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MIGLIAIA E MIGLIAIA IN CORTEO PER IDY DIENE E CONTRO RAZZISMO E FASCISMO


e il protagonismo dello spezzone anticapitalista dell'Ass. Mariano Ferreyra e del PCL Firenze

10 Marzo 2018
Oggi Firenze ha vissuto una giornata di riscatto. Dopo il barbaro omicidio di Idy la risposta della città si è fatta sentire.
Quasi 30.000 persone sono scese in piazza per onorare la memoria di Idy Diene ma anche per rilanciare la lotta contro razzismo e fascismo, che sono le cause della morte di Idy Diene, di Samb Modu e Diop Mor nel 2011 sempre a Firenze (uccisi dal militante di Casapound Gianluca Casseri) come dell'atto terroristico di alcuni giorni fa a Macerata, quando un militante della Lega ha sparato a sei migranti cercando la strage.
Le istituzioni cittadine come buona parte della stampa e delle tv hanno fatto di tutto, come cercarono di fare con il fascista Casseri, per far passare l'omicidio razzista di Idy come l'atto di un pazzo.
Noi oggi, insieme a migliaia di persone, siamo scesi in piazza per dire NO.

L'omicidio di Idy è un omicidio razzista, la mano che ha sparato è quella di una persona messa su dai continui sproloqui della destra fascista e razzista, a partire da Salvini (mandante morale sia dell'atto terroristico di Macerata che dell'omicidio razzista di Firenze) fino ad arrivare alla feccia nera delle organizzazioni neofasciste.

Come Associazione Mariano Ferreyra e come Partito Comunista dei Lavoratori abbiamo costruito uno spezzone con centinaia di migranti che si è caratterizzato come il più combattivo del corteo. Uno spezzone che voleva urlare, con tutta la rabbia che abbiamo dentro, come la lotta contro razzismo e fascismo sia possibile solo nell'unità tra lavoratori italiani e migranti.

Per questo non ci siamo limitati, come avrebbero voluto alcuni esponenti di "alto rango" delle comunità migranti, a scandire slogan contro il razzismo, ma abbiamo voluto individuare come il razzismo ed il fascismo non sono altro che un sottoprodotto della società capitalista, per questo abbiamo voluto scandire slogan contro i mandanti morali dell'assassinio di Idy, per questo abbiamo scandito slogan contro i fascisti e per la chiusura delle loro sedi.

CON SAMB, CON DIOP, CON IDY
UNITI VINCEREMO
ASSOCIAZIONE MARIANO FERREYRA
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI FIRENZE

