapportandosi anche con due strutture come la CGIL e l'ANPI, con cui erano emerse, ed esistono tuttora, non poche frizioni in molti passaggi politici cittadini e nazionali per la loro sudditanza alle direttive del PD – il corteo del 3 febbraio 2018 e la sua piattaforma, la giornata di lotta a Macerata, il 25 aprile genovese e le contestazioni al sindaco Bucci e al presidente Toti sul palco della piazza. Le loro burocrazie sono molto distanti dal concetto di antifascismo anticapitalista e coerente, necessario a far fronte a questa ondata reazionaria, ma rimane necessario rapportarsi con la loro base e pretendere il loro impegno in una mobilitazione realmente ampia e plurale per rispondere alla minaccia attuale.
Una sfida politica in cui due grandi anime – altrettanto composite al loro interno – scendono in piazza unitariamente per marciare separate e colpire unite.
Quel che ci preme sottolineare, oltre alla pluralità della giornata, è l'importanza della piattaforma politica sancita da Genova Antifascista per caratterizzare la propria parte di piazza e la propria declinazione di antifascismo. Una piattaforma che consideriamo d'esempio per un antifascismo conseguente, che sappia individuare i nemici di classe di cui fascismo e razzismo si fanno strumento contro i proletari e le masse, che richiami ad un fronte unico di classe e di massa contro le politiche padronali portate avanti da governi di centrosinistra, di centrodestra e da quelli tecnici, che metta quindi in discussione l'impianto capitalista della società come causa dell'attuale barbarie.
Una piattaforma che abbiamo contribuito a costruire e che ci sentiamo di sostenere apertamente, che delinea una demarcazione anche dall'ambiguità della sinistra costituzionalista e delle burocrazie sindacali, che non si spingono oltre ad un formale e commemorativo antifascismo con cui cercare di coprire le proprie responsabilità di fronte alle aggressioni e al disarmo del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, e delle masse oppresse e discriminate.
L'unica nota negativa, che non abbiamo mancato di segnalare nei dibatti e nella costruzione della giornata, è il divieto di poter esprimere le diverse soggettività politiche e partitiche con le proprie bandiere e i propri striscioni. Una scelta che a nostro avviso impoverisce la possibilità di esprimere le differenti anime e caratterizzazioni dell'antifascismo politico.
Ribadiamo, quindi, la nostra piena adesione alla giornata di mobilitazione del 30 giugno 2018, rilanciando l'appuntamento per il concentramento presso la Stazione Marittima, per ripercorrere il percorso del 1960 fino a Piazza De Ferrari.
Un'adesione militante e attiva, come è sempre stata la nostra partecipazione a questo percorso di lotta, sempre più centrale oggi di fronte alla campagna insanguinata contro migranti e profughi di questo nuovo governo giallo-verde.
Un'adesione per ribadire che il fascismo e il capitalismo sono espressioni del dominio della borghesia e del padronato sulla società; sono strumento per lo sfruttamento e l'oppressione di lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, immigrati e profughi, donne e comunità LGBTQI, poveri e oppressi; sono strumento per alimentare guerre tra poveri e per alimentare il consenso a politiche imperialistiche e predatorie.
Solo il fronte unico di massa e di classe, sostenuto da uno sciopero generale politico, può contrastare, con la forza di tutti gli oppressi e gli sfruttati, questo dominio e questo potere.
Solo la prospettiva della costruzione del governo dei lavoratori e delle lavoratrici, che ponga la società, le leve centrali dell'economia e della finanza, le aziende e i luoghi di vita sotto il controllo delle organizzazioni autonome della classe lavoratrice, può sconfiggere definitivamente il fascismo e lo sfruttamento.
Solo con la rivoluzione comunista e un nuovo impianto di società, fondato sulla democrazia dei lavoratori e sulla pianificazione della produzione e della distribuzione negli interessi delle masse e della classe lavoratrice, è possibile dare un'alternativa internazionale alla barbarie in cui sta sprofondando la società.
Scenderemo in piazza con uno slogan antifascista chiaro, rivoluzionario, anticapitalista, internazionalista e classista:
Contro fascismo e capitale, governo dei lavoratori e delle lavoratrici!
Qui di seguito la piattaforma politica di Genova Antifascista per il 30 giugno 2018
PER UN 30 GIUGNO ANTIFASCISTA
PER GENERALIZZARE LE LOTTE E COLPIRE UNITI
Il 30 giugno 1960 capitò qualcosa che unì la parte più sana della popolazione: la rivolta contro il congresso fascista a Genova e contro il Governo Tambroni sostenuto dal MSI. Allora capimmo da che parte schierarci e a difesa di quali valori fondamentali. La memoria di quanto successe allora ci serva da esempio anche per l’oggi.
