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Liberi e Uguali... agli altri?

  
La lista Liberi e Uguali si presenta come “la sinistra” rediviva. Curioso. Il suo candidato di punta, Pietro Grasso, è un corpo estraneo alla storia della sinistra. I suoi gruppi dirigenti (D'Alema, Bersani...) sono gli stessi che sciolsero il principale partito della sinistra, il PCI, per legittimare la propria corsa al governo agli occhi del capitale finanziario. I governi di centrosinistra che guidarono negli anni '90 (Prodi, D'Alema, Amato) sono gli stessi che realizzarono la precarizzazione del lavoro, la demolizione del vecchio sistema pensionistico, l'equiparazione tra scuola pubblica e privata, il record delle privatizzazioni in Europa, il bombardamento “umanitario” di Belgrado. I governi che hanno appoggiato in anni recenti (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni) sono gli stessi che hanno varato la legge Fornero e distrutto l'articolo 18.
Sarebbe questa la sinistra finalmente scoperta?

Nessuno dica che si tratta di responsabilità del passato e che bisogna guardare al futuro. Perché il progetto futuro di Bersani e D'Alema ricalca di fatto le orme del passato. Non a caso ancor prima del voto Bersani, D'Alema, Grasso hanno candidato pubblicamente LeU ad entrare in un cosiddetto governo del Presidente, a garanzia della governabilità. Garanzia per chi? Per i mercati finanziari, le grandi imprese, le grandi banche, l'establishment europeo. Gli stessi che Bersani e D'Alema hanno servito ossequiosamente negli ultimi decenni. Governo con chi? Con il PD, o con chi Mattarella dovesse indicare, e i numeri parlamentari consentire. “Non lasceremo l'Italia allo sbando”, assicurano compunti. È la continuità di sempre: un personale politico in servizio permanente per la borghesia italiana, che chiede il voto dei lavoratori per prostrarsi ai piedi dei loro avversari.

D'Alema e Bersani hanno un solo vero obiettivo: disfarsi del renzismo che li ha emarginati per ricomporre il vecchio caro centrosinistra. Hanno rotto col PD, dopo aver votato le sue peggiori misure antioperaie, proprio per ricomporre l'alleanza col PD. Senza peraltro escludere neppure il proprio ritorno diretto in un PD liberato da Renzi.
Di più. L'ansia di rientrare nel gioco politico di governo è tale che LeU si lascia aperta ogni porta, inclusa la possibilità di negoziare il governo col reazionario Movimento 5 Stelle. Un partito per ogni governo, questo è LeU.
Sconcertante in questo quadro la capitolazione di Sinistra Italiana (Fratoianni) a Bersani e D'Alema. Dopo aver celebrato il proprio congresso all'insegna del respingimento del centrosinistra, sono finiti a servire la messa annunciata dell'ennesimo centrosinistra, o addirittura di un governo di salute pubblica. Un eterno gioco dell'oca che inganna e colpisce i lavoratori da decenni, e che ha spianato la strada alle destre peggiori.
Perché dunque un lavoratore o una lavoratrice che cerca un reale riferimento a sinistra dovrebbe affidarsi ancora una volta a Bersani e D'Alema, e ai loro reggicoda?

Ma un'alternativa a sinistra di Liberi e Uguali non può essere Potere al Popolo. Non può essere un accrocchio guidato nei fatti da quello stesso PRC che con Bersani e D'Alema ha governato per cinque anni negli ultimi venti, e che oggi rifiuta di rompere col governo Tsipras persino nel momento delle sue leggi antisciopero. Né certo può essere il PC di Marco Rizzo, che nella maggioranza di governo è stato più di ogni altro, prima con Bertinotti poi con Cossutta, votando Pacchetto Treu e guerra nei Balcani.

L'unica vera alternativa è quella che è sempre stata dalla parte dei lavoratori, perché persegue da sempre un progetto di rivoluzione. È l'alternativa di “Per una sinistra rivoluzionaria”, l'unica di cui ci si può fidare.
Partito Comunista dei Lavoratori