PER UNA SINISTRA RIVOLUZIONARIA ADERISCE AL PRESIDIO ANTIFASCISTA

BOLOGNA - PIAZZA MAGGIORE - VENERDI' 16 FEBBRAIO, ORE 18,30

Per una Sinistra Rivoluzionaria aderisce al presidio di venerdì 16 febbraio per impedire il comizio di Forza Nuova.
Non si può far parlare chi si dichiara esplicitamente nazista e fascista.
Chi inneggia all'attentato terroristico di Macerata e offre la propria organizzazione per la difesa di Traini.
Si è verificato quello che temevamo: all'avvicinarsi delle elezioni politiche queste organizzazioni neofasciste avrebbero cominciato a cercare atti eclatanti, provocazioni, nuove azioni squadriste per lanciare le proprie candidature, liste e organizzazioni
Arretrare ora vorrebbe dire aprire le porto al peggior revanscismo fascista.
E’ doveroso pertanto mettere in atto la più rigorosa e attenta militanza antifascista.
Certo, ma in nome di quale antifascismo?
Se tutti gli attori politici (Minniti, Salvini, Di Maio) seminano l'idea dell'”invasione” dei migranti - chi sfoderando poteri di polizia, chi promettendo la loro cacciata una volta al governo - i fascisti montano a cavallo di questa idea passando alle vie di fatto, a Genova come a Forlì e a Macerata.
In questo modo vogliono conquistare e organizzare la punta estrema del sentimento xenofobo.
I partiti fascisti costituiscono vere e proprie organizzazioni di combattimento: oggi prevalentemente contro i migranti, domani contro il movimento operaio e le sue organizzazioni.
La verità è che i neofascisti sono da sempre lo strumento del capitale e delle borghesie.
La verità è che fanno comodo a tutti, e che nessuna polizia o magistratura scioglierà quelle organizzazioni.
Non può essere un argine neppure la Costituzione, un compromesso alle spalle della la rossa primavera della Resistenza, che oggi si riconferma la garanzia per questo sistema socio-economico e l'ipocrita copertura per l'immobilismo della sinistra parlamentare.
Spetta al movimento operaio e alla riorganizzazione della classe lavoratrice, e attorno ad essa tutti i disoccupati, gli oppressi e i discriminati, far sprofondare il terreno su cui si costruiscono le organizzazioni fasciste.
L’unione stretta dei lavoratori autoctoni e immigrati è alla base di questa riorganizzazione di classe.
La battaglia antirazzista e antifascista deve unire più che mai la campagna per la difesa dei migranti alla battaglia contro il capitalismo e tutti i partiti che lo governano, o che ambiscono a governarlo.
Si può fare ciò solo costruendo mobilitazioni, organizzando l'autodifesa militante di scioperi, cortei e comizi, e sviluppando un lavoro di propaganda e di intervento che riduca gli spazi di agibilità del fascismo e che dia slancio all'unica reale alternativa per gli sfruttati e gli oppressi: il governo dei lavoratori e delle lavoratrici e il socialismo internazionale, con l’obbiettivo degli Stati uniti socialisti d'Europa.
La lista "Per una sinistra rivoluzionaria", si candida a portare avanti questo programma e a contrastare queste organizzazioni su ogni terreno.
Per questo invitiamo tutte le organizzazioni della sinistra, tutte le organizzazioni sindacali, tutti i centri sociali, le associazioni locali e nazionali – come l'ANPI e l'ARCI, contro la titubanza delle loro stesse direzioni- tutti i militanti e gli attivisti sinceramente antifascisti alla massima attenzione e alla difesa di tutti i compagni e le compagne che si esporranno sotto le insegne dell'antifascismo e dell'anticapitalismo.

Macerata: una marcia antifascista contro il terrorismo nero


Oltre 20.000 persone nella città blindata dalle camionette di Minniti e del PD

La necessità di un antifascismo di massa e di classe contro le organizzazioni neofasciste passa per una sinistra rivoluzionaria! Il PD e la sinistra borghese mostrano sempre di più il loro volto reazionario, autoritario e corresponsabile dell'agibilità per neofascismi e razzismi. Il M5S tace, dopo aver cavalcato l'odio verso i migranti e aver conteso a Salvini il ruolo di cacciatore di clandestini. Tutta la destra copre le aggressioni fasciste e alimenta la guerra tra poveri.
Solo la lotta di classe nella prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici potrà fermare l'ondata reazionaria e unire i lavoratori di tutte le nazionalità per una società equa e giusta
Per l'ennesima volta la "sinistra" liberale e borghese si tira indietro nella battaglia antifascista per non trovarsi in contraddizione con le proprie politiche e con le proprie responsabilità.
Per l'ennesima volta Partito Democratico, ANPI e CGIL, questa volta trascinando inizialmente anche ARCI e Libera, si nascondono dietro a un dito, si appellano a valori di carta e rinunciano alla reale battaglia contro la minaccia reazionaria, che si radica e si alimenta nel malcontento sociale e nella disperazione di cui sono responsabili proprio coloro che fanno gli appelli alla Costituzione e alla moderazione degli animi.
Per l'ennesima volta il PD, attraverso gli organi di Stato, e questa volta con l'intervento diretto di Minniti, ha provato a far vietare la manifestazione antifascista mentre non muove un dito per colpire le organizzazioni fasciste e ne minimizza la minaccia. Anzi, schiera le forze dell'ordine perennemente a difesa di queste ultime.

Ma anche a Macerata, come a Genova il 3 febbraio, è la piazza a dare la reale risposta al terrorismo fascista, alle squadracce, alla xenofobia cavalcata da neofascisti e destre radicali e ipocrite – da Salvini a Berlusconi passando per Meloni.

