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Il virus di Marco Rizzo e del suo CC

 


Dai governi di centrosinistra al civettamento con la destra, persino sui vaccini

Come Partito Comunista dei Lavoratori abbiamo assunto per tempo una posizione chiara sul tema delle vaccinazioni. Abbiamo registrato molti consensi attorno alle nostre posizioni, assieme a critiche e polemiche. Abbiamo interloquito com'era doveroso con le critiche politiche, anche severe; non abbiamo risposto a insulti, perché non abbiamo tempo da perdere. Di certo più passa il tempo più ci sentiamo confortati nelle nostre convinzioni, tanto quanto siamo sconcertati da altre prese di posizione che si vorrebbero comuniste ma in realtà capitolano a luoghi comuni reazionari.

È il caso, per ultimo, di Marco Rizzo. Il suo partito – suo nel senso proprio del termine – ha sentito il bisogno di formalizzare la propria posizione attraverso un comunicato del Comitato Centrale (1). L'abbiamo letto e riletto più volte, per paura di esserci sbagliati. Eppure no, non c'è nel testo una sola parola, una, a favore della vaccinazione.

Andiamo con ordine. Il CC del PC lamenta giustamente che «nel nostro paese da oltre trent'anni, governi di centrodestra e centrosinistra, e così il governo Conte ieri e Draghi oggi, hanno ridotto e continuano a ridurre pesantemente la sanità pubblica, a partire dalla drastica riduzione di posti letto in ospedale, della medicina territoriale, di prossimità e di quella di base». Parole sacrosante.

Ma negli ultimi trent'anni non hanno operato anche i governi che Rizzo ha appoggiato? Ne contiamo ben cinque. Il primo governo Prodi (1996-1998), i due governi D'Alema (1998-2000), il secondo governo Amato (2000-2001), il secondo governo Prodi (2006-2008). In tutto sette anni. Sette anni in cui quei governi, al pari di tutti gli altri, hanno tagliato posti letto, medicina territoriale, di prossimità ecc., al solo scopo di ingrassare la sanità privata e pagare il debito pubblico alle banche. Di più: furono proprio quei governi di centrosinistra tra il 1996 e il 2001, con il ministro Bindi, a liberalizzare i fondi sanitari integrativi picconando il servizio pubblico (Legge 229). Ora, un dirigente politico e parlamentare come Rizzo, che con ruoli allora di primo piano ha appoggiato quei governi combattendo chi a sinistra li contrastava, con che faccia può ergersi oggi a difensore della sanità pubblica?

E per favore non si parli di “errori” o di “autocritiche” (che peraltro mai ci sono state). Gli errori si commettono quando si sbaglia all'interno del nostro campo di classe, nell'esercizio dell'opposizione. Ma quando per ben sette anni si sostengono i governi capitalisti che massacrano la sanità pubblica per conto dei banchieri, si sta per sette anni dall'altra parte della barricata. In quel caso non si compiono errori, si commettono crimini. Possibile che Rizzo non senta il bisogno di spendere una parola su questo? Possibile che il Comitato Centrale del PC non gli chieda conto di nulla?

Il CC del PC dichiara che «come marxisti crediamo nell'analisi e nel processo scientifico convalidato», ma che «siamo altresì attenti analisti della torsione che il capitalismo globalizzato compie nella sua corsa sfrenata verso il profitto». Dunque? Dunque «Siamo contro il Green Pass in quanto strumento non atto alla difesa della salute pubblica, ma elemento divisivo, discriminatorio». Ora, al netto del giudizio sul green pass, su cui abbiamo detto la nostra, un ingenuo potrebbe dedurre che Rizzo, da marxista scientista quale si dichiara, rivendichi la vaccinazione obbligatoria per tutti, in modo da cancellare la cosiddetta discriminazione del green pass. E invece no. Del vaccino Rizzo non parla proprio, non una sola parola a suo favore. Come si intende combattere il covid? Con «un piano straordinario per la difesa del lavoro, della sanità...» e «un piano pubblico e gratuito per avere tamponi ed esami salivari che permetta un serio e continuo monitoraggio della pandemia». È tutto.

Ora, intendiamoci bene. Avendo noi combattuto per decenni tutti i governi capitalisti che hanno saccheggiato la sanità pubblica – anche quelli che Rizzo appoggiava – siamo molto sensibili al “piano straordinario per la sanità pubblica”. Per la precisione rivendichiamo, non da oggi, un raddoppio della spesa pubblica per la sanità finanziato da una patrimoniale di almeno il 10% sul 10% più ricco (significherebbe 400 miliardi) e la cancellazione del debito pubblico verso le banche, quelle banche che i governi e i partiti di centrosinistra hanno rappresentato al meglio “per trent'anni”.