Perché in tutta Italia, come anche a Genova, sono aumentate le provocazioni, le aggressioni, fino all’omicidio, da parte di neofascisti, razzisti, omofobi e xenofobi. Perché si rafforzano le organizzazioni politiche populiste e nazionaliste, che occupano il potere di governi e giunte e forniscono agibilità agli squadristi.
A Genova le giunte di Toti e di Bucci, infatti, hanno legittimato, difeso e/o patrocinato gli atti dei fascisti, si chiamino CasaPound, Forza Nuova o Lealtà Azione.
Nel frattempo la repressione viene usata per colpire chi si oppone alla crescita dei fascismi; chi lotta sul luogo di lavoro; chi lotta nelle mobilitazioni sociali e si oppone alle grandi opere della speculazione, al saccheggio e alla devastazione di interi territori in nome del profitto, alle organizzazioni mafiose e alle politiche di generale aggressione alle condizioni degli sfruttati e di discriminazione degli oppressi: lavoratori e precari, disoccupati, immigrati, donne e identità di genere LGBTQI. Denunce, licenziamenti, multe, processi, daspo urbani, fogli di via sono i principali strumenti usati.
I neofascisti, nel frattempo, alimentano razzismo, xenofobia, omofobia, modelli patriarcali e repressivi, ideologie di guerra, e guerre tra poveri, dove gli unici vincitori sono i ricchi e gli sfruttatori.
Mobilitiamoci per:
– cacciare le organizzazioni fasciste e chiudere i loro covi, dando applicazione alla Costituzione che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, e rispettando la memoria di Genova, unica città liberata dall'insurrezione di lavoratori, abitanti e partigiani e, per questo, medaglia d’oro.
– un lavoro e salari dignitosi e contro lo sfruttamento, le morti e la mancanza di sicurezza; per opporci alla precarietà imposta dai pacchetti Treu al Jobs Act, alla cancellazione dei diritti sindacali e di sciopero, al lavoro gratuito in ogni sua forma – stages, alternanza scuola-lavoro, “volontariato” obbligatorio per rifugiati – e bloccare la chiusura delle aziende.
– contrastare le devastazioni ambientali e dei territori per un piano di contrasto al dissesto idrogeologico e per contrastare la ghettizzazione delle periferie costruendo quartieri e comunità solidali, accoglienti, antirazziste e antifasciste in grado di autogestirsi.
– fermare i tagli e le privatizzazioni di servizi essenziali come la salute, il trasporto, la casa, la scuola e l’università, i servizi sociali. Perché siano pubblici, universali, gratuiti e di qualità, non sottomessi alle regole della concorrenza e del mercato.
– opporci alle politiche oscurantiste che provano ad attaccare ulteriormente il diritto all’aborto, i consultori pubblici, i diritti civili della comunità LGBTQI, delle famiglie arcobaleno e l'autodeterminazione delle donne riaffermando il modello patriarcale dominante.
– combattere la persecuzione dei cosiddetti “reati sociali”, con cui si colpisce chi lotta per i diritti e le necessità di tutti e tutte, mentre è considerato legittimo arricchirsi con sfruttamento, speculazioni, devastazioni, nuove schiavitù. Per un’amnistia generale dei reati sociali.
– combattere il razzismo e la guerra tra poveri, contro le leggi che aggrediscono i diritti di migranti e rifugiati, criminalizzandoli – come la legge Turco-Napolitano, la Bossi-Fini e il decreto Minniti-Orlando, contro i nuovi campi di concentramento in Italia e nel Nord Africa con cui si costruiscono frontiere di morte.
– fermare i venti di guerra a difesa degli interessi imperialistici e predatori di banche e padroni, attraverso la devastazione di intere porzioni di mondo e di umanità – Medio Oriente, Est Europa, Africa. Attacchiamo le nostre stesse classi sfruttatrici, in prima linea in questa spartizione.
– richiedere le dimissioni del sindaco Bucci e del presidente Toti, per quanto già detto nella premessa, e per la loro mancanza di rappresentatività nella popolazione.
Per questo facciamo appello a una mobilitazione unitaria e plurale, in cui tutte le anime dell’antifascismo possano esprimersi nel rispetto reciproco e delle varie differenze. Per un movimento antifascista che promuova il fronte unico di massa e di classe, per colpire uniti la minaccia neofascista e le politiche portate avanti dai mandanti politici degli squadristi: banchieri, padroni, speculatori e partiti di governo.
Per un antifascismo di lotta, di classe, di massa, riprendiamo gli insegnamenti del 30 giugno 1960!
Appuntamento a Genova il 30 giugno 2018 davanti alla Stazione Marittima alle 17:00