A Genova, con una piattaforma di impianto anticapitalista e radicale, sono scese in piazza oltre 5.000 persone contro l'aggressione squadrista di CasaPound e le coperture fornite da Toti e Bucci.
A Macerata 20.000 persone hanno riempito una cittadina di 41.000 abitanti sulla base di una ampia risposta di massa e di classe all'attentato di Traini e al teatrino macabro delle coperture legali di Forza Nuova, del sostegno e giustificazionismo di Lega e Fratelli d'Italia, contro il tentativo di ridimensionare l'attentato terroristico e di vietare la risposta popolare portato avanti da tutto l'arco moderato, da Forza Italia al Partito Democratico, complice il silenzio del Movimento 5 Stelle che dell'attacco ai migranti e ai "taxi del mare" e della retorica dell'invasione ha fatto un suo strumento di propaganda populistica. 
 Fin da subito la nostra organizzazione ha comunicato la piena adesione a quella giornata di lotta, eppure è, come sempre, la più oscurata. In nessun organo dell'informazione mediatica viene citata né la lista "Per una sinistra rivoluzionaria", che esprime candidati in prima linea nella lotta antifascista in ogni territorio e città, né il Partito Comunista dei Lavoratori o i compagni e le compagne di Sinistra, Classe e Rivoluzione. 
In quella piazza c'era tutta la parte di società che si pone alla sinistra del Partito Democratico, compresi gli eterni compagni di merende di Liberi e Uguali che su questo terreno cercano una facile demarcazione da un Partito Democratico imbrigliato al suo essere partito dell'austerity, del razzismo, dell'imperialismo e dello sfruttamento. Intanto preparano già gli accordi per il rientro nella braccia della 'mamma PD', la stessa con cui hanno portato avanti le stesse politiche a cui oggi fingono di opporsi.
Le presenze da registrare e che hanno segnato le contraddizioni entro il campo del centrosinistra sono sicuramente quelle della FIOM, di moltissime sezioni dissidenti dell'ANPI, di tante sezioni dell'ARCI che hanno spinto anche la dirigenza nazionale a ricredersi.
Tra le partecipazioni coerenti con una battaglia antifascista che condanni anche le politiche "a larghe intese" dei governi del PD c'erano, ovviamente, Emergency, i centri sociali e il mondo dell'antagonismo, Potere al Popolo, moltissime associazioni di migranti, i sindacati di base – USB, SiCobas, Cobas, etc. - e, a demarcare coerentemente la diversa concezione della battaglia sindacale rispetto alle burocrazie CGIL, l'area classista di Opposizione CGIL - Il Sindacato è un'altra cosa.

A Piacenza invece, si urla allo scandalo. Un agente che stava manganellando gli antifascisti che volevano impedire l'iniziativa di CasaPound è stato travolto dai manifestanti assieme al suo plotoncino di picchiatori e, rimasto indietro, ha subìto lo stesso trattamento che ad ogni corteo i suoi commilitoni riservano a qualsiasi manifestante capiti sotto i loro strumenti di tortura legale.
Cominceranno così le manfrine televisive e le moviole per la caccia al manifestante violento. Nessuno però si domanda come sia possibile che, regolarmente e senza alcuna eccezione, lo Stato borghese e le forze dell'ordine garantiscano, in tenuta antisommossa e con i più avanzati strumenti di repressione nelle piazze (blindati, grate, lacrimogeni, autobotti, etc.), la protezione e l'agibilità alle organizzazioni che secondo questa fantomatica Costituzione dovrebbero essere illegali.

La verità è che i neofascisti sono da sempre lo strumento del capitale e delle borghesie, e in questa fase storica sono la loro organizzazione da combattimento da scagliare preventivamente contro le forze della sinistra e della classe lavoratrice, da utilizzare per fomentare l'odio razziale e la divisione attraverso la guerra tra poveri, da legittimare per diffondere ideologie di guerra e imperialistiche con nostalgie coloniali.
La verità è che fanno comodo a tutti, e che nessuno scioglierà quelle organizzazioni. La verità è che la Costituzione utilizzata per tradire la rossa primavera della Resistenza oggi si riconferma la garanzia per questo sistema socio-economico e l'ipocrita copertura per l'immobilismo della sinistra parlamentare.

La verità è che per sconfiggere e cancellare le organizzazioni fasciste serve un movimento operaio forte, cosciente del suo essere classe rivoluzionaria e internazionale.
Per annichilire le organizzazioni da combattimento del capitale e la repressione dello Stato borghese serve l'organizzazione dell'autodifesa proletaria, in ogni luogo di lavoro, in ogni quartiere, in ogni scuola e in ogni comunità migrante.
Per smontare le ideologie razziste, xenofobe e nazionaliste serve un programma rivoluzionario, anticapitalista, che mobiliti un ampio fronte di classe e di massa contro la guerra, lo sfruttamento, la speculazione, l'oppressione, la discriminazione, la cancellazione dei servizi pubblici e sociali.
Serve che si riorganizzi la classe lavoratrice, e attorno ad essa tutti i disoccupati, gli oppressi e i discriminati, contro la classe dei banchieri, dei padroni, dei mafiosi e dei guerrafondai.

