I problemi abitativi di Bologna sono esplosivi. La casa è un diritto di carta straccia che le forze di polizia intervenute per sgomberare due realtà abitative occupate calpestano sotto i propri stivali
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria
solidarietà alle compagne e ai compagni di Plat, CUA e ai manifestanti
aggrediti dalla polizia mentre si opponevano allo sgombero di un appartamento
occupato da una famiglia e uno stabile occupato dagli studenti per uso
abitativo temporaneo.
Sono mesi che gli studenti manifestano in tutte le città
universitarie italiane per denunciare il caro affitto che pregiudica il diritto
allo studio,
Bologna ha migliaia di case sfitte di proprietà di enti
pubblici o partecipati e decine di migliaia di appartamenti privati vuoti.
I meccanismi di gentrificazione del centro cittadino e la
speculazione turistica hanno fatto schizzare in alto il costo degli affitti,
favorite da piattaforme come Airbnb e dall’uso massiccio da parte dei
proprietari della formula dell’affitto breve.
Accanto ai piccoli proprietari che dietro suggerimento di
agenzie interessate, cercano di trarre il massimo profitto dalle proprie case,
vi sono padroni di grandi proprietà immobiliari, quali enti pubblici, costruttori,
aziende e la Chiesa, che speculano tenendo alti i costi degli affitti e
favorendo le piattaforme speculative come Airbnb
Un problema enorme e discusso a livello locale così come a
livello nazionale. Ma al momento l’unica soluzione sembra l’uso della forza
contro chi cerca di sfuggire da situazione di indigenza o di marginalizzazione mettendo
in pratica tramite un’occupazione il diritto alla casa. Il diritto borghese
alla rendita e al profitto cozza ancora una volta contro l’elementare diritto
delle persone ad avere un tetto.
La prepotenza capitalistica, pubblica e privata deve essere
rovesciata da una forza eguale e contraria.
La forza di milioni di salariati, studenti e classi popolari.
- Per un piano abitativo del comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna che metta a disposizione di lavoratori e studenti appartamenti e stabili di propria gestione;
- per l’obbligatorietà fiscale dei piccoli proprietari (con il sistema del bonus/malus fiscale) al canone di affitto concordato;
- per la severa limitazione del numero di case e appartamenti nella disponibilità delle piattaforme come Airbnb e della speculazione turistica;
- per l’esproprio dell’immenso capitale immobiliare abitativo detenuto da banche, Chiesa, costruttori e Agenzie e la sua messa a disposizione per la distribuzione alle classi popolari sotto controllo dei lavoratori