♠ in 6 giugno,assemblea nazionale dei dlegati,FGC,fronte unico di classe,Patto d'azione,pcl,Rpubblica,SI COBAS,sindacalismo di classe,SLAI Cobas at 00:53
Torino, Genova, Milano, Venezia-Mestre, Bologna, Firenze, Pisa, Piacenza, Roma, Napoli, Palermo, Messina, Catania, Olbia. In queste piazze il “Patto d'azione per il fronte unico anticapitalista” ha fatto il suo esordio, presentando la proposta del fronte unico e la comune piattaforma. È stato un esordio positivo.
In particolare a Roma, con una manifestazione combattiva di più di 300 giovani, di cui larga parte i militanti del Fronte della Gioventù Comunista (un titolo della Repubblica che presentava il sit-in come “il sit-in del PCL” era privo di fondamento, e contraddiceva oltretutto il contenuto corretto dell'articolo stesso). Il PCL è stato presente in forma organizzata in tutte le piazze (con l'eccezione di Olbia e Piacenza), seconda organizzazione dopo il FGC su scala generale, con un ruolo promotore in diverse situazioni come a Milano, Venezia-Mestre, Genova, ma anche a Palermo dove si è costituita in questo mese una nuova sezione del partito.
Naturalmente abbiamo il senso delle proporzioni reali. La giornata nazionale del patto d'azione ha coinvolto, com'era prevedibile, un bacino limitato di avanguardia. È sempre bene avere la misura delle proprie forze reali, senza forzature propagandistiche o sovrarappresentazioni. Tuttavia, si tratta di una presenza preziosa per numerose ragioni. Come il coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione nato a dicembre, anche il patto d'azione si muove in controtendenza rispetto alla dinamica di frammentazione e dispersione dell'avanguardia di classe, che resta il tratto dominante di questa fase. Ha messo insieme attorno ad una piattaforma comune soggetti di provenienza diversa: il Fronte della Gioventù Comunista e il PCL sul piano politico, SI Cobas, SLAI Cobas e altre soggettività minori sul piano sindacale. Ha prodotto una piattaforma avanzata su un terreno apertamente classista e internazionalista, in contrapposizione a ogni pulsione sovranista. Ha raccolto forze giovani, arricchendosi in particolare dell'apporto importante del Fronte della Gioventù Comunista, e della sua combattività, come ieri mostrava la piazza di Roma.
Ora abbiamo tutti la responsabilità di investire il nostro esordio nello sviluppo e costruzione di una iniziativa più ampia, che abbia l'ambizione di allargare il patto d'azione coinvolgendo ogni soggetto disponibile fuori da ogni logica pregiudiziale, e che al tempo stesso lavori in una logica di massa attorno alla proposta di un fronte unico di classe, che è altra cosa dal patto d'azione di una piccola avanguardia.
In questo senso attribuiamo molta importanza alla costruzione di un'assemblea nazionale per delegati di tutto il sindacalismo di classe e combattivo, ovunque collocato, fuori da ogni logica di preclusioni o veti incrociati, capace di far emergere un punto di riferimento alternativo alla burocrazia sindacale nella battaglia di autunno, quando la crisi sociale può precipitare e può diventare decisivo per un'avanguardia sapersi assumere la responsabilità di direzione di massa, in funzione dell'unificazione delle lotte e della qualificazione classista delle loro rivendicazioni.
Il PCL è presente in tutti i crocevia delle relazioni unitarie dell’avanguardia in Italia e continuerà a lavorare in questa direzione del fronte unico di classe in modo leale e determinato, come sempre.
In particolare a Roma, con una manifestazione combattiva di più di 300 giovani, di cui larga parte i militanti del Fronte della Gioventù Comunista (un titolo della Repubblica che presentava il sit-in come “il sit-in del PCL” era privo di fondamento, e contraddiceva oltretutto il contenuto corretto dell'articolo stesso). Il PCL è stato presente in forma organizzata in tutte le piazze (con l'eccezione di Olbia e Piacenza), seconda organizzazione dopo il FGC su scala generale, con un ruolo promotore in diverse situazioni come a Milano, Venezia-Mestre, Genova, ma anche a Palermo dove si è costituita in questo mese una nuova sezione del partito.
Naturalmente abbiamo il senso delle proporzioni reali. La giornata nazionale del patto d'azione ha coinvolto, com'era prevedibile, un bacino limitato di avanguardia. È sempre bene avere la misura delle proprie forze reali, senza forzature propagandistiche o sovrarappresentazioni. Tuttavia, si tratta di una presenza preziosa per numerose ragioni. Come il coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione nato a dicembre, anche il patto d'azione si muove in controtendenza rispetto alla dinamica di frammentazione e dispersione dell'avanguardia di classe, che resta il tratto dominante di questa fase. Ha messo insieme attorno ad una piattaforma comune soggetti di provenienza diversa: il Fronte della Gioventù Comunista e il PCL sul piano politico, SI Cobas, SLAI Cobas e altre soggettività minori sul piano sindacale. Ha prodotto una piattaforma avanzata su un terreno apertamente classista e internazionalista, in contrapposizione a ogni pulsione sovranista. Ha raccolto forze giovani, arricchendosi in particolare dell'apporto importante del Fronte della Gioventù Comunista, e della sua combattività, come ieri mostrava la piazza di Roma.
Ora abbiamo tutti la responsabilità di investire il nostro esordio nello sviluppo e costruzione di una iniziativa più ampia, che abbia l'ambizione di allargare il patto d'azione coinvolgendo ogni soggetto disponibile fuori da ogni logica pregiudiziale, e che al tempo stesso lavori in una logica di massa attorno alla proposta di un fronte unico di classe, che è altra cosa dal patto d'azione di una piccola avanguardia.
In questo senso attribuiamo molta importanza alla costruzione di un'assemblea nazionale per delegati di tutto il sindacalismo di classe e combattivo, ovunque collocato, fuori da ogni logica di preclusioni o veti incrociati, capace di far emergere un punto di riferimento alternativo alla burocrazia sindacale nella battaglia di autunno, quando la crisi sociale può precipitare e può diventare decisivo per un'avanguardia sapersi assumere la responsabilità di direzione di massa, in funzione dell'unificazione delle lotte e della qualificazione classista delle loro rivendicazioni.
Il PCL è presente in tutti i crocevia delle relazioni unitarie dell’avanguardia in Italia e continuerà a lavorare in questa direzione del fronte unico di classe in modo leale e determinato, come sempre.