Ma perché opporre tutto questo alla vaccinazione di massa, e addirittura non far parola di questa? Se vogliamo “un piano straordinario per la sanità pubblica” non è anche per rafforzare la vaccinazione, moltiplicare il personale che la gestisce e i luoghi preposti, velocizzare i tempi, coinvolgere settori sociali oggi esclusi di fatto dalla vaccinazione per ragioni di marginalità sociale, discriminazione etnica, ecc.? E invece no. L'obiettivo di Rizzo è solo quello del monitoraggio serio e continuo della pandemia. Ma che senso ha contrapporre il monitoraggio della pandemia (giustissimo) alla vaccinazione di massa? Nessuno. In questi termini il no al green pass di Rizzo si riduce a una strizzata d'occhio ai no vax per cercare di incassare il loro voto per le prossime amministrative. Con buona pace dei... marxisti e del progresso scientifico.

Da comunisti sosteniamo con chiarezza la vaccinazione di massa, per la sua massima estensione possibile su scala planetaria in base agli studi scientifici disponibili. La teoria per cui gli attuali vaccini non sarebbero convalidati è pretestuosa e falsa. Non solo perché è la stessa obiezione che è stata mossa dagli ambienti reazionari al piede di partenza di tutti i vaccini nella lunga storia dell'umanità (dal vaiolo al morbillo), ma perché mai nella storia dell'uomo un vaccino ha goduto della sperimentazione su cinque miliardi di esseri umani in meno di un anno. La quantità modestissima di casi avversi su questo gigantesco campione disponibile conferma le ragioni del vaccino. La sua efficacia è misurata dall'abbattimento verticale di ricoveri e decessi pur in presenza di una variante Delta molto più contagiosa e potente. L'argomento per cui “Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna registrano un aumento dei casi, nonostante la vaccinazione di massa, dunque il vaccino non serve” rovescia l'ordine logico del discorso. Proprio perché quei paesi sono partiti per primi con la vaccinazione di massa, registrano per primi l'esaurimento della copertura vaccinale. Un po' come gli infermieri nei nostri ospedali. È un argomento che milita semmai a favore della terza dose, non certo del rifiuto del vaccino. Misura quanto sia necessaria la copertura vaccinale.

Il vero scandalo planetario, la vera dittatura sanitaria, è quella per cui dieci stati imperialisti si sono accaparrati il 75% dei vaccini, privandone larga parte dell'umanità. L'intera Africa è costretta a tassi di vaccinazione pressoché inesistenti. L'America Latina nel suo insieme non supera il 30% di vaccinazione. In Europa i paesi della fascia balcanica, dove vanno le “nostre” imprese a caccia di manodopera a basso costo, hanno tassi di vaccinazione che stanno tra il 20% e il 30% (Bulgaria il 20%, Romania il 32%). La Francia imperialista, attraversata da proteste no vax di settori di classe media, priva le proprie colonie di un vero sistema di vaccinazione, condannandole a tassi abnormi di contagio e di morte: si prenda il caso di Martinica, Guadalupe, Nuova Caledonia, dove il contagio senza protezione del vaccino tocca le 2000 persone ogni 100000 abitanti. Lo stato sionista d'Israele, ipervaccinato "in casa", priva del vaccino i palestinesi dei Territori e parte della sua stessa popolazione arabo-israeliana.

Questa situazione non spiega solamente la barbarie del capitalismo e dell'imperialismo, ma anche la persistenza dell'epidemia mondiale. Perché il virus si diffonde e riproduce, con tutte le sue varianti, proprio nelle sacche della povertà mondiale. È un caso che la variante Delta si sia prodotta in India, dove è irrisoria la vaccinazione e massimo l'accumulo della miseria? Tanto più in questo quadro emerge l'assurdità reazionaria delle posizioni no vax all'interno dei paesi imperialisti (e l'opportunismo di chi non le contrasta). Non è solamente un insulto alla miseria del mondo. È un insulto anche alla razionalità della scienza, nella battaglia contro la pandemia. Persino nella logica piccolo-borghese del proprio interesse individuale, come se la salute individuale potesse porsi al riparo della condizione dell'umanità. Il piccolo-borghese lo vorrebbe, ma così non è, e non può essere. Tanto più oggi la battaglia contro la pandemia può essere solo anticapitalistica e internazionale, a favore di una vera vaccinazione planetaria, contro i pregiudizi no vax ma anche contro chi a sinistra li avalla per piccoli calcoli di bottega (elettorale).



(1) https://www.facebook.com/315768485124369/posts/5012366738797830/

Partito Comunista dei Lavoratori