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Al fianco della resistenza palestinese

 


In queste ore le forze dell’IDF stanno occupando porzioni crescenti della striscia di Gaza. Dopo giorni di bombardamento a tappeto, che hanno causato circa 30000 vittime tra i civili palestinesi, tra morti e feriti, con un tragico bilancio soprattutto per i bambini e le donne, le forze armate israeliane stanno procedendo al tentativo di rastrellamento dei combattenti palestinesi e si apprestano al combattimento casa per casa.


Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene il pieno diritto dei palestinesi a prendere le armi e resistere all’invasione genocidaria da parte dei sionisti.

Riconosciamo che oggi le forze armate palestinesi comprendono partiti e fazioni politiche diverse.


L’URGENZA E I COMPITI DELLA RESISTENZA ARMATA ALL’INVASIONE COLONIALE ISRAELIANA

La connotazione di Hamas, la maggiore delle organizzazioni che dirigono la resistenza a Gaza, il suo carattere antiproletario, su cui torneremo, non deve significare alcun arretramento, nemmeno di un millimetro, dal pieno appoggio alla resistenza armata del popolo palestinese.
Per questo sosteniamo la lotta armata di Hamas e degli altri combattenti, e salutiamo con favore una possibile rivolta popolare in Cisgiordania. Una rivolta che deve affrontare le forze israeliane e purtroppo anche la polizia dell’ANP, a cui chiediamo di interrompere immediatamente il proprio ruolo di governo collaborazionista con le forze colonialiste dello Stato sionista.

Auspichiamo inoltre che tutte le organizzazioni combattenti palestinesi della Striscia di Gaza e della Cisgiordania mettano da parte ogni divisione e si riuniscano in un coordinamento unificato che consenta loro di prendere con efficacia tutte le misure militari necessarie a respingere l’invasione di Gaza e inferire le massime perdite all’esercito occupante.

Questo è infatti l’obbiettivo militare e politico prioritario del momento, che se dovesse essere fallito aprirebbe la strada alla pulizia etnica e ad una nuova Nakba per il popolo palestinese.


I MARXISTI RIVOLUZIONARI E I COMPITI FONDAMENTALI DELLA LOTTA DEL POPOPOLO PALESTINESE

Lo scopo della liberazione della Palestina, il che implica la distruzione rivoluzionaria dello Stato sionista di Israele, deve essere incondizionatamente sostenuto dai marxisti rivoluzionari di ogni parte del mondo.
Su questo non vi possono essere ambiguità che diano spazio all’illusoria possibilità che in qualsiasi forma, persino “socialista”, possa sorgere ed avere vita legittima uno Stato palestinese a fianco dello Stato sionista. Questa possibilità, oltre che dalla logica, oggi è esclusa dai fatti storici che avvengono sotto i nostri occhi.

Ma la liberazione della Palestina non può avvenire né nella forma della Repubblica islamica, come vogliono Hamas e la Jihad islamica, né in quella democratico-borghese. In questo senso, l’esistenza di uno Stato palestinese effettivamente libero e indipendente sarebbe meramente illusoria, perché sarebbe invariabilmente sottomessa a potenze capitaliste e imperialiste che continuerebbero la rapina delle sue risorse e lo sfruttamento delle sue masse proletarie.

Solo la rivoluzione socialista può realizzare il compito storico dell’autodeterminazione nazionale del popolo palestinese. Solo la sua estensione a tutto il Medio Oriente, con il fine della realizzazione di una Federazione socialista del Medio Oriente, può proteggere i diritti e le condizioni di vita tanto delle masse proletarie palestinesi quanto di quelle arabe.


LA NATURA REAZIONARIA DI HAMAS

L’accordo al coordinamento e al comando unificato delle operazioni militari non significa in alcun modo un appoggio politico, nemmeno transitorio, ad Hamas, verso cui i rivoluzionari devono nutrire, al contrario, la massima sfiducia.
Hamas, che in arabo vuol dire "Movimento islamico di resistenza", è un partito islamista piccolo-borghese dotato di un’ala politica ed un’ala militare non necessariamente unite sotto la stessa direzione.

Il reclutamento al partito e alla sua ala combattente avviene per il tramite della fidelizzazione mistica e religiosa che si sublima nell’ideologia della Jihad, ossia la guerra santa contro gli osservanti di altre religioni ed in primo luogo di quella ebraica.
La jihad costituisce un terreno di reclutamento per Hamas, così come il nazionalismo lo ha assunto spesso per direzioni piccolo-borghesi che hanno promosso lotte di liberazione nazionale in Europa e nel resto del mondo nei decenni passati.

Questa ideologia è inoltre resa lugubre da un marcato antisemitismo, che professa la cacciata e l’uccisione degli ebrei in quanto ebrei, e non solo la lotta contro i coloni ed il colonialismo, così come il nazionalismo spesso degenera nella sua forma fascista.
Inoltre è finalizzata a subordinare l’aspirazione nazionale palestinese all’interesse di regimi monarchici e capitalisti che finanziano il partito (Qatar).

I marxisti rivoluzionari da sempre denunciano queste ideologie e mettono in guardia il proletariato delle nazioni oppresse contro il loro inevitabile tradimento delle aspirazioni di liberazione nazionale. Questa infatti può essere garantita, nel quadro dell’attuale spartizione imperialistica del mondo, solo dalla rivoluzione socialista, che instaurando la dittatura del proletariato con il metodo della democrazia operaia, è la sola forma che può garantire la fine dell’oppressione nazionale così come di tutte le altre forme di oppressione.

Allo stesso tempo, contestiamo come obiettivo reazionario e antiproletario il fine politico strategico di Hamas, che è quello di costituire una repubblica islamica sul territorio della Palestina.
Una repubblica islamica simile a quella iraniana che oggi è attraversata dall’eroica rivolta del movimento delle donne, che il PCL sostiene incondizionatamente


IL MOVIMENTO MONDIALE A SOSTEGNO DELLA PALESTINA

Un grande e inaspettato movimento popolare, soprattutto giovanile, da est a ovest, da sud a nord sta attraversando tutti i continenti al grido “free Palestine”.

I marxisti rivoluzionari devono portare in questo grande movimento la consapevolezza del sostegno incondizionato alla resistenza palestinese, rifiutando ogni equidistanza tra oppressori ed oppressi, tra aggressori e aggrediti, anche se ammantata di un ipocrita pacifismo. Ciò nella prospettiva della liberazione della Palestina e la distruzione dello Stato sionista, per l’istaurazione di uno Stato operaio socialista che garantisca tutti i diritti del popolo ebraico e per l’estensione della rivoluzione proletaria a tutto il Medio Oriente.

Partito Comunista dei Lavoratori