Chi potrà sciogliere le organizzazioni neofasciste e razziste, chi potrà dare una nuova prospettiva di pace e solidarietà, di benessere e condivisione è solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici.
Solo chi è "per una sinistra rivoluzionaria" porta in campo oggi questo programma e questa prospettiva!
Partito Comunista dei Lavoratori

Sabato 10 febbraio tutte e tutti a Macerata!


Contro le aggressioni fasciste, la necessità di una risposta classista

Il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce e partecipa al corteo antifascista di Macerata del 10 febbraio

I fatti di Macerata vanno presi per quello che sono: una mano fascista, armata dal razzismo, ha sparato ferendo sei persone di nazionalità africana. A loro, in primo luogo, va tutta la nostra solidarietà classista e internazionalista.

La verità dietro ai fatti è che le politiche dominanti degli ultimi decenni hanno arato il terreno in favore della peggior destra, accumulando miseria e disperazione sociale a tutto vantaggio del profitto, dirottando la rabbia sociale contro i migranti, per impedire che venga invece rivolta contro i padroni, legittimando la xenofobia ed il razzismo, con politiche di segregazione e umiliazione dei migranti, dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, fino alle recenti imprese del ministro Minniti, che ha siglato accordi criminali con i tagliagole libici in nome della “sicurezza”.

Non è un caso che nel giro di poche ore nel panorama del dibattito pubblico sia passato dalle ipocrite parole di condanna di Gentiloni, Renzi e del Movimento 5 Stelle alla surreale discussione sulla “bomba sociale” dei migranti, attraverso cui tutti i principali partiti legittimano ulteriormente la visione distorta e razzista del migrante come nemico, problema, fastidio.

La prolungata crisi sociale che investe il nostro paese si è coniugata col riflusso drammatico del movimento operaio e della sua capacità di mobilitazione, per principale responsabilità delle sue direzioni politiche e sindacali e questo ha prodotto sulla lunga distanza contraccolpi politici gravi.
Lo scenario politico che ci apprestiamo a vivere a ridosso della tornata elettorale in cui le tre destre in competizione tra loro (renzismo, salvinismo, grillismo) è in fondo anche il risultato dell'arretramento della classe lavoratrice, della sua coscienza, della sua rappresentanza politica, della sua capacità d'azione indipendente.

Ciò ha prodotto la scomparsa nell'immaginario di massa dello scontro di classe e la sua sostituzione con le mitologie dell'opposizione alla casata, della sovranità nazionale, dell'invasione dei migranti da cui proteggere lavoro, risparmi, sicurezza. Su questi terreni gli opposti concorrenti al governo giocano buona parte della loro fortuna, ma è lo stesso terreno in cui pascolano le organizzazioni fasciste. Il fatto nuovo non sono le azioni fasciste in quanto tali, ma il vento di opinione pubblica reazionario, per quanto ancora principalmente passivo, in cui queste azioni operano e da cui traggono forza e giovamento.

I fascisti lavorano in fondo a capitalizzare a proprio vantaggio, in termini elettorali e militanti, la seminagione dei populismi reazionari. Se tutti gli attori politici (Minniti, Salvini, Di Maio) seminano l'idea dell'”invasione” dei migranti - chi sfoderando poteri di polizia, chi promettendo la loro cacciata una volta al governo - i fascisti montano a cavallo di questa idea passando alle vie di fatto, ossia contrapponendo l'azione esemplare di “liberazione dagli invasori” alla pura "propaganda dei politicanti". Su questa linea mirano a conquistare e organizzare la punta estrema del sentimento xenofobo, e dove possibile delle proteste. I partiti fascisti vanno ben al di là di un generico populismo reazionario a fini elettorali. Configurano vere e proprie organizzazioni di combattimento: oggi prevalentemente contro i migranti, domani contro il movimento operaio e le sue organizzazioni.

