Oggi, 30 maggio, a freddo, durante una fase di trattative
avviata con la proprietà e il Comune lo spazio trans-femminista queer Vivaia
Tfq, è sotto attacco delle forze dell’ordine che tentano di sgomberarlo.
Lo spazio insiste su un’area di grande interesse pubblico, l’area
verde dell’ex Vivaio Gabrielli, abbandonato all’incuria da molti anni.
Su questa area di proprietà privata, come in innumerevoli altre
situazioni analoghe, incombe un progetto di speculazione edilizia per cui il Comune,
che vorrebbe acquisirlo, promette al proprietario una permuta vantaggiosa per
poter edificare.
Contro questo progetto e per la difesa di Vivaia Tfq si sono
espressi migliaia di cittadini.
Si uniscono qui speculazione edilizia, l’interesse privato
nella gestione della proprietà pubblica, e non ultima quella cementificazione
che è una tra le cause che hanno favorito la tragica alluvione che ha colpito
la regione.
Non è un caso che a consentire lo sgombero sia quella
amministrazione cittadina che si definisce come la “più progressista” d’Italia.
La speculazione edilizia ha solo il colore dei soldi, dei profitti
privatistici, non ha colore politico. Qualsiasi governo, nazionale o locale, si
rivela in definitiva sempre un comitato d’affari per i capitalisti, la classe
proprietaria.
Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà a chi oggi resiste
allo sgombero e facendo nostre le loro parole “Vogliamo che le autogestioni e
le occupazioni si moltiplichino e facciano vivere Bologna”, rivendichiamo l’unico
governo che a livello nazionale cosi come locale possa avanzare una prospettiva
di alternativa di società libera dalla dittatura del profitto: il governo delle
lavoratrici e dei lavoratori, insieme a tutti i settori oppressi della società
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez. di Bologna