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Costo del lavoro o costo del capitale?

Il governo giallo-bruno taglia le spese per la sicurezza sul lavoro

La “sicurezza” è la bandiera che Salvini e Di Maio agitano contro gli immigrati e contro i delinquenti. Ma la bandiera si abbassa quando si parla del lavoro. Il "governo del cambiamento" ha tagliato le spese per la sicurezza sul lavoro per regalare soldi alle imprese. Più precisamente: ha tagliato del 32% i premi assicurativi pagati dalle imprese sugli infortuni sul lavoro, finanziando l'operazione con un taglio di oltre 100 milioni sugli interventi in materia di formazione antiinfortunistica. “Mettiamo molti soldi per alleggerire gli oneri delle imprese” dichiara soddisfatto al Corriere (28/2) il sottosegretario leghista Garavaglia. “Abbattiamo il costo del lavoro” afferma Di Maio, col solito sorriso stampato, sul quotidiano di Confindustria. Ma il termine “costo del lavoro” significa cose diverse ed opposte se si parla dei capitalisti o se si parla degli operai. Per i capitalisti, che vanno all'incasso, il costo del lavoro si riduce. Per gli operai, che cadono dalle impalcature o lasciano una mano nella pressa, il costo del lavoro s'impenna e mette in gioco la vita. Il governo giallo-bruno, che taglia le spese sull'infortunistica per ingrassare il portafoglio dei padroni, difende al meglio il sistema capitalista. Il vero costo che va abbattuto è il costo del capitale per il lavoro. Solo un governo dei lavoratori lo può fare.

1 Marzo 2019 
Partito Comunista dei Lavoratori

Il M5S sale sugli F-35

Per anni la propaganda grillina ha tuonato contro gli sprechi dei jet militari, in particolare contro gli F-35. Per raccattare voti in tutte le direzioni, anche la posa antimilitarista è sembrata uno strumento utile. 
Ora contrordine! 
Scalata la vetta del governo nazionale, conquistato il Ministero della Difesa (Elisabetta Trenta), conquistato il sottosegretariato alla Difesa (Angelo Tofalo), il M5S si è messo rapidamente l'elmetto. «Da tanti anni abbiamo parlato di questi F-35 in maniera distorta... Non possiamo rinunciare a una grande capacità tecnologica per la nostra aeronautica, che ci mette avanti rispetto a tanti altri paesi» dichiara ora compunto il sottosegretario Tofalo. Via libera dunque alla messe di miliardi per aerei da guerra. 

Il M5S di governo ha bisogno di mettere radici nel cuore profondo dello Stato, innanzitutto nell'apparato militare. La nomina di alti gradi dell'Esercito o dei Carabinieri in ruoli di governo (Ambiente) e sottogoverno non è un fatto casuale. Il M5S cerca legittimazione e riconoscimenti presso i poteri forti, per questo li lusinga con particolari attenzioni. La pioggia di miliardi negli F-35 è il prezzo dell'operazione. Pagheranno la sanità, la scuola, il lavoro. 

Doveva essere “il governo del cambiamento”, ma a cambiare sono solo i governanti (del capitale). Per il resto tutto come prima, a partire dal cinismo e dall'ipocrisia.

Partito Comunista dei Lavoratori

Ipocrisia e crimine della UE contro i migranti

Sugli accordi del 29 giugno

30 Giugno 2018
 L'accordo unanime dei ventotto governi capitalistici dell'Unione Europea in fatto di immigrazione è un manifesto di ipocrisia, ma anche la sottoscrizione di un crimine.

L'ipocrisia ha travalicato i confini del grottesco. Nel nome della solidarietà europea, la vera preoccupazione di ogni governo è stata cercare di salvare la faccia sul proprio fronte interno. Ogni governo ha rassicurato la propria opinione pubblica “sovranista” sul fatto che dell'accoglienza si occuperà il vicino. Ogni governo ha sventolato come propria vittoria il conto rifilato agli “alleati”.

In questo gioco l'Italia giallo-verde è rimasta col cerino in mano. Il "governo del cambiamento” ha dovuto esibire come successo una specie di acquisto del Colosseo: un accordo patacca che esenta persino formalmente gli altri paesi della UE da ogni obbligo in fatto di accoglienza e di ripartizione, mentre la Germania si riserva di rispedire in Italia i migranti in essa sbarcati.
Merkel esibisce il risultato agli occhi della CSU bavarese, e salva così il proprio governo. Macron sbatte gongolante la permanenza del Trattato di Dublino in faccia a Le Pen e all'Italia. Ma cosa può esibire Giuseppe Conte agli occhi di un'opinione pubblica cui aveva annunciato la svolta? La verità è che il tiro alla fune ipocrita tra gli Stati europei sulla gestione dei flussi migratori continuerà inalterato, e che le stesse parole sibilline di un accordo finto saranno usate dagli uni contro gli altri senza risparmio di colpi nel nome degli interessi nazionali. Ovunque si continuerà a far credere ai propri lavoratori, precari, disoccupati, che il loro nemico è lo straniero, secondo quell'impasto di nazionalismo e xenofobia che oggi concima un senso comune diffuso.

Tuttavia dietro il sipario della recita ipocrita e delle contraddizioni imperialiste si nasconde il vero contenuto concreto dell'accordo: la militarizzazione della frontiera esterna dell'Unione Europea, con la piena copertura delle Nazioni Unite. Questo, e solo questo, è l'accordo vero del 29 giugno. Erdogan riceve altri tre miliardi per blindare la frontiera balcanica. Altri 500 milioni vanno al Fondo fiduciario per l'Africa, per recintare la frontiera sub-sahariana. Imprecisate piattaforme di sbarco extra-UE dovrebbero essere aperte in Algeria, Egitto, Libia, Tunisia, col tentativo di accollare loro - con destinazione definitiva - la gran parte del carico dei migranti: un gigantesco deposito di carne umana destinato ad arbitri ed abusi. (Se poi i corrotti governi nord-africani opporranno resistenza si cercherà di oliare la loro disponibilità.)
Infine la Guardia Costiera libica, con le nuove motovedette fornite da Salvini, ottiene pieni poteri nel Mar Mediterraneo mentre si chiudono i porti italiani alle Ong persino per i rifornimenti. Ciò che significherà una cosa sola: nuove stragi di naufraghi per mancato soccorso e ulteriori segregazioni nei campi lager libici, luogo quotidiano di stupri, torture, commercio degli schiavi.

L'accordo del 29 giugno è la riprova, una volta di più, che l'unica possibile Unione (capitalistica) europea è quella contro gli sfruttati: contro i propri lavoratori e contro gli oppressi di ogni colore.
Per questo “Prima gli sfruttati”, al di là di ogni frontiera, è ovunque l'unica risposta. A partire dall'opposizione al governo capitalista di casa propria.
Partito Comunista dei Lavoratori