Il sentimento popolare di frustrazione sociale, sedimentato da decenni di crisi capitalista e privato di un riferimento a sinistra, diventa dunque il brodo di coltura della destra peggiore, il suo terreno di radicamento e reclutamento combattente.

In questo quadro è gravissima, scellerata, la scelta di ANPI, ARCI, CGIL e Libera di ritirarsi dalla mobilitazione di sabato su richiesta del sindaco di Macerata. È la rinuncia in partenza ad una possibile dinamica di massa, l'ennesima subordinazione al PD e alle sue amministrazioni, in nome di una pace sociale che pace non è, ma è la guerra dei padroni contro i lavoratori e dei fascisti contro gli ultimi di questa società. Non può nemmeno stupire l'intervento repressivo del Ministro Minniti, sempre più calato nel suo ruolo di sceriffo. Di fronte a tutto questo non può esserci alcun passo indietro, anzi la risposta deve essere ancor più determinata e di massa.

Il rilancio dell'antifascismo richiede, innanzitutto, il recupero di una politica di classe e anticapitalista. Liberare i lavoratori dai veleni populisti è un compito centrale di questa politica.

Solo una classe che recupera la coscienza dei propri interessi, che ricostruisce e unifica la propria forza, che sviluppa la propria opposizione sociale e di massa alla classe sociale dominante, può scrollarsi di dosso i pregiudizi reazionari che hanno attecchito nella lunga stagione del riflusso, imporre un'altra agenda pubblica, e approfondire per questa via le contraddizioni interne dei blocchi sociali populisti.
Solo un programma d'azione che metta in discussione la dittatura dei capitalisti (a partire dalla ripartizione del lavoro, dall'abolizione del debito pubblico, dalla nazionalizzazione delle banche senza indennizzo per i grandi azionisti, dall'esproprio delle aziende che licenziano...) può ricomporre attorno alla classe lavoratrice l'unità di tutti gli sfruttati, recidendo alla radice le suggestioni xenofobe figlie della solitudine e della divisione.

La battaglia antirazzista e antifascista deve unire più che mai la campagna per la difesa dei migranti alla battaglia contro il capitalismo e tutti i partiti che lo governano, o che ambiscono a governarlo. Il capitalismo è miseria sociale e morale. Solo un governo dei lavoratori può fare pulizia.
Saremo a Macerata, sabato 10 febbraio, per portare questa prospettiva nella battaglia antifascista.
Partito Comunista dei Lavoratori

L'agguato razzista di Macerata e i suoi responsabili

  
A Macerata un fascista armato dal razzismo, già candidato di Salvini, ha fatto fuoco contro sei persone di nazionalità africana, cui va innanzitutto la nostra piena solidarietà. Il tentativo di Salvini di usare questa aggressione xenofoba per rilanciare la propria campagna razzista è odioso. E ancor più nauseante è l'appoggio entusiasta di Forza Nuova all'aggressore criminale, a riprova del suo timbro fascista.

La verità è che le politiche dominanti di questi anni e decenni hanno arato il terreno della destra peggiore. Sia accumulando miseria e disperazione sociale a vantaggio del profitto, sia dirottando la rabbia sociale contro gli immigrati per impedire che si rivolga contro i capitalisti, sia legittimando la xenofobia con le politiche di segregazione e umiliazione dei migranti. Incluse le politiche del rifiuto: rifiuto di canali umanitari, di una accoglienza dignitosa, di diritti elementari. Gli accordi criminali stipulati da Minniti con le bande dei tagliagola libici per segregare decine di migliaia di migranti in luoghi di tortura e stupri, nel nome della “sicurezza”, hanno concorso pienamente alla legittimazione del razzismo. Perché non è razzista solo il criminale che spara sugli immigrati. Razzista è anche il sottofondo politico e culturale che ha armato la sua mano.

Per queste ragioni non sappiamo che farcene delle parole ipocrite di condanna da parte di Gentiloni, di Matteo Renzi, o del M5S, che ha gareggiato cinicamente con la Lega nel corteggiamento della xenofobia. La battaglia antirazzista e antifascista deve unire più che mai la campagna per la difesa dei migranti alla battaglia contro il capitalismo e tutti i partiti che lo governano, o che ambiscono a governarlo. Il capitalismo è miseria sociale e morale. Solo un governo dei lavoratori può fare pulizia.
Sono, in fondo, le ragioni per una sinistra rivoluzionaria.
Partito Comunista dei Lavoratori