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Il governo giallo-verde dichiara guerra ai migranti

Costruiamo il fronte unico di classe e di massa contro il razzismo e lo sfruttamento

La vicenda della nave Aquarius segna un balzo in avanti delle politiche di aggressione ai diritti di rifugiati e migranti poveri dei governi italiani. Le vite di esseri umani senza alcuna speranza, oltre a quella di fuggire da condizioni di miseria, povertà e guerra, sono trasformate in merce per barattare consenso elettorale – in campagne elettorali senza fine – e rapporti di forza tra governi e borghesie in Europa.

Dopo le politiche concentrazionarie e razziste di Minniti e Orlando e del governo PD, ora arriva l'operazione a guida Salvini (Lega)-Toninelli (M5S): chiudere i porti italiani alle ONG condannando a morte centinaia di persone per fame, sete e assenza di cure mediche.

La prima vicenda si sta già consumando in queste ore, con la chiusura dei porti italiani per la nave Aquarius con 629 persone a bordo – di cui 88 donne e 7 incinte, 11 bambini piccoli e 123 minori non accompagnati. Quella nave ha una capacità di trasporto di 550 persone, alla faccia delle vergognose affermazioni di disprezzo delle condizioni umane del ministro delle Infrastrutture Toninelli, secondo cui "su quella nave si sta bene". Si sta talmente bene che mancano le possibilità di medicare e curare persone che hanno subito torture nelle traversate e che sono ustionate da mix di cherosene e acqua di mare. I viveri cominciano a scarseggiare, non sono arrivati rifornimenti e aiuti, e le scorte non basterebbero a raggiungere il porto di Valencia, considerato che il nuovo governo spagnolo di Sanchez ha dato la propria disponibilità ad accogliere i profughi in mare.

Nel frattempo altri migranti sono stati salvati in queste ore da navi militari e pescherecci, al largo della Libia, per un totale di oltre 900 persone, e Salvini ha già annunciato la stessa linea "dura", sulla pelle di questi disperati, per rafforzare la propria posizione politica nel governo italiano e in Europa. Giochi di potere macchiati di sangue e di incitamento al razzismo e alla violenza della guerra tra poveri.

Era prevedibile, infatti, che il governo giallo-verde, in evidente difficoltà per non poter mantenere le sue promesse su misure economiche populistiche - già ampiamente ritrattate rispetto ai proclami iniziali - deviasse tutta l'attenzione sulla guerra ai migranti per mostrarsi forte, compatto e capace di agire sul piano internazionale.
Ieri è toccato al sindacalista dell'USB Sacko – che ha aperto una finestra sulla "pacchia" che sono costretti a subire gli immigrati col lavoro nero, il caporalato, le nuove forme di schiavismo, oggi tocca ai migranti e ai rifugiati su quelle navi, domani toccherà alle enormi masse di proletari e sottoproletari di ogni nazionalità e provenienza, autoctoni o meno.

Se i lavoratori e le lavoratrici non comprendono il legame che unisce le condizioni dei migranti e quelle degli sfruttati e degli oppressi italiani, presto diventeremo tutti carne da macello per i banchetti di padroni, banchieri, sfruttatori e organizzazioni mafiose.
Clandestini, immigrati e italiani sono vittime di una concorrenza al ribasso e di una guerra tra poveri che non fa che indebolirli di fronte alle aggressioni e ai peggioramenti delle condizioni generali, portate avanti da tutti i governi che si sono susseguiti fino ad oggi al potere.
L'unica salvezza è l'unità di tutti i lavoratori e le lavoratrici, di tutti i disoccupati e le disoccupate, di tutte le identità e nazionalità oppresse, contro un sistema che non fa che mietere vittime tra chi è sfruttato, mettendo uno contro l'altro ultimi e penultimi per facilitarsi il lavoro.

Ci appelliamo, quindi, a tutte le forze sindacali, della sinistra e di movimento, che si schierano coerentemente a difesa delle classi sfruttate e oppresse, a lanciare momenti di protesta unitari e plurali con cui condannare le politiche migratorie di questo nuovo governo, a pretendere la riapertura dei porti per il salvataggio dei migranti, per contrastare l'ondata di razzismo alimentata dalle attuali forze politiche al potere, in continuità con quelle precedenti.

Costruiamo il fronte unico di massa e di classe subito!

In queste mobilitazioni è importante la discesa in campo di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici, a partire dai portuali e dai marittimi, e da tutti i settori in cui alta è la presenza di lavoratori di origine straniera, nella prospettiva di uno sciopero generale contro il razzismo e le leggi discriminatorie – dalla Bossi-Fini ai decreti Minniti-Orlando, contro le nuove organizzazioni fasciste e contro il nuovo governo giallo-verde, che ha già cominciato a macchiarsi del sangue dei lavoratori e dei migranti. Una mobilitazione generale che rivendichi un salario minimo intercategoriale a 1500 euro e la ripartizione del lavoro esistente – per lavorare meno e lavorare tutti; la battaglia al precariato con l'abolizione di tutte le leggi dal pacchetto Treu al Jobs Act e la guerra a tutte le forme di lavoro nero e di caporalato; la garanzia di servizi pubblici, gratuiti, universali e di qualità dalla sanità al trasporto, dalla casa all'istruzione.
Partito Comunista dei Lavoratori